Cos’è il singular they e come si usa

tweet dell’American Dialect Society: The 2019 Word of the Year is “(my) pronouns,” and the Word of the Decade is gender-neutral singular “they.” #woty19

Mi ricollego a 10 parole dell’anno 2019 per aggiungere le scelte dell’American Dialect Society (ADS), a cui viene sempre dato molto risalto nei media di lingua inglese.

Gli elementi linguistici (“words”) considerati più significativi dall’ADS sono la locuzione (my) pronouns come parola dell’anno 2019 e l’uso “neutro” del pronome they come parola del decennio 2010-2019.

Sono scelte indicative di cambiamenti sociali importanti che riconoscono che alcune persone non si indentificano né nel genere maschile né in quello femminile (possono essere non binary, transgender, intersex ecc.) e che hanno ripercussioni anche nella lingua inglese con nuove opzioni lessicali e alcuni importanti cambiamenti grammaticali.

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Epifania con magi e meggings!

Un tweet per il giorno dell’Epifania con vari spunti linguistici:

tweet di Agnes Crawdford: Today is Epiphany, a public holiday in Italy which marks the end of the festive season. Here are three wise men in meggings from Ravenna.
(dettaglio di mosaico della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna)

I Re Magi in inglese

In inglese si fa riferimento ai Re Magi con nomi diversi: Three Wise Men, Three Kings e Magi. Come in italiano, possono essere scritti sia con le iniziali maiuscole che minuscole. 

In senso storico e biblico il sintagma wise man non va interpretato letteralmente come “uomo saggio” ma ha l’accezione di sacerdote che praticava astrologia, divinazione e arti magiche. 

La parola magi è peculiare perché la pronuncia della consonante g cambia dal singolare al plurale: magus /ˈmeɪɡəs/ vs magi /ˈmeɪʌɪ/, allo stesso modo di mago vs magi in italiano.

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Quando 2020 diventa “venti venti”

VentiVenti

Come si pronuncia l’anno nell’augurio BUON 2020?

Io dico “duemilaventima in questi giorni si sente spessissimo “venti venti” e sui social imperversa l’hashtag #VentiVenti, che si ritrova anche in altre lingue, ad es. #ZwanzigZwanzig in tedesco, #VeinteVeinte in spagnolo, #VingtVingt in francese, #TwintigTwintig in neerlandese.

È un calco palese dell’inglese twenty twenty, una convenzione per leggere gli anni nelle date scomponendoli in due numeri di due cifre che è motivata da questioni di lunghezza. L’ho descritta in Olimpiadi invernali 2026: prove di lettura.

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“scansioni, ultrasuoni, raggi x”

La settimana scorsa la cantante Madonna ha annunciato con un post su Instagram di aver dovuto interrompere un tour a causa di problemi di salute. Il testo è stato tradotto in italiano da un’agenzia di stampa e poi pubblicato tale e quale da vari media, a quanto pare senza alcuna verifica del contenuto. Esempio:

Voglio dire quanto sono profondamente dispiaciuta per tutti i miei fan per aver dovuto cancellare il mio ultimo spettacolo. Ho trascorso gli ultimi due giorni con i medici: scansioni, ultrasuoni, raggi x, frugando e sondando, in lacrime.

Il confronto con il testo originale conferma che la traduzione è inadeguata:
I spent the last two days with doctors
Scans, ultrasounds, Xrays
Poking and probing and more tears.

Chi ha tradotto deve essere una persona che gode di ottima salute: sembra infatti che non abbia alcuna familiarità con procedure mediche comuni, né in inglese né in italiano.

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Novità *con le interferenze dell’inglese

Testo: Le novità con il digitale terrestre, spiegate. Da dicembre si potrà chiedere il bonus per comprare una nuova tv, perché dal 2012 cambierà il metodo di ricezione dei canali.

La frase evidenziata, novità con il digitale terrestre, è un esempio di uso insolito della preposizione con, sempre più frequente in alcuni contesti giornalistici. Altro esempio: Novità con le maglie delle principali squadre di calcio.

