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Conversazioni intense
Senza informazioni sul contesto, come interpretate conversazioni intense in questa avvertenza?
L’aggettivo italiano intenso ha varie accezioni determinate dal contesto e dalle parole a cui è associato:
➜ se riferito a fenomeni, indica che si manifestano in modo particolarmente accentuato (ad es. freddo intenso, luce intensa, colore intenso);
➜ se riferito a sensazioni fisiche o sentimenti, indica che sono molto vivi, acuti o profondi (ad es. gioia intensa, sguardo intenso);
➜ se riferito ad attività, indica che sono svolte con molto impegno e concentrazione (ad es. lavoro intenso) o che caratterizzano per intensità un lasso di tempo (ad es. giornata intensa).
Parole primaverili inglesi: da twitch a tweet
Vignetta: Pat Bagley
Nella vignetta primaverile americana intitolata Segnali di speranza e rinnovamento ci sono tre sostantivi (e verbi corrispondenti) di origine onomatopeica, buzz, ronzio, baa / bɑː/, belato, e tweet, cinguettio.
C’è anche un ideofono, sproing, che riproduce il suono di qualcosa che scatta come una molla (in inglese spring, come anche la primavera, da spring of the leaf).
Hanno invece altre origini il verbo twitch, che indica una contrazione, uno spasmo o un movimento a scatti di una parte del corpo (come il naso del coniglio), e jab, iniezione (parola entrata solo recentemente nell’inglese americano da quello britannico).
Cos’è il deplatforming (di Trump, ma non solo)
Si sta discutendo molto della decisione dei principali social di bloccare i profili social di Donald Trump perché ha violato i termini di servizio (in alcun casi è una sospensione temporanea, in altri è una cancellazione permanente, come per Twitter).
Per descrivere questo oscuramento molti hanno fatto ricorso all’anglicismo deplatforming, ad esempio “Deplatforming” Trump: la giusta decisione di Facebook e Twitter di bloccare gli account del presidente uscente che chiarisce molti aspetti della vicenda.
Cosa significa deplatforming? La sezione Neologismi del Vocabolario Treccani ne dà una definizione molto chiara:
Il significato di ratioed spiegato dal tweet di Toti
Cuori, mascherine e traduzione
Nell’interfaccia web di Twitter viene associata automaticamente un’emoji (“hashflag”) ad alcuni hashtag promozionali o ad alta visibilità. Ora tra questi c’è un’intera serie plurilingue che invita all’uso della mascherina, sul modello dell’inglese #WearAMask.
E c’è anche una sorpresa: se si segnala il proprio Mi piace “cuorando” un tweet che contiene uno di questi hashtag, nel passaggio dal cuoricino vuoto a quello rosso
appare brevemente una faccina con la mascherina
.
#WearAMask in italiano
È una trovata simpatica che però si fa notare anche per alcuni aspetti linguistici.
Unioni forzate, per colpa dell’inglese!
Chi ha un profilo di Twitter ogni anno nell’anniversario della propria iscrizione riceve questo messaggio:
ll testo è lo stesso per ogni anniversario, da anni, e invita a postare un tweet con un messaggio predefinito che è una traduzione letterale dall’inglese:
Mi pare un esempio di localizzazione poco accurata, non solo perché la frase è formulata al maschile anche se rivolta a una donna ma anche per il calco sempre più diffuso join something ➝ unirsi a qualcosa.
Garofani per la #FestaDellaMamma
La seconda domenica di maggio in molti paesi del mondo ricorre la festa della mamma. Su Twitter ad alcuni hashtag per la giornata 2020 è associata automaticamente un’emoji (“hashflag”) che rappresenta un garofano:
Non succede per l’italiano ma solo per lingue di paesi dove è tradizione regalare garofani per questa ricorrenza, in particolare Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud (festa dei genitori).
Pensieri fugaci: da tweet a fleet
Fleet è il nome scelto per una nuova funzionalità di Twitter annunciata all’inizio di marzo 2020: è una breve comunicazione – testo o immagine – che scompare dopo 24 ore, come le storie di Instagram, Snapchat e altri social media.
I fleet non appaiono nella cronologia (timeline) ma vengono visualizzati selezionando l’immagine del profilo del loro autore, dove viene segnalata la loro presenza (esempio qui). L’unico modo per interagire con i fleet è con un messaggio diretto: non sono consentiti retweet, risposte o Mi piace.
Il curioso caso degli hashtag con errore
È risaputo che i tweet di Trump sono pieni di refusi: ricordate Giuseppi e covfefe? L’ultimo esempio è Caronavirus, che non è un banale errore di digitazione bensì di ortografia: le vocali a ed o sono troppo distanti sulla tastiera per essere invertite per sbaglio.
