Le figure voluttuose di Botero

In varie notizie sulla scomparsa dell’artista colombiano Fernando Botero è ricorrente l’aggettivo voluttuoso. Esempi:

Immagine di quadro di Botero e titoli sulla sua scomparsa: 1 È morto Fernando Botero, l’artista colombiano dalle figure voluttuose; 2 L’artista colombiano Fernando Botero, famoso per le sue opere caratterizzate da figure voluttuose e colori vibranti, è deceduto all’età di 91 anni; 3 Famoso per le sue figure dalle forme voluttuose, Botero è stato uno degli artisti latino-americani più famosi del XX secolo

L’aggettivo voluttuoso significa “portato a godere i piaceri del sesso” (ad es. donna voluttuosa) o “che rivela sensualità” (ad es. labbra voluttuose, sguardo voluttuoso). È davvero la caratteristica che distingue e rende unico lo stile di Botero?

No, si tratta delle solite traduzioni frettolose dall’inglese.

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Let’s Marche? 🤔

Dopo VeryBello e Open to Meraviglia, una nuova campagna turistica istituzionale che ricorre a uno slogan ibrido in parte inglese e in parte italiano:

logo LET’S MARCHE! IN ITALY, OF COURSE

Let’s Marche! è “il nuovo slogan che accompagnerà la Regione Marche in tutte le sue attività di promozione turistica e internazionalizzazione in Italia e all’estero”. Non mi sembra però una scelta del tutto azzeccata, perlomeno non da un punto di vista linguistico.

In inglese la costruzione let’s si usa per esprimere un suggerimento o una richiesta che riguarda il parlante e una o più altre persone ma, a quanto pare, chi ha ideato lo slogan non ha considerato che deve essere seguita da un verbo. Marche invece è un sostantivo e quindi la frase risulta agrammaticale.

Inoltre, in inglese la regione italiana è nota come the Marche, the Marche region o Le Marche. Senza articolo, Marche è il nome di una delle antiche province della Francia. La scelta di inglobare l’articolo le all’interno di  let’s , operando una risegmentazione arbitraria di let, non mi pare immediatamente riconoscibile al di fuori di un contesto italiano. 

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Doppioni da bere: gli aperitivi inglesi

Immagine che illustra WORLD APERITIVO DAY con scritta “World Aperitivo Day e Aperitivo Festival dal 26 al 28 maggio”

Proliferano le giornate mondiali di ogni genere e ho scoperto che il 26 maggio è stato il World Aperitivo Day, che di mondiale però ha ben poco: a quanto pare si festeggia solo a Milano! Anche le locuzioni correlate Aperitivo Festival, Aperitivo Experience e Aperitivo Masterclass possono apparire come esempi di nomi ibridi tipici dell’inglese farlocco milanese.

In realtà la parola italiana aperitivo (plurale aperitivi o aperitivos) è effettivamente usata in inglese con il senso specifico di bevanda alcolica italiana bevuta come aperitivo, tipicamente in un locale italiano o in Italia (cfr. aperitivo hour, aperitivo time ecc.).

Doppioni inglesi

In inglese l’italianismo aperitivo coesiste con le parole aperitif (o apéritif), francesismo dal significato più ampio, che indica qualsiasi bevanda alcolica bevuta prima di un pasto per stimolare l’appetito, e aperitive (o aperient) che invece significa lassativo (falso amico!).

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300 falsi amici

word cloud dii falsi amici

Il mio Elenco di falsi amici, in continuo aggiornamento, ormai ha raggiunto i 300 esempi.

Include non solo i classici falsi amici, le coppie di parole appartenenti a lingue diverse che sono uguali o molto simili nella forma ma differenti nel significato, come compass e compasso, ma anche pseudoprestiti (detti anche falsi prestiti o, nel caso specifico dell’inglese, pseudoanglicismi o falsi anglicismi), parole che hanno l’aspetto di un prestito ma che nella lingua di origine hanno un altro significato o addirittura non esistono, come stender.

