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“Se lo dice il dizionario…”
“Se lo dice il dizionario…” L’utente tra i dizionari dell’uso e le nuove risorse digitali è un articolo che ho scritto per il Portale Treccani.
Nella prima parte ho descritto alcune percezioni errate legate ai dizionari dell’uso, che descrivono il lessico contemporaneo ma non “approvano” o “certificano” i neologismi e non consentono diagnosi sullo stato di salute di una lingua.
Nella seconda parte ho identificato alcune alternative ai dizionari tradizionali, come ad es. i dizionari collaborativi e le raccolte di dati lessicali ottenute con progetti in crowdsourcing. Ho evidenziato le caratteristiche innovative ma anche alcuni punti deboli che rendono necessaria cautela nella consultazione.
Questioni di lessico sui media italiani
L’immagine mostra titolo, sottotitolo e incipit di una notizia linguistica apparsa di recente su un noto quotidiano.
Senza procedere nella lettura, provate a riflettere sulle informazioni che ricavate sulla parola in discussione e sul dizionario in cui appare. Vi è del tutto chiaro di che lingua si tratta e in che contesto vengono usate le parole tra virgolette, oppure rilevate qualche ambiguità?
Turofilo e altre parole curiose
Un turofilo è un amante o un esperto di formaggio (dal greco τυρός). Ho imparato la parola nella sua versione inglese, turophile, in The Dictionary of Difficult Words, scritto dalla lessicografa americana Jane Solomon e illustrato da Louise Lockhart.
È un libro per bambini, con definizioni sintetiche e molto chiare, ma è divertente anche per adulti appassionati di parole e sicuramente un bel regalo per ragazzini italiani interessati all’inglese.
Cosa si può evacuare? Ce lo dice DANTE
Alcuni esempi d’uso del verbo evacuare in titoli di notizie:
► Alluvioni, in Iran evacuati 70 villaggi
► Cinisello, incendio sul tetto: evacuato un palazzo
► Nave Viking Sky: ancora 1000 persone da evacuare
► Norvegia, nave arriva in porto e passeggeri evacuati
► Emergenza incendi in Piemonte 30 evacuati
► Fumo aeroporto Ciampino a Roma: passeggeri evacuati
Si può notare che il verbo evacuare (dal latino evacuāre, da ex– e văcuus, vuoto) è stato usato con due accezioni diverse:
A) sgomberare luoghi
B) portare in salvo persone
L’accezione B) è però ritenuta impropria in italiano, anche in riferimento all’etimologia.
Bufale linguistiche: l’approvazione dei neologismi
Notiziola linguistica dei giorni scorsi: polemiche per la presenza della parola Ferragnez (la coppia Ferragni-Fedez) tra i neologismi descritti nel Libro dell’Anno 2018 Treccani, una pubblicazione che registra fatti, temi e tendenze dell’anno appena trascorso.
L’indignazione fa parte di un copione già visto: chi la manifesta ritiene deplorevole che i dizionari e altre fonti autorevoli consentano che la lingua italiana venga deturpata dall’aggiunta di parole indegne di farne parte.
Esempi:
Chi fa applicare… non si applica!
Conoscete già questo uso improprio del verbo applicare?
È un calco del verbo inglese apply, “fare domanda” o “fare richiesta”, e ho scoperto che è piuttosto diffuso: questi esempi non sono traduzioni ma tweet che riguardano attività e contesti italiani e che quindi non hanno subito un’interferenza diretta dell’inglese.
Il verbo applicare
Se trovate questo falso amico più fastidioso di altri, il motivo c’è: risulta anomalo non solo il significato ma anche la costruzione. Per il verbo transitivo applicare ci si aspetta infatti almeno un argomento (elemento linguistico necessario in aggiunta al soggetto). Se manca, la costruzione è agrammaticale.
Emoji nel dizionario: non sono parole!
Il sito americano Dictionary.com ha una nuova sezione dedicata alle emoji. Per ora conta una ventina di voci, scelte tra le emoji non solo più usate ma anche che si prestano a più interpretazioni. Si distingue da altri progetti per l’approccio lessicografico che ricava informazioni molto dettagliate da analisi dei contesti d’uso nell’inglese americano.
Non sempre le descrizioni valgono anche per l’italiano ma si ricavano comunque indicazioni utili su un aspetto della comunicazione ancora piuttosto nuovo. Se vi interessa l’argomento, vi suggerisco di ascoltare l’intervista alla lessicografa Jane Solomon, esperta di emoji che cura il progetto e fa anche parte del sottocomitato di Unicode che approva nuove emoji.
Nevicate eccezionali: parole per la neve ❄❄❄
Effetto itanglese (o “erba del vicino”): anglicismi e pseudoanglicismi come il ridicolo, martellante Big Snow possono sembrare la soluzione più efficace ed evocativa per chi non conosce bene l’inglese e ignora che l’italiano ha un’enorme ricchezza lessicale che ci consente di esprimere adeguatamente qualsiasi idea e sfumatura di significato, quindi anche i fenomeni atmosferici di questi giorni.
Parole italiane per la neve
Possiamo trovare molti spunti nel Dizionario Analogico della Lingua Italiana alla voce neve:
Risorse: Le parole per dirlo in italiano
Vi suggerisco di leggere Le parole per dirlo in italiano. Dove e come cercarle in rete di Giuseppe Palumbo per la rivista Tradurre.
La prima parte contiene riflessioni sull’evoluzione dei dizionari, non solo per quel che riguarda le caratteristiche ma anche il ruolo che ricoprono.
Nella seconda parte c’è una rassegna commentata di risorse per l’italiano che include dizionari di vario tipo: monolingui, specializzati, delle collocazioni, etimologici…
Nuovissimo Vocabolario delle emoticon
Il Vocabolario delle emoticons Zanichelli Feelings, la nuova opera di Fedele Musone, Allegra Felicetti, Fortunato d’Amore, Mara Sorrisi, Carina Ammiccante, Fernando Furioso e Gloria Bacini, è il pesce d’aprile del 2017 che mi è piaciuto di più.
Vedi anche: Da emoticon a emoji (significato, origine, etimologia e differenze di due parole apparentemente simili) e Fraintendimenti emojionali (perché la stessa faccina può essere interpretata in modi diversi).
Tecnologia per analogia: Sideways dictionary
Sideways dictionary è un nuovo progetto in lingua inglese molto interessante: un dizionario collaborativo che non usa definizioni ma spiega la tecnologia digitale con analogie, in modo che tutti possano capirla.
L’idea di fondo è che i termini tecnici risultano spesso oscuri e incomprensibili e la mancata comprensione dei concetti che rappresentano può portare a scelte inadeguate. Il progetto è descritto in un video (con sottotitoli) che fa l’esempio di encryption, la crittografia:
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Le 7500 parole del lessico di base dell’italiano
Tullio De Mauro ha pubblicato il Nuovo vocabolario di base della lingua italiana, un aggiornamento all’opera del 1980. È un elenco di circa 7500 parole selezionate per uso, frequenza e disponibilità e suddivise in tre categorie:
1 – lessico fondamentale (FO, circa 2000 parole ad altissima frequenza usate nell’86% dei discorsi e dei testi; nell’elenco sono formattate in grassetto);
La censura petalosa di Facebook
La storia di petaloso ha avuto anche risvolti sgradevoli: fraintendimenti, pregiudizi e commenti negativi di ogni genere, come spesso succede sui social network.
Torno sull’argomento perché Facebook ha censurato* l’analisi postata da Vera Gheno, la sociolinguista che cura il profilo Twitter dell’Accademia della Crusca.
Una vicenda assurda raccontata da Michele Cortelazzo in Le bufale su petaloso, dove trovate anche il testo oscurato. Vi consiglio di leggerlo perché è molto arguto, anche se è sconsolante constatare tali livelli di ignoranza e incapacità di comprendere correttamente un testo, unite a maleducazione, animosità e smania di apparire a tutti i costi.
Ricorre ad esempio una convinzione distorta sulle finalità dei vocabolari moderni, che non legittimano l’uso delle parole perché non sono prescrittivi ma descrittivi. È un equivoco in cui è caduto anche il ministro Alfano qualche tempo fa, cfr. Polemiche di ferragosto: vu cumprà e vocabolari.
Primo ottobre
I millennial probabilmente non sanno che una volta la scuola iniziava sempre il primo ottobre e che gli alunni di prima elementare si chiamavano remigini.
Sono conoscenze enciclopediche che mi danno lo spunto per ricordare un dizionario molto divertente da sfogliare, Parole per ricordare – Dizionario della memoria collettiva, sottotitolato Usi evocativi, allusivi, metonimici e antonomastici della lingua italiana. C’è anche la voce remigino:
Animal notissimo e altre definizioni
A una presentazione del vocabolario Zingarelli 2015, il lessicografo Mario Cannella ha fatto divertire il pubblico con queste definizioni dalla terza edizione (1691) del Vocabolario degli accademici della Crusca:
cane | Animal noto, e domestico dell’huomo. |
gatto | Animale noto, il qual si tiene nelle case per la particolar nimicizia, ch’egli ha co’ topi, acciocchè gli uccida. |
cavallo | Animal notissimo. |
Cannella ha usato questi e altri esempi per evidenziare come cambiano la lingua, la rilevanza di oggetti e concetti e le aspettative di chi usa un dizionario, rendendo necessario aggiornare non solo i lemmi ma anche le definizioni (per chi è interessato all’argomento, Cannella ha scritto Idee per diventare lessicografo, un libretto conciso ma con molti dettagli).
Anche le definizioni dei database terminologici andrebbero riviste e aggiornate regolarmente, in particolare in ambiti tecnici e scientifici dove i concetti e i termini possono subire un’evoluzione molto rapida, come mostrano gli esempi di Plug and Play, chi se lo ricorda?, Da phablet a fonblet e Dischi rigidi, fissi e “solidi”.
In un contesto multilingue anche anisomorfismo e altri fattori possono richiedere di riformulare le definizioni e a volte anche di riconsiderare le relazioni tra concetti o di trovare soluzioni ad hoc: un esempio in Definizioni, interferenze culturali… e purè!