Post con tag “contesto visivo”
Graphicon, per la comunicazione digitale
GIF: giphy.com
Il neologismo graphicon è stato usato nel 2017 da S. Herring e A. Dainas per identificare con un’unica parola (iperonimo) i diversi tipi di elementi grafici usati nella comunicazione sui social media.
È una parola macedonia formata da graphical+icon e usata principalmente al plurale, graphicons. Il modello di riferimento è emoticon, su cui sono formate anche animoticon e obscenicon. È omonima di parole già esistenti ma che hanno altri significati, come GraphiCon, il nome proprio di una computer graphics convention.
Per ora le occorrenze di graphicon sono ristrette a pubblicazioni e discussioni specialistiche, ma è un termine che potrebbe diffondersi perché è efficace, trasparente e facile da ricordare.
Un cartello molto americano
Negli Stati Uniti l’amministrazione Trump sta togliendo i bambini ai migranti che cercano di superare il confine. Una delle numerose vignette in tema:
Vignetta Rob Rogers
Prendo spunto dalla vignetta per ricordare il concetto di conoscenze enciclopediche, le informazioni extralinguistiche di conoscenza del mondo condivise da chi appartiene a una cultura specifica. Sono usate per formulare inferenze sul “non detto” nell’interpretazione di un testo, di un’immagine o di una situazione.
Emoji: è corretto cosa ci raccontano i media?
Tra le miriadi di giornate mondiali c’è anche World Emoji Day. Si festeggia il 17 luglio* e mi aspetto che ne parlino anche i media italiani, forse con qualche imprecisione e incongruenza perché quasi tutte le notizie sull’uso delle emoji sono tradotte dall’inglese.
È un tema che seguo da tempo e approfitto della giornata per sintetizzare alcuni aspetti fondamentali ma spesso fraintesi.
Emoji è un nome proprio? No, anche se c’è chi lo scrive con l’iniziale maiuscola. È un nipponismo formato da e “immagine” e moji “lettera, carattere” ed è entrato in italiano attraverso l’inglese.
La localizzazione dell’iceberg antartico
Alcuni titoli del 12 luglio 2017:
I titoli hanno in comune un riferimento alle dimensioni della Liguria, usate per far capire l’estensione dell’iceberg Larsen C che ieri si è staccato dalle Penisola Antartica. A seconda delle fonti, l’iceberg ha una superficie tra i 5700 e i 6000 km², la Liguria invece di 5.410 km².
Il paragone è efficace perché non occorrono illustrazioni: per un lettore italiano è facile immaginare la Liguria – e quindi l’iceberg – che si stacca e va verso il mare e così si rende subito conto dell’enormità dell’evento.
L’erba di Pisa è sempre vietata!
Sono a Pisa per Italiano corretto e ieri sera sono stata a rivedere Piazza dei Miracoli. Vicino al Battistero c’erano parecchi turisti cinesi che camminavano sull’erba, nonostante la presenza di cartelli di divieto posizionati a intervalli regolari lungo tutto il perimetro del prato.
Terremoti: l’insolita risemantizzazione di cratere
Post aggiornato con nuovi dettagli che fanno risalire l’origine dell’espressione cratere (sismico) al terremoto dell’Irpinia del 1980.
Titolo e sottotitolo tratti da due notizie del 26 settembre 2016, pubblicate prima e dopo i terremoti che hanno colpito l’Italia centrale:
Da qualche anno si usa la parola cratere per indicare un’area colpita da terremoto, con riferimento in particolare ai danni subiti e quindi anche alla destinazione di finanziamenti e interventi per la ricostruzione.
Palindromedario, con anisomorfismo
In questa vignetta di Rhymes with Orange padre e figlio osservano un “palindromedario” prima di passare all’onomatopea del serpente a sonagli (in inglese rattle imita il sonaglio).
La vignetta mi ha colpita non tanto per il gioco di parole ma per un altro dettaglio: il palindromedario ha due gobbe ma me ne sarei aspettata una.
In italiano infatti distinguiamo sempre tra cammelli e dromedari mentre in inglese viene chiamato camel sia Camelus dromedarius (una gobba, Arabian camel o dromedary camel) che Camelus bactrianus (due gobbe, Bactrian camel). Un esempio tipico si può vedere sui pacchetti delle sigarette americane CAMEL, illustrati con un dromedario:
Detenzione di strumenti per eventuali escrementi
Questo cartello colpisce per il contrasto tra la vignetta scherzosa e il testo in perfetto burocratese. Ci ricorda che la coerenza non riguarda solo il testo – lessico, registro, stile – ma anche le immagini associate e il contesto.
Se si analizza la frase “E’ fatto obbligo ai possessori di cani al seguito di detenere strumenti per la pulizia degli eventuali escrementi” si notano anche varie ambiguità.
Basta dimostrare di possedere gli strumenti o bisogna anche pulire eventuali escrementi? Chi è senza strumenti è sanzionabile anche se il cane non lascia alcuna traccia? È necessario specificare al seguito?
La mia reazione di fronte al burocratese è di semplificarlo: direi È obbligatorio pulire gli escrementi del proprio cane, dieci parole in meno e nessuna ambiguità.