Forestierismi e falsi amici

In questi giorni si discute molto di anglicismi per via della proposta di legge per la tutela dell’italiano e dell’idea che propugna che i “foresterismi [sic] eccessivi” “immiseriscono e mortificano” e “rischiano di portare a un collasso dell’uso della lingua italiana fino alla sua progressiva scomparsa”.

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Cognomi, soprannomi e pseudonimi (e whisky!)

Titolo impreciso di noto quotidiano sull’incriminazione di Donald Trump per un pagamento illecito all’attrice di film porno nota come Stormy Daniels:

titolo: Stormy Daniels, ritratto di una ex pornostar cresciuta in una famiglia difficile e con un soprannome preso da un Whiskey
(via @fedesettetre e @tazebaoh)

A quanto pare chi ha scritto il titolo ha tradotto dall’inglese e ha frainteso il significato della parola surname (sinonimo di last name, second name o family name), che è il cognome, e ha pensato significasse soprannome, che è l’appellativo attribuito da altri a una persona.

Stormy Daniels invece è uno pseudonimo o, nel caso più specifico di chi opera nel mondo dello spettacolo, un nome d’arte. È un nome fittizio scelto dalla persona stessa, che vi ricorre per avere un nome memorabile, più originale o che si ricorda più facilmente, oppure per altri motivi, ad es. per proteggere la propria identità.

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Doppi falsi amici: i “trans lunatici”

Notizia di agenzia, ripresa da varie testate, sulle reazioni all’ennesima sparatoria di massa negli Stati Uniti, stavolta a opera di una persona transgender:

Titolo ANSA: “Donald Trump Jr, invece che di armi parliamo di trans lunatici. L’intervento sulla sparatoria di Nashville, la destra lo segue”

Ho evidenziato due falsi amici riconoscibili anche senza disporre del testo originale, che in questo caso è un tweet con informazioni fuorvianti di un figlio di Donald Trump:

tweet di Donald Trump Jr: “Given the incredible rise of trans/non-binary mass shooters in the last few years… by far the largest group committing as a percentage of population… maybe, rather than talking about guns we should be talking about lunatics pushing their gender affirming bullshit on our kids?”

Lunatic ≠ lunatico

Chi ha tradotto lunatics con lunatici probabilmente non ha alcuna familiarità con il concetto di falsi amici, tra i cui esempi più tipici c’è spesso proprio questa coppia di aggettivi e sostantivi:

  • in inglese la parola lunatic è connotata negativamente, significa pazzo, malato di mente, e spesso implica un comportamento aggressivo o pericoloso: due collocazioni frequenti sono dangerous lunatic e criminal lunatic

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Bonaccini, magnanimo, concede la vittoria a Schlein. O no?

Alcuni titoli apparsi qualche ora dopo la conclusione delle primarie dei PD del 26 febbraio 2023:

Esempi di titoli: 1 PD, Stefano Bonaccini concede la vittoria a Elly Schlein: “Le ho fatto i complimenti”; 2 Primarie PD, Schlein conquista la leadership del partito succedendo a Letta come Segretario. Lo sfidante Bonaccini le concede la vittoria; 3 Elly Schlein è la nuova segretaria del PD. Già all’80% dello spoglio Bonaccini le concede la vittoria; 4 Primarie PD, Bonaccini concede la vittoria a Schlein: Un milione alle urne.

A giudicare dalle parole evidenziate, si direbbe che Stefano Bonaccini, gran signore, con degnazione indulgente abbia acconsentito che Elly Schlein diventi la nuova segretaria del PD.

In italiano concedere qualcosa [a qualcuno] significa accordare dando il proprio formale assenso, autorizzare, elargire, dare come favore o per magnanimità o benevolenza, ad es. rivolgendosi a subalterni. Bonaccini non ha però alcuna carica all’interno del partito che gli dia queste prerogative, tantomeno gli spettano per anzianità o in quanto uomo, e infatti si è limitato ad ammettere la propria sconfitta e a riconoscere la vittoria dell’avversaria.

