Post con tag “emoji”
Emoji: la melanzana e altre verdure
The Guardian ieri ha dedicato un articolo alle emoji con varie considerazioni sui criteri di inclusione nello standard Unicode.
Immancabile l’esempio della melanzana, una vera e propria ossessione nel mondo anglofono: è tra le emoji più usate negli Stati Uniti, è stata votata emoji dell’anno 2015 dall’American Dialect Society e ormai ha un significato quasi esclusivamente metaforico (simbolo fallico). Non stupisce che un noto esperto americano di emoji ironizzi che
non rappresenta più la verdura (eggplant):
“Dacci un segno” a Radio3 Scienza
Mi è piaciuto molto l’intervento a Radio3 Scienza (“Dacci un segno”) dell’archeologo Davide Domenici, che ha discusso una classificazione recente dei simboli astratti ricorrenti nell’arte rupestre europea, presentati superficialmente da alcuni media come prima forma di scrittura.
Con esempi molto efficaci Domenici ha chiarito le differenze tra sistema grafico di comunicazione e sistema di scrittura (nella definizione classica, rappresentazione sistematica di un linguaggio parlato che deve consentire di riprodurre un messaggio in modo esatto anche in assenza di chi l’ha scritto) e ha evidenziato vantaggi e svantaggi di scrittura logografica e di scrittura fonetica.
Nuove emoji, per palati soprattutto americani?
Faccio fatica a capire la grande passione americana per il bacon, da tempo una costante della cultura popolare, soprattutto online. Esistono prodotti aromatizzati al bacon di ogni genere (sapone, cioccolata e dolciumi vari, filo interdentale, biancheria intima, deodoranti per ambienti…) e c’è anche una voce di Wikipedia, Bacon mania.
Quando ho visto che tra le nuove emoji di Unicode 9.0 c’era anche quella del bacon, ho subito pensato che la richiesta di aggiungerla fosse di origine americana.
Palindromedario, con anisomorfismo
In questa vignetta di Rhymes with Orange padre e figlio osservano un “palindromedario” prima di passare all’onomatopea del serpente a sonagli (in inglese rattle imita il sonaglio).
La vignetta mi ha colpita non tanto per il gioco di parole ma per un altro dettaglio: il palindromedario ha due gobbe ma me ne sarei aspettata una.
In italiano infatti distinguiamo sempre tra cammelli e dromedari mentre in inglese viene chiamato camel sia Camelus dromedarius (una gobba, Arabian camel o dromedary camel) che Camelus bactrianus (due gobbe, Bactrian camel). Un esempio tipico si può vedere sui pacchetti delle sigarette americane CAMEL, illustrati con un dromedario:
Emoji al volante, sintassi importante!
Il 17 luglio era la giornata mondiale delle emoji. Come prevedibile, diversi marchi hanno sfruttato l’occasione per promuovere la propria immagine o i propri prodotti.
Mi ha colpita la campagna di Ford Italia con hashtag #DontEmojiAndDrive e il messaggio
Don’t and
(don’t text and drive / non messaggiare e guidare)
Era completato da una stessa emoji ripetuta (a seconda del messaggio, ambulanza, faccina con testa fasciata, poliziotto o teschio).
L’altro messaggio che ha attirato la mia attenzione è di una società di auto a noleggio:
Messaggio da Juno, un po’ acrostico
Avete già visto il doodle di Google per festeggiare l’entrata nell’orbita di Giove della sonda Juno? È in tema con il post di ieri sulle emoji, qui usate come lingua di comunicazione:
Sarei curiosa di sapere se il messaggio risulta davvero globale: per me sono ovvi 1 congratulazioni e 2 festeggiamenti ma non sono del tutto sicura se 3 simboleggia “evento da immortalare” o forse altro?
Emoji, tra segni, gesti e sistemi di scrittura
Se vi incuriosiscono le emoji e l’impatto che possono avere su lingua e comunicazione, vi suggerisco di leggere A Linguist Explains Emoji and What Language Death Actually Looks Like di Gretchen McCulloch.
McCulloch prende spunto dall’affermazione che le emoji saranno la rovina dell’inglese, frequente sui media e sui social anglofoni, e la smentisce con esempi molto efficaci.
Chiarisce innanzitutto la differenza tra lingua e linguaggio, due concetti che in inglese sono espressi dalla stessa parola, language, e dimostra che le emoji non sono in grado di comunicare sistematicamente concetti astratti come invece una lingua e quindi sono inadeguate a diventare un sistema linguistico alternativo.
Curiosando tra le nuove emoji di Unicode 9.0
Il 21 giugno verrà rilasciata la versione 9.0 di Unicode, lo standard di codifica dei caratteri della maggior parte dei sistemi di scrittura. Include anche 72 nuove emoji.
Bisognerà aspettare gli aggiornamenti di sistemi operativi e piattaforme per vedere le differenze grafiche nelle diverse implementazioni. Intanto Emojipedia ha creato un video con le nuove emoji nello stile usato da Apple (simile a quello di WhatsApp).
