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Uova e ovetti, non solo di Pasqua
Questa vignetta evidenzia una differenza tra uovo di Pasqua e Easter egg, due sintagmi non del tutto equivalenti.
In italiano l’accezione prevalente per uovo di Pasqua è di guscio di cioccolato, di varie grandezze, che racchiude al suo interno una sorpresa.
Anche in inglese l’uovo di cioccolato (senza sorpresa!) si chiama Easter egg, però il significato principale è un altro: è un vero uovo dipinto o decorato come da tradizione, oppure un ovetto di zucchero o cioccolato di aspetto e dimensioni simili.
Se gloglotta non è la Turchia!
Non uso quasi mai l’interfaccia web di Twitter ma volevo vedere che aspetto avessero le emoji più recenti e così mi è capitato di notare la descrizione italiana dell’emoji del tacchino, in inglese Turkey:
Errori come questo possono capitare se la localizzazione non è gestita professionalmente ma viene fatta in crowdsourcing, probabilmente senza verifica nel contesto delle stringhe tradotte, oppure se viene usata la traduzione automatica senza un post-editing adeguato.
10 anni di #hashtag!
Oggi si festeggiano 10 anni di hashtag perché il 23 agosto 2007 con questo tweet è nata l’idea di usarli su Twitter:
Ormai hashtag è anche una parola del lessico italiano che in poco tempo è uscita dall’ambito specifico dei social media e si è diffusa rapidamente in molti altri contesti, anche in senso figurato (ed è molto amata dai politici!).
Necrotweet: commemorazioni in 140 caratteri
Ieri ho scoperto la parola necrotweet, usata ironicamente per descrivere i tweet che commemorano la morte di un personaggio famoso, in questo caso Paolo Villaggio, e che spesso sono solo tentativi di sfruttare la notizia e i suoi hashtag per acquisire visibilità.
(via @fighen)
Trovo necrotweet una parola molto efficace e ho raccolto qualche dettaglio, ad es. le prime occorrenze risalgono al 2013, stesso periodo della creazione di un omonimo profilo di Twitter:
La differenza tra tweet storm e Twitter storm
Donald Trump, come molti politici, fa un grande uso di Twitter, anche nel cuore della notte. Ieri ad esempio si è scagliato contro gli esponenti del partito repubblicano (Grand Old Party): Trump unleashes angry tweetstorm against ‘disloyal’ GOP.
In inglese una serie di tweet mandati da una singola persona in rapida successione su un argomento specifico o rivolti a qualcuno in particolare è descritta come tweetstorm (tweet storm), una “tempesta” di tweet. È un’espressione ricorrente nei media americani in questo periodo.
Novità di Twitter, cosa succederà alle canoe?
Se usate Twitter sicuramente saprete già che ieri sono state annunciate alcune novità, sintetizzate in Twitter va oltre i 140 caratteri.
Nelle risposte (reply) a un tweet, ciascun nome utente (@username) non sottrarrà più caratteri ai 140 consentiti. Se però si aggiungono altri utenti con una menzione (mention), a quanto pare questi verranno invece conteggiati. Non si elimina quindi del tutto il problema delle “canoe”.
Trend(ing) topics, nuove “tendenze”
Sui social media gli argomenti che in uno specifico momento godono di maggiore popolarità si chiamano trending topics, in forma abbreviata TT.
Ho notato che in Italia molti li chiamano invece trend topics, probabilmente perché non hanno interpretato correttamente la locuzione inglese.
La parola trending in trending topic è un aggettivo. Deriva dal verbo trend, che ha come significato primario “tendere” nel senso di “volgersi in una direzione”, ma che ultimamente ha acquisito una nuova accezione, specifica del web, descritta nella definizione di Oxford Dictionaries:
Descrizioni delle emoji in Twitter
Chi usa l’interfaccia web di Twitter saprà che se si posiziona il puntatore su un’emoji viene visualizzata la sua descrizione (tooltip).
Nella versione italiana, tradotta dall’inglese, si notano inaccuratezze dovute alla localizzazione non professionale fatta in crowdsourcing: refusi, traduzioni che non tengono conto dell’aspetto delle emoji o del significato che viene loro attribuito in Italia, varie incongruenze.
