Hanging on: vivo o morto?

Kim, “cerchio magico” giustiziato. I fedelissimi al funerale del padre impiccati o scomparsiIl Corriere della Sera spesso usa come fonte il Daily Mail (non proprio l’eccellenza del giornalismo britannico), e così ha fatto anche ieri sulla Corea del Nord.

Inizialmente è stata riciclata una foto con didascalie in inglese:

È evidente l’errore di traduzione, che dà come impiccate persone che invece sono ancora vive e vegete. Eppure un minimo di attenzione alla grammatica avrebbe dovuto far venire qualche dubbio: il participio presente hanging segnala un’azione in corso e la preposizione on suggerisce un phrasal verb (qui “resistere”, “tenere duro”), che escludono “impiccato” (hanged).

Poi però c’è stato un aggiornamento con una soluzione creativa:

Per la redazione del Corriere, problema risolto!!!


In questo caso la funzione grammaticale di hanging è chiara (non però per l’autore dell’articolo!), invece in altri contesti potrebbe essere difficile distinguere tra participio presente (azione in corso) e gerundio (funzione di sostantivo), ad esempio in alcuni titoli o nella localizzazione di stringhe composte da una singola parola che termina in –ing. Ne ho già discusso, con qualche esempio e indicazioni per risolvere le ambiguità, in –ing: gerundio, participio e aggettivo.

Il verbo hang on ha anche altri significati, ad es. quando è usato all’imperativo può voler dire “aspettare” o “attendere” brevemente (hang on a minute!) e, al telefono, “rimanere in linea”: come per hang up, “riagganciare”, l’origine si può far risalire ai primi telefoni con cornetta che andava appesa (hang) a un gancio – vignetta in tema in Telefonate figurate.

11 commenti su “Hanging on: vivo o morto?”

  1. Wilson:

    Ho sempre pensato che “hang on” fosse un invito a restare “agganciato” alla chiamata.

    ps: “aspetta” e “tieni duro” sono simpaticamente vicini come significato 😉

  2. Marco:

    Non c’è limite al peggio… e dato che sono online non servono nemmeno per incartarci il pesce 😉

  3. Massimo S.:

    E’ evidente una cosa: i redattori del Corriere.it non si sono serviti di traduttori esperti, oppure si tratta di una svista dettata dalla ‘pigrizia’ o dalla fretta imposta dai tempi frenetici delle redazioni e dallo stesso ingannevole contesto della notizia che riguarda un feroce dittatura abituata a risolvere radicalmente ogni dissenso anche nei confronti della propria elite (in questo blog poliglotta uso con tranquillità, e ormai senza timore di reprimende o ‘sensi di colpa’, forestierismi consolidati che in precedenza avrei tentato di evitare, per un fraintendimento, ora risolto, degli scopi programmatici del blog medesimo 😉 ).

    Forse non sono mai stati innamorati e non hanno mai ascoltato o cantato o cercato di tradurre (cosa non si fa quando non si è innamorati…) “Perfect day” di Lou Reed… dove il verbo hang on dovrebbe essere usato proprio nel senso di tener duro, resistere.
    https://www.youtube.com/watch?v=EaS_ZVJOVyY

    …Salvo antico fraintendimento e conseguente attuale pubblica figuraccia.

  4. Licia:

    @Wilson, spero ti piacerà questa vignetta di Dan Piraro che gioca sull’interpretazione letterale di hang up e on the phone:

    @Massimo S., dovrebbe essere quello il senso, anche se i testi delle canzoni si prestano sempre a molte interpretazioni! 😉

  5. Stefano |/.:

    Ah… Quindi il gioco di parole qui sotto è sbagliato? O forse l’autore è americano…
    (Keith Laumer – Retief’s war)
    “why, we’d be hailed as the greatest murderers since Attila the Hung!”
    “Hun,” Magnan corrected.
    “Well, I trust he was hung eventually!
    Io avevo appreso da qui che si diceva hung 🙂

  6. Massimo S.:

    @Licia

    I testi delle canzoni si prestano a molte interpretazioni?