Vedi anche: Dove cani e burocrati si incontrano
Grazie a @ginevralm per la foto.
Digital Act e Digital Champion
A quanto pare è in arrivo un Digital Act, una legge “che dia coerenza normativa ai progetti e alle idee per la digitalizzazione del paese” e che punterà “sull’economia digitale, lo sviluppo della banda ultralarga, l’efficientamento dei data center, la cultura digitale” [fonte].
Sono temi che fanno parte dell’Agenda Digitale, presentata dalla Commissione Europea nel maggio 2010, quindi il nome inglese per il provvedimento legislativo italiano è incongruente. È anche un palese anglicismo superfluo, proprio come Jobs Act e Growth Act, due esempi di “inglese farlocco”.
Descrizioni delle emoji in Twitter
Nell’interfaccia web di Twitter se si posiziona il puntatore su un’emoji
viene veniva visualizzata la sua descrizione (tooltip).
Nella versione italiana, tradotta dall’inglese, si notano inaccuratezze dovute alla localizzazione non professionale fatta in crowdsourcing: refusi, traduzioni che non tengono conto dell’aspetto delle emoji o del significato che viene loro attribuito in Italia, varie incongruenze.
Ad esempio, in queste descrizioni sono evidenti i falsi amici blue, confetti e diamond shape:
Queste descrizioni non sono molto visibili ma ho pensato di parlarne perché ci sono spunti spero utili per chi non ha molta familiarità con la localizzazione.
La sposa irriconoscibile
Nella traduzione italiana di un articolo di Oliver Sacks ho letto che “una persona con una forma grave di prosopagnosia può non essere in grado di riconoscere la propria sposa”.
In italiano* sposa è la donna nel giorno delle nozze, quindi si dovrebbe concludere che l’esempio di grave incapacità di riconoscimento dei volti umani riguarda solo il giorno del matrimonio. Oppure che la traduzione dall’inglese non è molto accurata.
Disegnare le parolacce
Suggerimento di lettura: Disegnare le parolacce di Vito Tartamella, una gustosissima rassegna dell’evoluzione della rappresentazione grafica delle volgarità che spazia dai pittogrammi alle emoji passando per emoticon e obscenicon (gli stratagemmi tipografici dei fumetti).
|
Vedi anche: Da emoticon a emoji (la differenza tra emoticon, emoji, pittogramma, ideogramma e logogramma).
Da emoticon a emoji
Faccine: emoticon, smile(y), emoji… maschili o femminili? (maggio 2015) è una bella consulenza dell’Accademia della Crusca sul genere di emoticon ed emoji: coesistono entrambe le forme ma per ora prevale il femminile. Aggiungo qualche altra osservazione.
Emoticon
Chissà se fra qualche anno saranno ancora usate le emoticon, le faccine ottenute con i segni di punteggiatura e altri caratteri disponibili su tutte le tastiere, e se la vignetta a destra, del 2010, farà ancora sorridere?
Da tempo infatti molti programmi convertono automaticamente le emoticon più comuni nel simbolo corrispondente o in un’immagine. Ad esempio, se si digita , anche senza naso, la sequenza di caratteri diventa
o
o simili.
Chi ha usato servizi di messaggistica sa che i set di emoticon includono non solo faccine varie ma anche altre immagini di animali e oggetti, ad es. in MSN Messenger i caratteri &, L e G, racchiusi tra parentesi tonde, facevano apparire ,
e
(cane, cuore e regalo).
Il SECURITY WARNING delle Ferrovie dello Stato
Chi viaggia in treno ha sicuramente notato gli adesivi incollati un po’ ovunque nei treni e nelle stazioni, come questi due, visti uno accanto all’altro sulla parete del bagno in un treno Freccia Rossa:
Fanno parte di una campagna promossa da Ferrovie dello Stato Italiane e Polizia che sembra destinata esclusivamente a viaggiatori stranieri perché l’unico testo che appare sugli adesivi è in inglese, SECURITY WARNING.
La forma triangolare, tipica dalla segnaletica stradale, dovrebbe indicare che si tratta di un preavviso di esistenza di pericolo ma c’è anche un esemplare tondo, segnale di divieto:
La comunicazione post-linguistica di Apple Watch
Il nuovo dispositivo indossabile di Apple è stato oggetto delle analisi linguistiche di alcuni autori americani.
Cambia il naming: da iWatch a 
Dopo 16 anni, Apple ha abbandonato il prefisso i di iPod, iPad, iPhone, iTunes, iCloud, non solo per problemi di marchi registrati (il nome iWatch sarebbe stato troppo simile a iSwatch, orologio svizzero) ma anche per evitare che iWatch venisse interpretato come I watch, “osservo, controllo”.
Anche il nuovo servizio di pagamento via iPhone è stato chiamato Apple Pay e non iPay, un segnale che il prefisso i sta diventando datato ed è ormai inflazionato perché usato anche da altri. Apple invece vuole comunicare esclusività e innovazione e probabilmente anche rimarcare la fine dell’era di Steve Jobs, fautore dei nomi con la i.