Ad esempio, in queste descrizioni sono evidenti i falsi amici blue, confetti e diamond shape:
Queste descrizioni non sono molto visibili ma ho pensato di parlarne perché ci sono spunti spero utili per chi non ha molta familiarità con la localizzazione.
Twitter a cuor leggero
L’annuncio di Twitter sul cambiamento da Favorite ★ a Like ♥ per esprimere apprezzamento per un tweet si presta ad alcune considerazioni tipiche delle valutazioni di globalizzazione.
Il testo mi pare efficace per un pubblico americano ma forse non altrettanto adatto a un pubblico britannico o che appartiene a culture con modalità di comunicazione diverse:
La cultura americana privilegia modalità in cui le informazioni sono comunicate esplicitamente: questo annuncio dice senza giri di parole che l’interfaccia precedente poteva causare confusione ed è stata modificata nella certezza che questa sia la soluzione migliore per l’utente.
La risemantizzazione di twitter
Il sommario di questa notizia ha attirato la mia attenzione per due motivi: la struttura della frase e i twitter, che inizialmente ho interpretato come “chi usa Twitter”, per me un’accezione del tutto nuova. Poi però ho concluso che chi ha titolato intendeva invece i messaggi (tweet) e che la confusione era dovuta alla sintassi molto approssimativa.
L’ho capito perché ho già notato parecchie occorrenze di twitter (numerabile, iniziale minuscola) usato come sinonimo di tweet, un uso non convenzionale che si riscontra anche nei media. Esempi:
Tipi di #hashtag
Chi usa Twitter e altri social network può scegliere tra due tipi di hashtag: 1 hashtag con la funzione “classica” di parola chiave, usati per la categorizzazione dei messaggi e la ricerca per argomenti, ad es. #anglicismi, e 2 hashtag con una funzione “social(e)” di commento, spesso composti da più parole, come #muoiodalridere o #nonsenepuòpiù.
Sono chiamati 1 index hashtag e 2 commentary hashtag in uno studio americano che rileva alcune tendenze d’uso in Twitter, riassunte da There are Two Kinds of Hashtags. Mi pare valgano anche per l’italiano:
Anisomorfismo: handle
Vari media italiani hanno dato risalto a questo scambio di battute su Twitter tra Bill Clinton e @POTUS, il nuovo profilo ufficiale di Barack Obama:
Ho visto che una traduzione ricorrente per la frase the handle comes with the house è “la gestione dell’account è legata all’incarico”. Il senso non è sbagliato, ma forse chi ha tradotto ha confuso il sostantivo handle con il verbo handle, che può significare “gestire”.
I falsi positivi (e gli errori) di Twitter
Aggiornamento 16 ottobre 2014 – Il problema descritto qui sotto è stato risolto, ma ho dovuto telefonare alla sede europea di Twitter a Dublino per avere attenzione.
Da più di un mese per Twitter il mio blog è dannoso: non si possono aggiungere link nei tweet e se si cerca di accedere al blog dal mio profilo (@terminologia) appare questo avvertimento:
Nel sito del blog non c’è alcun file dannoso e non si rischia alcun tipo di phishing o di spam: si tratta di un falso positivo. È un problema che ho già avuto qualche settimana fa, quando due noti antivirus avevano rilevato presunti file sospetti, però era bastato contattarli perché rimuovessero subito il blog dalla loro lista nera (black list).
Subtweet → frecciate 2.0
Ieri i media hanno dato risalto a questo subtweet:
Riforme: dice Grillo che il nostro è un colpo di stato. Caro Beppe: si dice sole. Il tuo è un colpo di sole! #noalibi #sidicesole
— Matteo Renzi (@matteorenzi) July 25, 2014
Subtweet è un neologismo inglese che descrive un tweet che fa riferimento a un altro utente di Twitter senza però menzionarlo (o chiocciolarlo), e cioè senza includere il suo identificativo / nome utente (in inglese handle o username): nell’esempio Grillo anziché l’identificativo @beppe_grillo. In questo modo la persona oggetto del commento non riceve la notifica che c’è un tweet che la riguarda.