Post con tag “ortografia”
In inglese è corretto scrivere WOMENS?
Su Twitter un commento a questa foto, poi eliminata, ha scatenato una discussione sul presunto errore di grammatica WOMENS anziché women sull’insegna di un negozio italiano di Primark, azienda irlandese presente in tutta Europa.
Quello dell’insegna però non è un plurale errato di woman, come potrebbe sembrare, ma un esempio del cosiddetto genitivo sassone senza apostrofo, quindi una questione di ortografia e non di grammatica.
Fase 2 FAQ per italiani (con caro defunto)
Tweet del 2 maggio dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri:
Notizia dello stesso giorno sul sito del Ministero della Salute:
Anche i media hanno rilanciato la notizia usando l’anglicismo FAQ, nonostante il documento in questione abbia un altro titolo, “Fase 2” – Domande frequenti sulle misure adottate dal Governo. È un’incongruenza che penalizza la comunicazione e mostra scarsa attenzione agli interlocutori.
Il curioso caso degli hashtag con errore
È risaputo che i tweet di Trump sono pieni di refusi: ricordate Giuseppi e covfefe? L’ultimo esempio è Caronavirus, che non è un banale errore di digitazione bensì di ortografia: le vocali a ed o sono troppo distanti sulla tastiera per essere invertite per sbaglio.
Variazioni in tema #coronavirus
È plausibile che Trump ignori come si scrive coronavirus, però potrebbe anche essere stato confuso dagli innumerevoli hashtag con refuso che in queste settimane sono stati di tendenza soppiantando il corretto #coronavirus (per chi non ha familiarità con Twitter: sono “di tendenza” gli argomenti di discussione più popolari che appaiono in evidenza in un’apposita sezione – cfr. Trend(ing) topics, nuove “tendenze”) .
FUD, da paura!
Nel mondo della ristorazione veloce si notano spesso nomi di attività o eventi per i quali sono usate parole inglesi del lessico di base che, con intento spiritoso, vengono scritte come si pronunciano in italiano. È un esempio di assimilazione grafica già descritto in Da Halloween ad Allouìn.
Una parola ricorrente è FUD per food ma dubito che chi la usa sappia che in inglese FUD è un acronimo con un significato negativo preciso: sta per Fear, Uncertainty and Doubt.
FUD, dal marketing alla propaganda
Quando l’iniziale fa la differenza
In inglese esiste un nome per indicare le parole che hanno un significato diverso a seconda che vengano scritte con l’iniziale maiuscola (capital letter) o minuscola:
immagine: sketchplanations
La parola capitonym* (da capital con il suffisso –onym) indica una coppia di omonimi che sono omografi solo se appaiono a inizio frase o sono scritti interamente in MAIUSCOLE. Non mi pare che esista un nome corrispondente italiano.
Esempi in inglese
Alcuni esempi di capitonym che sono anche omofoni:
Consegniamo?
Correzione estemporanea su un manifesto affisso nell’ascensore di un supermercato (evidenziazione rossa mia):
La i di consegniamo è stata cancellata ed è stato aggiunto il commento “ignoranti”, ma ha sbagliato chi ha corretto.
Come tutti i verbi della prima coniugazione, anche i verbi con radice che termina in –gn /ɲ/, quali consegnare, bagnare, sognare, guadagnare, disegnare, vergognare, richiedono la i nella prima persona plurale dell’indicativo:
Trump, Giuseppi e le subdole -e
È stata fatta molta ironia sull’errore *Giuseppi in un tweet, poi eliminato e sostituito, scritto da Donald Trump sul presidente del consiglio italiano:
È risaputo che Trump fa spesso errori di ortografia, però in questo caso potrebbe essere stato influenzato dai molti italianismi dell’inglese americano che finiscono in –i e sono parole singolari, come panini, biscotti, zucchini, cannoli, pepperoni (plurale paninis, biscottis…).
Sillabazione: la sfuggente s impura
Oggi su Twitter si discute di sillabazione. Esempio:
Conosciamo tutti la regola ortografica che si imparava in prima elementare (ora scuola primaria): nella divisione in sillabe “la s va sempre a capo”. È quindi sbagliato dividere toscani in tos–ca-ni, l’unica forma corretta è to-sca-ni.
L’errore è però comprensibile: foneticamente, la s di toscani appartiene proprio alla prima sillaba della parola. Nello scritto va però unita alla sillaba seguente per rispettare la convenzione grafica di non dividere mai un gruppo formato da s + consonante:
L‘acquastronauta e l’acquagym
Una parola inglese che ho imparato recentemente è aquastronaut:
In italiano si può adottare un calco dell’inglese e descrivere Samantha Cristoforetti come acquastronauta, parola macedonia formata da acquanauta + astronauta.