Nel titolo, dopo novità ci si aspetta del o sul digitale terrestre o eventualmente per il digitale terrestre. Suppongo però che chi ha titolato abbia l’abitudine di leggere testi in inglese e ne abbia subito l’interferenza, in particolare di titoli del tipo what’s new with xyz. Alcuni esempi:

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Beverini e beveroni

foto con beverino per gatti, beverino per uccelli e beverino per cani

Beverino

Non ho animali e ho scoperto solo recentemente l’esistenza della parola beverino, che mi è subito piaciuta molto. È in uso dal XIX secolo e in origine indicava solo il contenitore per l’acqua che si mette nelle gabbie degli uccelli per farli bere, mentre ora si usa anche per altri tipi di abbeveratoi per animali domestici.

Ha origine dal verbo ora arcaico bevere (da cui derivano le forme regolari del verbo bere) con il suffisso alterativo ino che in questo caso non è un diminutivo ma ha una funzione strumentale: viene usato per identificare piccoli arnesi o attrezzi o parti di essi, come già descritto in Alternative al siberino. Si riconosce anche in un’altra accezione di beverino: la rete da caccia tesa sull’acqua per catturare gli uccelli che vanno a bere.

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Who…? Whom…?

vignetta con due vampiri, ciascuno con in mano un bicchiere pieno di liquido rosso. Uno chiede: WHO ARE YOU DRINKING?
vignetta: Moderately Confused

La mia insegnante di inglese del liceo non avrebbe sorriso per questa vignetta ma l’avrebbe segnata con la matita blu. Per lei era inammissibile che il pronome interrogativo who (“chi?”) venisse usato con funzione diversa dal soggetto e quindi avrebbe preteso che il vampiro dicesse Whom are you drinking?

Who o whom?

In realtà nell’inglese parlato contemporaneo whom è usato sempre più raramente, relegato ai registri formali dove è ancora la norma. È quindi del tutto corretto (e più comune) dire Who did she meet? Who are you going to call?* Who will Trump blame if there is a recession? Who is this present for? Who were you talking to? Who did he go out with?

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Come evitare i falsi amici (e le false offese)

immagine della finta carta di imbarco

Nel Regno Unito sono in corso indagini per identificare gli autori di immagini postate sui social prima della partita di calcio Swansea-Cardiff. Sono finte carte di imbarco con il nome di Emiliano Sala, giocatore morto a inizio anno in un incidente aereo durante il viaggio di trasferimento da Nantes a Cardiff.

Nella notizia riportata da un quotidiano italiano si nota un vistoso falso amico dovuto a una traduzione troppo letterale:

La polizia sta indagando sul caso per individuare il colpevole: «Collaboreremo a stretto contatto con Cardiff e Swansea per identificare la fonte. Vorremmo ricordare alle persone di non condividere quell’immagine per non commettere offese», le dichiarazioni delle forze dell’ordine inglesi.

Si può confrontare con la frase originale del comunicato della polizia gallese, qui citata dal quotidiano inglese The Guardian:

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Inglese farlocco: foodtelling

Esempi: 1 Foodtelling raccontare il cibo in modo efficace e coinvolgente; 2 Foodtelling: il racconto del cibo tra nuovi linguaggi e nuovi trend 3 Foodtelling d’autore: cibo cinema e letteratura, seminario di psicologia

Ho scoperto solo ieri l’esistenza del neologismo foodtelling, uno pseudoanglicismo che nell’ambito del marketing e della comunicazione sui social descrive “il racconto del cibo”.

È un esempio di inglese farlocco che funziona solo se non si conosce bene l’inglese. Il verbo tell nell’accezione di raccontare, senza specificare a chi ci si rivolge, richiede infatti un argomento diretto che deve essere un sostantivo che identifica il tipo di racconto o narrazione: story, tale, fable, joke, anecdote, legend, saga, parable, yarn…  

Esempio d’uso dal database lessicale DANTE:

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donne sole ≠ sole donne

Nell’immagine, un tweet della NASA e titolo e sottotitolo* di un quotidiano italiano sulla passeggiata spaziale delle due astronaute americane Christina Koch e Jessica Meir:

1 NASA: history was made as Astro_Jessica and Astro_Christina successfully completed the first All Woman Spacewalk!  2 Repubblica: È la prima volta nella storia che due donne si avventurano sole nello spazio.