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Aspetti culturali
Come già osservato in Un’emoji parola dell’anno 2015, succede spesso che alla stessa emoji vengano attribuiti significati diversi e siano associate preferenze e modalità d’uso che dipendono non solo dal dispositivo o dall’app ma anche da fattori culturali legati a lingua e paese.
Fraintendimenti emojionali
Sarà capitato anche a voi di ricevere un messaggio con un’emoji-faccina e di rimanere un po’ perplessi sulla scelta del vostro interlocutore.
Succede ad esempio se si usa l’emoji descritta come grinning face with smiling eyes, rappresentata in modo diverso in sistemi diversi: ne avevo discusso in Un’emoji parola dell’anno 2015 e commenti, con altri esempi.
Le mie osservazioni hanno trovato conferma in uno studio appena uscito, riassunto in Investigating the Potential for Miscommunication Using Emoji, che ha confrontato il potenziale fraintendimento delle stesse emoji in diverse piattaforme per smartphone.
Facebook: reazioni internazionali
Facebook ha introdotto alcune nuove funzioni che si aggiungono al pulsante Mi piace (Like) per interagire in modo più specifico con i contenuti altrui. Nella versione italiana si chiamano reazioni ma nelle discussioni prevale il nome inglese reactions, chissà perché.
Se si confrontano in nomi delle reazioni nelle principali lingue europee, si possono notare scelte diverse di localizzazione:
reazione | inglese | italiano | spagnolo | francese | tedesco |
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Like | Mi piace | Me gusta | J’aime | Gefällt mir |
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Love | Love | Me encanta | J’adore | Love |
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Haha | Ahah | Me divierte | Haha | Haha |
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Wow | Wow | Me asombra | Wouah | Wow |
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Sad | Sigh | Me entristece | Triste | Traurig |
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Angry | Grrr | Me enfada (E) Me enoja (int.) |
Grrr | Wütend |
Quasi tutte le lingue usano un insolito mix di forme verbali, aggettivi e ideofoni, con l’eccezione dello spagnolo che mostra scelte formalmente più coerenti.
Emoji in italiano
#emojitaliano
Mi piace molto #emojitaliano, un nuovo progetto di Francesca Chiusaroli per Scritture Brevi (febbraio 2016). Formerà un dizionario italiano delle emoji ed è aperto al contributo di tutti, con tweet per i quali è suggerito questo formato:
[ emoji: parola italiana, parte del discorso, esempio d’uso, #emojitaliano #scritturebrevi ]
Descrizioni delle emoji in Twitter
Nell’interfaccia web di Twitter se si posiziona il puntatore su un’emoji
viene veniva visualizzata la sua descrizione (tooltip).
Nella versione italiana, tradotta dall’inglese, si notano inaccuratezze dovute alla localizzazione non professionale fatta in crowdsourcing: refusi, traduzioni che non tengono conto dell’aspetto delle emoji o del significato che viene loro attribuito in Italia, varie incongruenze.
Ad esempio, in queste descrizioni sono evidenti i falsi amici blue, confetti e diamond shape:
Queste descrizioni non sono molto visibili ma ho pensato di parlarne perché ci sono spunti spero utili per chi non ha molta familiarità con la localizzazione.
Emoji nuova lingua?
Come prevedibile, la scelta di un’emoji come parola dell’anno di Oxford Dictionaries ha suscitato anche parecchie reazioni negative (non è una parola, è la conferma del degrado della lingua…) che mi hanno fatto pensare a questa striscia di Zits:
Siamo davvero spacciati? Non credo. 😉
Mi hanno anche ricordato che ora è disponibile la registrazione dell’intervista che mi aveva fatto Massimo Persotti di Il Salvalingua lo scorso giugno per Roma Ore 10, programma di Francesco Vergovich di Tele Radio Più.
Dopo una breve introduzione in cui avevo spiegato cosa fa un terminologo, avevamo discusso le differenze tra emoticon ed emoji e perché le emoji non possono essere considerate una nuova lingua. Avevo anche sottolineato la differenza tra lingua e linguaggio e fatto riferimento a Blissymbolics, un sistema di scrittura ideografico del secolo scorso che stranamente non viene mai citato nel dibattito sulle emoji come potenziale nuovo linguaggio universale.
Un’emoji parola dell’anno 2015
È di nuovo la stagione delle parole dell’anno, in inglese WOTY (word of the year) e ieri Oxford Dictionaries ha annunciato di aver scelto un’emoji.
È una decisione interessante e non così azzardata se si pensa al triangolo semiotico: i concetti sono rappresentati da segni, quindi non solo parole e termini ma anche simboli e icone, tra cui emoticon ed emoji.
Tra tutte le emoji, Oxford Dictionaries ha scelto quella che nel 2015 è stata la più usata al mondo, ufficialmente nota come face with tears of joy. Per essere più precisi, andrebbe chiarito che è stata scelta la rappresentazione di Apple e WhatsApp, che non coincide con quella di altri dispositivi, app, sistemi operativi o produttori, come mostrano alcuni esempi dalla tabella Full Emoji Data di Unicode: