Post con tag “calchi”
Miscomprensione (con percentuale)
A quanto pare la notizia che il 51% dei quindicenni italiani sarebbe incapace di capire un testo scritto ha origine da un’interpretazione errata dei dati. In un articolo che l’ha rilevato si nota questa frase:
L’ho riportata perché il contesto è italiano eppure si notano alcune interferenza dell’inglese.
Percentuali
Quando si presentano più percentuali che vengono confrontate tra loro, in italiano i numeri si fanno seguire dal simbolo %, senza spazio. Andrebbero evitate le parole per cento, come invece è prassi in inglese con per cent (anche percent in inglese americano). Nell’esempio qui sopra mi aspetterei quindi inferiore al 20% in italiano e al 30% in matematica, una convenzione di scrittura che rende il testo più leggibile.
1 titolo, 12 parole, 3 calchi sintattici
Non so se questo sia un titolo originale italiano oppure una traduzione letterale, però è certo che la sua struttura rivela alcune interferenze dell’inglese.
➤ Si nota innanzitutto la costruzione il problema di y con x che ricalca l’inglese y’s problem with x, ad es. Gibraltar’s problem with its waste. Alla preposizione con è assegnata la funzione che hanno locuzioni come per ciò che riguarda, a proposito di, relativamente a. È un uso recente ma sempre più diffuso che si nota anche in altri calchi come cosa succede con x, cosa fare con x, la novità con x ecc. Dettagli in Interferenze dell’inglese: il problema di “con”.
Le connotazioni di villaggio
Nelle notizie sul conflitto in Ucraina è ricorrente la parola villaggio. Alcuni esempi di titoli:
Non occorre alcuna spiegazione per interpretare correttamente villaggio come “centro abitato di dimensioni limitate”. È però poco probabile che ricorreremmo alla stessa parola se dovessimo descrivere un nucleo di case della stessa estensione in un contesto italiano (o di altri paesi occidentali): non credo che chi ci vive affermi “abito in un villaggio in provincia di X” oppure “in un villaggio vicino a Y”.
Usiamo invece altre parole come paese, paesino, paesello, frazione, località, nucleo abitato o abitativo, agglomerato rurale, comunità rurale, abitato rurale. Le scegliamo in base al contesto, al registro d’uso (familiare, formale, burocratico…) e alle connotazioni che vogliamo conferire.
“Rabbia di Roid”, malattia inesistente
Vari media hanno riportato speculazioni sulla salute di Putin apparse in giornali popolari di lingua inglese. Gli autori di questi titoli si sono inventati una patologia, la Rabbia di Roid, come se fosse una sindrome o una nuova malattia infettiva identificata da qualcuno di nome Roid.
È invece una traduzione maccheronica della locuzione informale roid rage, in uso da alcuni decenni per descrivere accessi d’ira e violenza scatenati dall’uso di steroidi anabolizzanti.’ È modellata su road rage, i comportamenti aggressivi degli automobilisti che si infuriano per la guida altrui o per lo stress del traffico.
Alla ricerca dei primi grandi elettori
Un’espressione ricorrente nelle notizie sulle elezioni del Presidente della Repubblica è grandi elettori, nome con cui i media fanno riferimento ai membri del parlamento e ai delegati regionali che partecipano al voto (art. 83 della Costituzione).
Mi è stato chiesto se grande elettore è un calco dall’inglese acquisito dal lessico della procedura di elezione del presidente degli Stati Uniti, certificata da almeno 270 voti dei grandi elettori del collegio elettorale. In effetti adottiamo così tanti prestiti e calchi dal mondo anglofono, anche per politica e istituzioni italiane – ad es. primo ministro per il presidente del consiglio e governatore per i presidenti delle regioni – che non ci sarebbe da stupirsi.
“Visa cancellata”, cervelli disattivati
Mi ricollego a Comunque vada, Djokovic non sarà deportato per segnalare un altro errore di traduzione:
(via @disinformatico)
Mi domando che competenze linguistiche e che conoscenze del mondo e dell’attualità possa avere una persona che non si rende conto che una frase inglese come Novak Djokovic visa cancelled non ha nulla a che vedere con le carte di credito.
Possibile che chi lavora nel mondo dell’informazione non sappia che visa è la parola inglese per visto, l’atto con cui l’autorità competente di uno stato riconosce validità per il proprio paese al passaporto di un cittadino straniero? Possibile che nessuno si chieda se ha alcun senso che l’ingresso in un paese sia legato al possesso e disponibilità di una specifica carta di credito?
Mi sembrano informazioni e considerazioni banali, eppure lo stesso errore è apparso anche in altre testate. Esempio:
È il 2022, ma non chiamatelo “venti ventidue”!
Questa è una delle tante immagini che hanno reso virale la battuta inglese sull’anno 2022, potenziale ripetizione dell’orripilante 2020 grazie all’omofonia /tuː/ in twenty twenty-two e in twenty twenty, too che avevo già descritto un anno fa in Pillole linguistiche e AUGURI per il 2021.
Ne riparlo perché mi dà la scusa per ribadire la mia antipatia per la mania sempre più diffusa tra personaggi italiani vari di dire gli anni “all’inglese”, scomponendoli in due numeri , ad es. venti ventidue anziché duemilaventidue, con un risparmio di ben due fonemi!
Traduzioni letterali: privilegio esecutivo
Ho presto spunto da questo tweet di @antrebaud per aggiornare Executive order ≠ ordine esecutivo con alcune considerazioni sul concetto di executive privilege che riporto anche qui.
Executive privilege è la prerogativa concessa al presidente degli Stati Uniti, come capo del potere esecutivo e nell’interesse pubblico, di non rivelare determinate informazioni e comunicazioni intercorse con altri appartenenti dell’esecutivo nel caso venissero richieste del potere legislativo (il Congresso) o dal potere giudiziario (le corti).
Negli Stati Uniti ultimamente se ne sta discutendo molto perché l’executive privilege è stato invocato dall’ex presidente Donald Trump per le richieste della commissione di inchiesta sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021.
Un rapper può “incitare il caos”?
Durante il concerto di un rapper americano in Texas c’è stata una calca che ha causato la morte di più persone. Nelle notizie tradotte dall’inglese sono evidenti alcune differenze tra due verbi in apparenza coincidenti, incite in inglese e incitare in italiano.
Esempi: Il rapper ama incitare il caos e il sospetto è che stavolta la situazione gli sia sfuggita di mano • Scott è stato accusato di incitare il caos e comportamenti pericolosi nei suoi spettacoli • Denunce al rapper Travis Scott, colpevole di «incitare la violenza»
Trovo improprie queste traduzioni perché ricalcano una costruzione dell’inglese che non è usata in italiano.
Cosa succede se si spilla il tè? 🍵
Alcuni esempi di un calco dall’inglese usato sui social e tipico del lessico giovanile che mi diverte perché richiama insoliti intrecci di parole:
Spillare il tè ricalca un’espressione idiomatica informale dell’inglese americano, spill the tea, che ho già descritto in Espressioni idiomatiche inglesi con il tè.
“What’s the tea?”
In inglese tea è una parola colloquiale per pettegolezzi, dicerie o chiacchiere indiscrete, o come si diceva qualche anno fa anche spetteguless e, se riferito a personaggi famosi, gossip.
Questa accezione di tea è nata negli anni ‘70 del secolo scorso nello slang della cultura drag afroamericana e ha origine come grafia alternativa dell’omofona lettera T, a sua volta abbreviazione di Truth intesa come hidden truth, verità nascosta, inizialmente riferita alla propria condizione di transgender e in seguito anche ad altri nel senso di pettegolezzo.
