Espressioni “animalisticamente corrette”

Negli Stati Uniti PETA, una nota organizzazione animalista, ha dato indicazione di non usare più alcuni modi di dire che ritiene “antianimali” e di sostituirli con frasi alternative che eliminano lo specismo* dal proprio linguaggio:

tabella di PETA con frasi incriminate e loro alternative: Kill two birds with one stone vs feed two birds with one scone; be the guinea pig vs be the test tube; beat a dead horse vs feed a fed horse; bring home the bacon vs bring home the bagels; take the bull by the horns vs take the flower by the thorns

Le cinque espressioni idiomatiche inglesi che PETA vuole sostituire sono:

Kill two birds with one stone, “prendere due piccioni con una fava”, che diventa feed two birds with one scone: anziché uccidere due uccelli con una pietra, gli si dà da mangiare una focaccina.

Be the guinea pig, “fare da cavia”, che diventa be the test tube, fare la provetta.

Beat a dead horse, sprecare tempo ed energia, che diventa feed a fed horse: non si picchia o frusta (flog) un cavallo morto ma si dà da mangiare a un cavallo sazio.

Bring home the bacon, “portare a casa la pagnotta”, che diventa bring home the bagels: non più un prodotto animale ma da forno.

Take the bull by the horns, “prendere il toro per le corna”, che diventa take the flower by the thorns, il fiore per le spine.

Caratteristiche dei modi di dire

Le frasi alternative ideate da PETA riproducono la struttura e buona parte degli aspetti fonologici e metrici delle frasi originali, in alcuni casi con soluzioni ingegnose. In teoria, sono interventi che dovrebbero facilitare la sostituzione ma risultano invece poco efficaci perché non sono stati compresi i meccanismi che regolano i modi di dire.

Una caratteristica specifica delle espressioni idiomatiche è che sono convenzionali, cristallizzate e di solito non modificabili. Hanno un significato figurato, condiviso da tutti i parlanti, che ha origine da metafore che nel tempo perdono trasparenza. Esempio italiano: ignoro perché vadano catturati due piccioni e non altri animali, e con una fava e non altri metodi, ma non è un’informazione rilevante.

Meccanismi in gioco

Le frasi alternative di PETA ci costringono invece a pensare al significato letterale delle espressioni, un’azione anomala e inaspettata. Lo fanno ricorrendo a modifiche che associamo a contesti di altro tipo e che rendono difficile prendere sul serio le nuove frasi.

Ad esempio, lo scambio di fonemi delle coppie minime dead-fed e horns-thorns è un tipico meccanismo umoristico e quindi le alternative ci appaiono come giochi di parole la cui funzione principale è far sorridere.

La sostituzione di parole con altre che hanno suono simile ma tutt’altro significato, come bacon e bagel, fa invece pensare a un malapropismo, uno svarione il cui effetto è spesso comico.

Se si aggiunge l’avversione agli aspetti più esagerati del politicamente corretto, diventa davvero difficile trovare credibili le alternative ideate da PETA. E infatti sono state ampiamente ridicolizzate, con parodie e ironie varie, come in queste strisce di Pearls Before Swine:

striscia di Pearls Before Swine del del 20-5-2019

Striscia di Pearls Before Swine del 21-5-2019

Striscia di Pearls Before Swine del 23-5-2019

* lo specismo, dall’inglese speciesism, è la discriminazione in base alla specie di appartenenza, in particolare la convinzione che gli esseri umani debbano avere maggiori diritti degli animali ma anche le differenze di trattamento riservate a diverse specie animali (ad es. cani vs topi).


Ho notato una vistosa mancanza nell’elenco di PETA: l’espressione curiosity killed the cat, descritta in La gatta curiosa non va al lardo.

Vedi anche:
Sul politicamente corretto
Animali metaforici, in inglese
Coppia minima per sorridere in absentia

Riferimenti: modi di dire nell’Enciclopedia dell’Italiano Treccani


6 commenti su “Espressioni “animalisticamente corrette””

  1. efano:

    In italiano c’è la questione della risposta all’augurale “in bocca al lupo”. Mia moglie ha provato in gioventù a sostiture “crepi il lupo” con “mi dia la zampa” o l’intera espressione con “in becco al pellicano – che mi porti lontano”, ma l’effetto straniante era notevole. Io rispondo comunque “grazie”, perché la risposta mi suona comunque crudele, anche se è convenzionale e strutturata e anche se non sono un estremista PETA.

  2. Lele:

    @ efano

    Se mi augurano “In bocca al lupo” rispondo “Viva il lupo”. Altro modo di dire augurale che conosco – ma un po’ volgare – è “In c..o alla balena”. Ma stamattina, a mia figlia che aveva la verifica di filosofia, ho augurato – come sono solito fare – “In bocca al canguro!”. 🙂

  3. John Dunn:

    There’s more than one way to skin a cat [… spin a hat??]
    I’ve got other fish to fry [… clothes to try????]

    To feed a fed horse suscita qualche dubbio: Dare a mangiare a un cavallo sazio secondo me non fa bene al povero cavallo.

  4. Licia:

    @efano, @Lele a proposito di in bocca al lupo, molti sbagliano il modo di dire: C’è anche chi imbocca il lupo…, a cui non credo si possa rispondere crepi. Chissà, forse non è un errore ma un tentativo di usare linguaggio animalisticamente corretto?! 😉

    @John, tsk tsk tsk, non sottovalutare il cavallo pensando che non sia sufficientemente intelligente da capire che se sazio non deve più mangiare, altrimenti rischi lo specismo!!! 🙄

    Belli gli altri esempi!

  5. Asandus:

    Si può interpretare “in bocca al lupo” come quando mamma lupa porta al sicuro i lupacchiotti afferrandoli con la bocca per la pelle del collo.

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