Acquanauta potrebbe sembrare un neologismo e invece è una parola in uso dagli anni ‘60 per identificare chi fa esplorazioni sottomarine di profondità usando appositi scafi.
Regole per nomi spaziali globali
Per festeggiare i 100 anni dell’International Astronomical Association, l’organizzazione che assegna i nomi ai corpi celesti, è stato indetto il concorso internazionale Name ExoWorld. Consentirà al pubblico di 80 paesi, tra cui l’Italia, di dare un nome descrittivo ad altrettanti pianeti extrasolari (esopianeti) e alle stelle attorno a cui orbitano. I nuovi nomi verranno aggiunti alle denominazioni scientifiche alfanumeriche già assegnate.
Le regole per scegliere i nomi
Mi piace molto l’idea e sono sicura che gli appassionati di astronomia apprezzino molto. Il sito dell’Istituto Nazionale di Astrofisica fornisce tutte le informazioni necessarie in italiano, tra cui il regolamento che chiarisce dettagliatamente quali nomi sono consentiti e quali invece non sono ammessi.
Solo in Italia: “giorno di Election Day”
Che informazioni sulle conoscenze dell’inglese in Italia si possono ricavare da questa notizia, in particolare dalla frase è giorno di Election Day?
Election day in inglese
In inglese election day, con iniziali minuscole, vuol dire genericamente giornata di consultazione elettorale, quindi giorno in cui si vota (in inglese britannico polling day).
Negli Stati Uniti Election Day, con iniziali maiuscole, indica unicamente il martedì dopo il primo lunedì di novembre in cui si svolgono elezioni nazionali e statali: negli anni pari si vota per eleggere il presidente degli Stati Uniti (ogni 4 anni) e i parlamentari del Congresso (ogni 2 anni per la camera, ogni 6 per il senato), mentre negli anni dispari si eleggono governatori e parlamentari per i singoli stati.
Bufale linguistiche: il correttore “gender”
Alcuni media italiani hanno pubblicato una notizia linguistica fuorviante, costruita attorno a un unico dettaglio non rilevante per l’italiano e ingigantito ad effetto:
L’incongruenza tra titolo e sottotitolo dovrebbe far venire subito qualche dubbio sull’affidabilità della notizia: cosa c’entra la parola poliziotto con il cosiddetto “gender” e perché viene considerata discriminatoria?
La descrizione della nuova funzione non dà alcuna spiegazione e rafforza le perplessità:
Per identificare le lingue europee a colpo d’occhio
L’immagine qui sopra è il dettaglio da un diagramma di flusso di “Perpetual Stew” (Reddit), via eBook Friendly. Consente di distinguere le lingue europee con alfabeto latino in base a combinazioni di lettere e caratteri diacritici che sono usati o assenti nell’ortografia di ciascuna lingua.
L’ho trovato ingegnoso per il grande numero di lingue che contiene (una sessantina) e mi ha ricordato un documento per dieci lingue a cui avevo lavorato con alcuni colleghi anni fa a Dublino e destinato a irlandesi che si occupavano di impaginazione.
Raus! Nomi ibridi per repellenti ed esche
Mi incuriosiscono molto i prodotti con nomi insoliti, come alcuni disabituanti e repellenti che ho visto recentemente:
Tengono lontani animali di vario tipo grazie a sostanze che hanno odori a loro sgraditi ma che sono innocue per persone e ambiente. Nel sito del produttore ho scoperto che oltre a quelli fotografati ne esistono altri con nomi ibridi simili.
I nomi mi hanno colpita perché, a parte l’elemento ricorrente Raus, sono incongruenti sia per il tipo di parole che li compongono che per l’ordine in cui sono combinate. Esempi:
Raus Formiche | tedesco + italiano |
Rettil Raus | pseudoanglicismo + tedesco |
Animal Raus | inglese + tedesco |
Talpa Raus | italiano + tedesco |
Rat Raus Protex | inglese + tedesco + internazionalismo |
Luminaria con errore
Qualche giorno fa a Bologna è stata inaugurata un’installazione luminosa che fa omaggio a Lucio Dalla riproponendo le parole della sua canzone L’anno che verrà.
Ha però fatto discutere l’errore di ortografia *pò – poi corretto in po’ – come raccontano Bologna, le luminarie omaggiano Lucio Dalla (con refuso) e altri articoli.
In tutte le notizie appare una parola che mi è sempre piaciuta molto, luminaria, e che mi fa sorridere perché mi ricorda un’interpretazione fantasiosa del suo significato come “lumi in aria”, un esempio di rianalisi.