Attacchi di cuore
Titoli della stessa notizia in inglese e italiano sulla salute dell’attore americano Bob Odenkirk:
In italiano si capisce correttamente cosa è successo ma ritengo che la traduzione sia inadeguata perché non tiene conto di alcune importanti differenze tra italiano e inglese quando si discute di problemi di salute.
Ne è un esempio proprio la locuzione heart attack, che ha un corrispondente italiano in attacco di cuore solo in registri familiari o molto informali, oppure in contesti incolti o se l’uso è figurato, ma che risulta incongrua in altri registri.
È evidente se si confrontano i titoli sull’attore americano e quelli, apparsi lo stesso giorno, per lo stesso tipo di malore del cantante italiano Gaetano Curreri:
Italia Team, un nome anomalo
C’è chi critica il nome Italia Team, scelto dal CONI per la rappresentativa italiana ai giochi olimpici, perché fa ricorso a un anglicismo che toglie dignità alla nostra lingua..
Immagino sia una provocazione perché la parola team è usata in italiano dal 1909 e dopo oltre un secolo non può più essere considerata un elemento estraneo alla lingua, anche perché è una delle circa 2500 parole di alto uso del lessico di base dell’italiano.
Il nome Italia Team suscita comunque perplessità, sia che lo si consideri un nome italiano che un nome ibrido “internazionale”, ma per tutt’altro motivo: l’ordine delle parole.
Anche se siamo eleggibili, nessuno ci voterà
Dettaglio da un Monitoraggio settimanale Covid-19 del Ministero della Salute:
La locuzione evidenziata, tutti gli eleggibili, è ricorrente nelle relazioni settimanali e in altri testi. Altri esempi dai siti del Ministero e dell’Istituto Superiore della Sanità: pazienti non-eleggibili a trapianto • soggetti eleggibili ai percorsi di follow-up • candidati ideali per la radioterapia short-course ed altri invece meno eleggibili • eleggibile alle cure palliative • eleggibile per l’intervento di artroprotesi totale di anca • eleggibili al percorso Fast Track ortopedico • criteri di eleggibilità per le prestazioni di telemedicina.
Se è cyber non c’entra la cibernetica!
Nell’incontro tra Biden e Putin del 16 giugno 2021 a Ginevra si è discusso anche della minaccia di attacchi informatici. Nelle notizie in inglese sono ricorrenti locuzioni e parole con cyber, usato sia come elemento formativo, ad es. cybersecurity, cyberattack, che come aggettivo o sostantivo con funzione attributiva, ad es. cyber capability, cyber strike.
Nelle notizie tradotte in italiano si trovano calchi noti e molto diffusi come cybersicurezza e cyberattacco ma si notano anche usi impropri dall’aggettivo cibernetico, come in questi esempi:
La cibernetica è la disciplina che studia le analogie tra i sistemi di regolazione e comunicazione delle macchine e degli organismi viventi. Dovrebbe essere chiaro che non è rilevante per il dialogo Biden-Putin: il contesto è tutt’altro!
Sentitevi liberi di leggere questo post! O no?
Prendo spunto dal commento di una lettrice per evidenziare un calco dall’inglese molto diffuso in comunicazioni varie online. Sul modello di feel free to… si viene esortati a sentirsi liberi di scrivere email, telefonare, compilare moduli o partecipare a sondaggi, contattare servizi di supporto, usare social o canali specifici per commentare, richiedere informazioni, condividere contenuti o agire in vari altri modi.
Chi ricorre a questa espressione a quanto pare non è consapevole che in italiano si dice a qualcuno di sentirsi libero di fare qualcosa per indicargli che non deve sentirsi condizionato o vincolato in alcun modo perché ha piena facoltà di agire, ad es. sentitevi liberi di amare chi volete oppure anche sentiti libero di andartene se non hai voglia di stare qui (“non farti problemi ad andartene”). Ma non è questo il significato di feel free to… in inglese.