Variazioni in tema #coronavirus
È plausibile che Trump ignori come si scrive coronavirus, però potrebbe anche essere stato confuso dagli innumerevoli hashtag con refuso che in queste settimane sono stati di tendenza soppiantando il corretto #coronavirus (per chi non ha familiarità con Twitter: sono “di tendenza” gli argomenti di discussione più popolari che appaiono in evidenza in un’apposita sezione – cfr. Trend(ing) topics, nuove “tendenze”) .
Neologismi dei social: reactji (e lit)
Nell’interfaccia dei messaggi diretti di Twitter da qualche giorno c’è la possibilità di aggiungere una reazione predefinita scegliendola tra 7 emoji. Nella documentazione ufficiale la nuova opzione si chiama emoji reactions in inglese e reazioni in forma di emoji in italiano.
Non è una funzionalità innovativa: è presente da tempo su altre piattaforme, introdotta con le reazioni di Facebook nel 2016. C’è però un dettaglio linguistico che mi ha incuriosita.
È il nome alternativo informale che ho visto usare in inglese: reactji o reacji, parola macedonia formata da reaction+emoji che richiama altre parole già familiari come emoji, kaomoji, animoji e memoji.
Localizzazione: rocchetti e srotolamenti di fili
Con questo tweet Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha annunciato che sul social network non verranno più pubblicati annunci politici a pagamento:
Il tweet mi dà lo spunto per alcune considerazioni sulla riconoscibilità dei simboli in contesti e comunicazioni destinati a un pubblico globale.
Il dettaglio che ha attirato la mia attenzione è la scelta di usare l’emoji per marcare il primo tweet di una discussione, che nella terminologia italiana di Twitter è una serie di tweet concatenati inviati dalla stessa persona su un argomento per cui non sono sufficienti i 280 caratteri di un unico tweet.
è un uso simbolico facilmente comprensibile in inglese: la discussione di Twitter si chiama infatti thread, che è anche il nome dell’emoji e dell’oggetto che rappresenta.
Snitch tagging: gli spioni sui social
Da piccoli sicuramente abbiamo avuto a che fare con altri bambini che avevano la pessima abitudine di fare la spia a genitori, insegnanti e altri compagni di gioco.
Crescendo potrebbero essere diventati gli adulti che hanno un atteggiamento simile su Twitter e altri social: si premurano di allertare chi è oggetto di una conversazione o di una discussione ma non è stato menzionato (non è stato coinvolto direttamente con il suo identificativo @nomeutente).
Può essere il caso del subtweeting (uno o più tweet che discutono negativamente di qualcuno, lo criticano o gli lanciano frecciate, volutamente senza coinvolgerlo), oppure di commenti il cui autore non ha ritenuto necessario, opportuno o utile fare nomi.
Crowdturfing, hashjacking e altre attività malevole
Il crowdturfing è la pratica ingannevole di influenzare la reputazione di un prodotto o di un servizio ricorrendo a recensioni prodotte a pagamento: positive per acquisire visibilità e avvantaggiarsi, negative per mettere in cattiva luce la concorrenza.
Il termine crowdturfing, in circolazione da qualche anno, è una parola macedonia formata da crowdsourcing, il processo produttivo realizzato attraverso il coinvolgimento di persone online, e astroturfing, la pratica ingannevole di orchestrare una campagna marketing o di PR camuffandola in modo che appaia come consenso o commenti favorevoli spontanei (il nome deriva da AstroTurf, marchio di erba artificiale per gli stadi usato come antonimo sarcastico di grass roots, che riferito a movimenti, opinioni o attivismo vuol dire “della base”, “della gente”).
Twitter: operatori di ricerca (anche linguistica)
Twitter può essere uno strumento utile per ricavare indicazioni aggiornate sull’uso della lingua sui social e altre informazioni linguistiche. Nel lavoro terminologico, ad esempio, può aiutare a capire se un termine tecnico si sta diffondendo anche nell’uso comune o se è ancora usato solo tra addetti ai lavori.
Anche i traduttori di narrativa contemporanea potrebbero trovarlo utile, ad es. per ricerche veloci sulla diffusione e l’adozione di neologismi e colloquialismi e il loro contesto d’uso, da cui ricavare suggerimenti per ricerche più approfondite.
Capitan Trippa e Tontinelli: è “voldemorting”?
[ dis è un insulto, un’offesa – da disrespect ]
Il neologismo inglese voldemorting è stato descritto dalla linguista Gretchen McCulloch in Welcome to Voldemorting, the Ultimate SEO Dis (ottobre 2018).
È stato coniato per descrivere giochi di parole, nomi distorti, metafore o locuzioni varie, spesso creativi e divertenti, usati per alludere a personaggi famigerati senza chiamarli per nome e in modo che il riferimento sia palese per chi legge ma non venga riconosciuto dai sistemi di ricerca e dagli algoritmi che determinano a cosa dare rilevanza sui social.