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“Bregretful”, ma senza sentimento

Infografica, interattiva nel sito britain.unherd.com/, che mostra una carta della Gran Bretagna con i collegi elettorali in base ai risultati del sondaggio “Britain was wrong to leave the EU. Agree or disagree?”

A tre anni esatti dal Brexit Day (31 gennaio 2020) nel Regno Unito fa discutere un sondaggio che ha rilevato che la maggioranza dei cittadini di Inghilterra, Galles e Scozia ritiene che sia stato un errore uscire dall’Unione Europea.

Bregretful

Nell’immagine sono evidenziati i collegi elettorali (constituency) che sono most / least Bregretful, e cioè che manifestano in maggiore o minore misura rammarico (regret) per la Brexit.

Bregretful è un aggettivo informale del lessico giornalistico e dei social, derivato dal sostantivo Bregret (Brexit + regret) con l’aggiunta del suffisso denominale –ful (“caratterizzato da”). Entrambe le parole sono in circolazione dai giorni successivi al fatidico referendum del 23 giugno 2016

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I falsi amici del “goblin mode”


Immagine che illustra “goblin mode” con persona trasandata che guarda il telefono in letto sfatto, circondata da avanzi di cibo e sporcizia. Ttoli: 1 Oxford Dictionaries names “goblin mode” its word of the year: 2 Goblin mode è la parola dell’anno per Oxford English Dictionary; 3 Goblin mode: la moda del fare schifo è la parola dell’anno

Con varie imprecisioni anche i media italiani hanno riportato la notizia che per la casa editrice britannica Oxford University Press la parola dell’anno 2022 per il mondo anglofono è goblin mode, come descritto in Oxford Word of the Year 2022.

definizione da OUP: ‘Goblin mode’ – a slang term, often used in the expressions ‘in goblin mode’ or ‘to go goblin mode’ – is ‘a type of behaviour which is unapologetically self-indulgent, lazy, slovenly, or greedy, typically in a way that rejects social norms or expectations.’

Goblin mode è un’espressione molto informale che ricorre all’uso figurato colloquiale della parola goblin: una persona asociale, inselvatichita, inzotichita, un orso. Non va quindi interpretata letteralmente nell’accezione familiare agli appassionati del genere fantasy per i quali il goblin è una creatura umanoide grottesca, dall’aspetto mostruoso e da modi e atteggiamenti come minimo sgradevoli.

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L’italico dispensatore

Alcuni titoli del 9 novembre 2022:

Immagine di erogatore di gel igienizzante e titoli: 1 Rampelli: “Non si dice dispenser ma dispensatore”, la nuova crociata linguistica di FdI; 2 Rampelli, orgoglio tricolore: “Dispenser? No, dispensatore: qua si parla italiano”; 3 Rampelli: Dal dispenser al “dispensatore”, battaglia su uso dell'italiano anziché l'inglese

Qualche giorno fa mi chiedevo se con il nuovo governo sarebbe tornata in auge la difesa della lingua italiana dalla presunta minaccia degli anglicismi, e ho già una prima risposta.

Ieri il Vicepresidente della Camera Fabio Rampelli ha usato la parola dispenser, per poi correggersi specificando che per dispenser si intende dispensatore. Ha quindi pubblicato un tweet con il video del suo intervento, e così ha scatenato innumerevoli commenti.

Testo di tweet di Fabio Rampelli: “Alla Camera dei deputati italiana si parla #italiano. Prosegue la battaglia sull’utilizzo della nostra lingua al posto dell’inglese. Non si capisce perché il dispensatore di liquido igienizzante per le mani debba essere chiamato ‘dispenser’.

Un suggerimento per l’onorevole: scelga più accuratamente le parole da ostracizzare e acquisisca conoscenze lessicali più specifiche, altrimenti risulterà poco credibile.