Sarei curiosa di sapere se chi ha scritto la frase è la prima volta che due donne si avventurano sole nello spazio ha scelto consapevolmente le parole oppure non si rende conto che la posizione dell’aggettivo qualificativo solo all’interno di un sintagma ne condiziona il significato.

Donne sole

L’aggettivo solo ha varie accezioni. Se segue il sostantivo ha una funzione distintiva: qualcuno solo, che è solo o fa qualcosa solo  è qualcuno che è o agisce senza la presenza o la vicinanza di altre persone (opposto a chi invece ce l’ha).

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“a prova di Selfie”

Dettaglio di una pubblicità di un fondotinta italiano vista a una fermata dell’autobus:

testo: nuovo Instamoisture Foundation. Look impeccabile a prova di Selfie

La frase look impeccabile a prova di Selfie ha attirato la mia attenzione non solo per l’esempio di Maiuscolite ma anche perché pare implicare che farsi una foto possa in qualche modo rovinare il trucco.

A prova di x

La locuzione a prova di x significa infatti “capace di resistere agli effetti negativi di x, inattaccabile da x”, dove x è un fattore o un agente potenzialmente nocivo. Esempi: a prova di fiamma, a prova di fuoco, a prova d’urto, a prova di freddo.

Il modello originale è a prova di bomba, espressione in uso già dal XIX secolo in contesti difensivi che in seguito ha assunto anche il significato figurato di “del tutto sicuro, indistruttibile” (ad es. amicizia a prova di bomba).

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Daspare, un verbo per tifosi violenti

La Roma daspa il tifoso, il premier Conte: “Fuori a vita chi insulta”. Insulti razzisti a Jesus, il Premier appoggia la Roma che ha daspato a vita il personaggio

Fino a qualche giorno fa ignoravo l’esistenza del verbo daspare, “sanzionare con un daspo”, la misura di prevenzione che vieta l’accesso a stadi e altri luoghi di manifestazioni sportive a soggetti che hanno dimostrato comportamenti violenti.

Non si tratta però di un neologismo recente: il Vocabolario Devoto-Oli fa risalire la prima occorrenza del verbo al 2011. In contemporanea è apparso anche il sostantivo daspato (esempio: incontro tra i daspati e gli avvocati difensori).   

Neoformazioni deacronimiche

Daspare è una parola ben formata, del tutto compatibile con le strutture morfologiche dell’italiano. L’aspetto che la rende interessante è che deriva da un acronimo (daspoDivieto di Accedere a manifestazioni SPOrtive).

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Consegniamo?

Correzione estemporanea su un manifesto affisso nell’ascensore di un supermercato (evidenziazione rossa mia):

CONSEGNIAMO LA SPESA

La i di consegniamo è stata cancellata ed è stato aggiunto il commento “ignoranti”, ma ha sbagliato chi ha corretto.

Come tutti i verbi della prima coniugazione, anche i verbi con radice che termina in –gn /ɲ/, quali consegnare, bagnare, sognare, guadagnare, disegnare, vergognare, richiedono la i nella prima persona plurale dell’indicativo:

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Un eufemistico fenicottero al parlamento inglese

A Londra, scene caotiche nella Camera dei comuni per la sospensione dei lavori parlamentari imposta dal primo ministro Boris Johnson nel settembre 2019 (cfr. Queen’s Speech).

In particolare, è diventate virale una frase che lo Speaker John Bercow – quello di Order! Order! – ha rivolto al deputato conservatore Graham Stuart che lo interrompeva: I could not give a flying flamingo what your view is, che nel video si può ascoltare dal minuto 0:56. 

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“I want tubì…”

immagine di bancomat colorato con la scritta “I want tubì”logo  I WANT TUBÌ

Sarei curiosa di sapere qual è il processo creativo che genera nomi commerciali come I WANT TUBÌ, un conto di UBI Banca rivolto a ragazzi dai 13 ai 17 anni con il messaggio promozionale “ti dà tutto ciò che ti serve per esprimere al meglio il tuo mondo e la tua voglia di crescere”.

Il gioco di parole ibrido to betubì è facilmente riconoscibile ma non mi pare una grande idea storpiare il nome di un marchio, qui spostando l’accento della parola UBI dalla prima alla seconda sillaba, e ancora meno ricorrere a una frase sgrammaticata.

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