    Oh, mamma mia!

    In effetti, forse fuorviato da vicenda personale, oltre che, sicuramente, da incerta conoscenza d’inglese, ai tempi del liceo, avevo anche interpretato la frase, in cui compare anche il verbo to keep, “mi tieni in sospeso” “mi fai aspettare” e simili.

    Ma avevo optato, con qualche incertezza, per l’altra ottimistica interpretazione… Se beviamo (abbiamo bevuto) insieme la sangria, andiamo (siamo andati) allo zoo e poi a cinema, e poi a casa (…) ed è proprio (stato) un giorno perfetto (una bella giornata, una giornata ideale, completa…), allora l’altra protagonista della canzone corrisponde il mio interesse amoroso, cioè l’interesse del soggetto cantante, che del resto è contento di aver trascorso il giorno proprio con lei; cioè proprio la ragazza della canzone, o il ricordo della bella giornata trascorsa insieme, sostiene il soggetto cantante e l’aiuta a resistere, a tener duro, ad andare avanti… ad essere quando è con lei una persona diversa e buona.

    A meno che non sia tutto un immaginoso delirio amoroso e il giorno perfetto, ancorché desiderato e immaginato come in canzone, non sia ancora venuto perché in realtà la tizia tiene lo spasimante sulla corda. Oppure il giorno perfetto c’è stato, ma la ragazza, nonostante tutto, non ha ancora sciolto le sue riserve.

    E che dire della frase che chiude la canzone? E’ una frase gnomica, costruita alla seconda persona singolare come nel latino “memoria minuitur nisi eam exerceas”? Si cita un proverbio “si raccoglie quel che si semina”? Oppure ci si rivolge proprio all’amata? E in ogni caso, che vuol significare tale frase? Che ‘il giorno perfetto’ è stato o sarà il frutto di un paziente e costante corteggiamento? O che è soltanto un episodio isolato, che non si ripeterà, o che non verrà mai perché il soggetto cantante è un cattivo irredimibile che avendo seminato cattiverie non può aspirare alla felicità e raccogliere amore e affetto duraturi?

    La verità è che il senso di questa canzone io non l’ho mai veramente decifrato, e perciò, vinto ogni pudore, chiedo ora aiuto al blog poliglotta per risolvere gli antichi dubbi.

  7. Licia:

    @Stefano, nei giochi di parole è consentito tutto. 🙂

    @Massimo, non credo ci sia un’unica interpretazione (un’alternativa abbastanza diffusa alla donna amata è che Lou Reed si riferisse alla sua droga preferita), ma come per molte altre canzoni bisognerebbe chiedere direttamente all’autore. 😉

  8. Massimo S.:

    … autore che nel caso specifico non c’è più.
    E che , quindi, occorrerebbe interrogare ‘medianicamente’ e per di più in inglese, e ricevendo in caso di ‘contatto’ riuscito, risposte in inglese…
    Assolutamente al di fuori della mia portata… 😉

    Si, anche altri amici in passato mi avevano detto che Lou Reed potesse riferirsi alla droga… 🙁 ed infatti la canzone è stata impiegata, nella colonna sonora del film Trainspotting che narra proprio le allucinate vicende di alcuni tossicodipendenti.

    Ma io ho sempre voluto credere, e credo tuttora, che Lou Reed, alla fine intendesse riferirsi proprio a qualche bella e brava ragazza di cui fosse innamorato ai tempi del liceo, quando magari era pure lui bello e bravo ragazzo; e ricordasse i momenti sereni e di pace con se stesso e gli altri… pur se , magari, con la dolorosa consapevolezza che per lui, poi divenuto ‘cattivo’ e ‘tossicodipendente’, non vi sarebbe stato mai più un giorno perfetto… e però con una residua speranza, nonostante tutto, di altri giorni perfetti.

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