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Punto stampa: presidenti a confronto

Dal sito del Governo Italiano, un comunicato che ha avuto parecchia visibilità perché evidenzia questioni di genere grammaticale di cui si discute da tempo:

Immagine del comunicato del 3 novembre 2022 dal sito del Governo Italiano – Presidenza del Consiglio dei Ministri. Titolo: “Il Presidente Meloni incontra i vertici delle Istituzioni europee a Bruxelles”. Testo: “Il Presidente Giorgia Meloni ha incontrato a Bruxelles la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Al termine ha tenuto un punto stampa.”
(evidenziazioni mie)

Com’è stato ampiamente riportato, Giorgia Meloni ha dato indicazioni anche ufficiali per essere chiamata il Presidente del Consiglio, al maschile, una scelta connotata ideologicamente che viene motivata affermando che si tratta del nome del ruolo istituzionale e non di un riferimento alla singola persona.

Probabilmente non ne ha tenuto conto chi ha redatto il comunicato e ha scelto di usare genericamente il Presidente, senza ulteriori specificazioni e in contrasto con gli appellativi delle altre persone citate, perché così viene a cadere la principale giustificazione per l’uso del maschile per una donna.

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Parole inglesi da paura: ghoul


Vignetta: Patrick Blower

Una parola inglese in tema con Halloween è ghoul /ɡuːl/, lo spirito maligno che saccheggia le tombe per cibarsi dei cadaveri. È una parola usata anche nelle traduzioni italiane di romanzi fantasy e manga come Tokyo Ghoul e nei doppiaggi. 

Nell’uso contemporaneo si può descrivere come ghoul anche chi ha un interesse morboso* per tutto ciò che è ripugnante o ha a che fare con morte, disastri e sofferenza altrui, e più in generale anche per persone maligne e perverse che si compiacciono per azioni e comportamenti odiosi (cfr. mostro in italiano).

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Falsi amici dietro al podio

Al suo esordio il nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak ha fatto le dichiarazioni di rito davanti al numero 10 di Downing Street, come chi l’ha preceduto, e c’è chi ha notato qualche differenza:

Stessa foto davanti a Downing Street degli ultimi 6 primi ministri del Regno Unito, ciascuno con un leggio diverso, con il commento“uk single handedly keeping the podium industry afloat, 6 designs since 2010”

Questa battuta sul Regno Unito che da solo tiene in piedi (“a galla”) la podium industry mi dà lo spunto per evidenziare un potenziale falso amico.

In inglese si chiama podium non solo il podio (palco per oratori, piattaforma per direttori di orchestra, struttura a tre livelli per premiazioni ecc.) ma anche il leggìo. Chi non conosce la differenza rischia di produrre traduzioni inadeguate come “in piedi dietro al podio, intento a tenere un discorso, che evoca tutt’altra immagine.

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Curiosità sulle curiosità

In Piazza Castello a Milano ci sono dei pannelli che illustrano la riqualificazione degli spazi verdi e invitano a sperimentare la Digital Experience con l’app SmartPark Experience.

Questi nomi in tipico itanglese milanese sono anche una conferma che l’abuso di anglicismi è spesso inversamente proporzionale alla conoscenza dell’inglese, perlomeno a giudicare da alcune traduzioni inadeguate viste sui pannelli, come questa (sottolineature mie):

Foto di dettaglio del pannello con scritta in italiano “Scopri le curiosità sulla nuova piazza” e in inglese “Discover the curiosity about the square”

Ho scelto questo esempio perché mette in evidenza l’anisomorfismo delle parole curiosità in italiano e curiosity in inglese: non c’è piena corrispondenza di tutte le accezioni.

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Gli anomali front runner in corsa in politica

Un tormentone lessicale delle cronache politiche dell’estate 2022 è front runner, ricorrente dopo una dichiarazione del presidente segretario del PD del 26 luglio: 

Notizia del 26 luglio: “Derubrichiamo questa assurda discussione della premiership ma, se serve, assumo il ruolo di front-runner della nostra campagna elettorale, questa responsabilità, con la massima determinazione”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, nella relazione alla direzione nazionale, in corso alla Camera.

Chi ha familiarità con il significato di front runner in inglese avrà trovato insolito che un politico possa attribuirsi un tale ruolo. Le perplessità aumentano se si osserva l’uso che ne stanno facendo media e politici italiani.

Alcuni esempi di agosto 2022:

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