Post con tag “burocratese”
Il Titolo non corretto dell’ATM
Se si prova a timbrare un biglietto non valido sui mezzi pubblici dell’ATM di Milano, il messaggio visualizzato sul display delle obliteratrici non è sempre uguale. Finora ho visto tre varianti:
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♦ TITOLO NON CORRETTO ♦ CREDITO VIAGGI ESAURITO ♦ DOCUMENTO SCADUTO
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Ho fatto le prove con lo stesso biglietto in diverse obliteratrici e sarei curiosa di sapere perché possono apparire messaggi differenti e come sono stati scelti.
L’erba di Pisa è sempre vietata!
Sono a Pisa per Italiano corretto e ieri sera sono stata a rivedere Piazza dei Miracoli. Vicino al Battistero c’erano parecchi turisti cinesi che camminavano sull’erba, nonostante la presenza di cartelli di divieto posizionati a intervalli regolari lungo tutto il perimetro del prato.
Bigliettopoli: tanti nomi per uno scandalo
Si sta diffondendo il nome Bigliettopoli, usato da alcuni media per descrivere lo scandalo dei siti che acquistano in massa biglietti di concerti a prezzi standard per rivenderli online con maggiorazioni molto alte.
Al momento Bigliettopoli è più frequente dell’alternativa ibrida Biglietti-gate, già usata anche per altre faccende; si riscontrano invece solo poche occorrenze di Ticket-gate (probabilmente perché TicketGate è anche il marchio di un servizio di gestione ed emissione di biglietti SIAE).
Detenzione di strumenti per eventuali escrementi
Questo cartello colpisce per il contrasto tra la vignetta scherzosa e il testo in perfetto burocratese. Ci ricorda che la coerenza non riguarda solo il testo – lessico, registro, stile – ma anche le immagini associate e il contesto.
Se si analizza la frase “E’ fatto obbligo ai possessori di cani al seguito di detenere strumenti per la pulizia degli eventuali escrementi” si notano anche varie ambiguità.
Basta dimostrare di possedere gli strumenti o bisogna anche pulire eventuali escrementi? Chi è senza strumenti è sanzionabile anche se il cane non lascia alcuna traccia? È necessario specificare al seguito?
La mia reazione di fronte al burocratese è di semplificarlo: direi È obbligatorio pulire gli escrementi del proprio cane, dieci parole in meno e nessuna ambiguità.
Vedi anche: Dove cani e burocrati si incontrano
Grazie a @ginevralm per la foto.
Codiamo? Ehm… con cautela in Sardegna!
Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca vista su Twitter:
Codiamo quando sottomessi 🙂 @terminologia pic.twitter.com/BT8ANw9f4f
— Rere (@ilrere) March 4, 2016
Ho già espresso le mie perplessità sulla scelta del MIUR di preferire l’anglicismo coding a programmazione. Nel post avevo descritto incongruenze e imprecisioni nell’uso ed evidenziato lo svantaggio di non disporre di un verbo per descrivere l’azione corrispondente, come si ha invece con programmazione e programmare. Beh, mi sbagliavo: per il discutibile gioco di parole CODI-AMO al MIUR si sono inventati il verbo codare: io codo, tu codi, lui coda, noi codiamo…
Comunicazione in ospedale
Comunicazione scritta
Nell’ospedale dove tenevo compagnia a una persona malata avevo sempre sotto gli occhi questo avviso:
Mi aveva colpita il contrasto che facevano la sfilza di punti esclamativi e il tipo di carattere COMIC SANS, caratteristici di contesti informali, con il testo in puro burocratese, poco adatto per istruzioni a chi di solito porta protesi dentarie: anziani o persone non italiane, che potrebbero non essere abituati a decifrare testi complessi.
Il bonifico, un’operazione maschile
Uso sessista della lingua
In occasione della festa della donna l’uso sessista della lingua è stato di nuovo al centro dell’attenzione. Come prevedibile, le discussioni erano incentrate sulla femminilizzazione dei nomi delle professioni (ingegnera, avvocata, sindaca ecc.), con argomentazioni che non mi convincono per nulla: il mio punto di vista in Donne e grammatica.
Penso sia invece più importante che i testi che si rivolgono a un pubblico generico risultino neutri e non implichino un’esclusione delle donne, come invece succede in questa comunicazione di una banca italiana:
Il pronome lui riferito a persona appare insolito ma ci ricorda che in italiano il genere grammaticale è una convenzione che non sempre coincide con il significato logico o naturale, come spiega l’Accademia della Crusca in Problemi di accordo.
Giochi inagibili
Passando davanti a dei giardinetti di un paese, frequentati anche da bambini delle elementari senza supervisione dei genitori, ho notato questo cartello:
La terminologia è ineccepibile: riferito a locali o impianti, inagibile significa “che non può essere utilizzato perché privo dei requisiti di sicurezza richiesti dalla legge”. Per un genitore il messaggio è chiaro ma mi domando se lo sia altrettanto anche per i bambini non accompagnati, ed eventualmente cosa potrebbe essere più efficace per quel tipo di utente (non credo gioco pericoloso perché invoglierebbe molti maschi a provarlo solo per quello!).
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Vedi anche: Affinità con i piccoli utenti
A proposito del linguaggio con cui rivolgersi a bambini e ragazzi, c’è un aggiornamento al post di ieri, Quiz: gli anni delle facezie grossolane, con data di pubblicazione e altri dettagli.
Schede autobliterabili
Su un cartello nei pressi di un posteggio a pagamento ho notato un aggettivo mai visto prima, autobliterabile.
Probabilmente chi ha deciso il testo del cartello riteneva troppo informale il conglomerato Gratta e sosta, il nome comunemente dato alle tessere per il parcheggio che si attivano grattando la superficie di alcune caselle, e ha preferito usare una parola inaccurata e inesistente.
Significato: il prefisso auto può indicare “di sé stesso” (ad es. autobiografia, autostima, autocritica) o “che avviene spontaneamente o automaticamente” (ad es. autocombustione, autodistruzione), ma una scheda non può annullarsi da sola.
Ortografia: il prefisso auto non subisce elisione (autoorganizzazione, autooscillazione ecc.), quindi *autobliterabile è una parola malformata.
Mi sembra inoltre che il verbo obliterare, quando riferito a biglietti o schede, implichi l’uso di un’apposita macchina, l’obliteratrice, che in questo caso invece non è necessaria.
Sarebbe bastato dire “Pagamento con schede Gratta e sosta acquistabili presso…” ma ancora una volta il burocratese si è imposto sulla semplificazione..
Vedi anche: nello stesso comune, aree cortilive e di sgambamento.
Dove cani e burocrati si incontrano
Vicino all’area cortiliva ho visto due parole che immagino siano già note a chi ha un cane:
Una persona che sgamba corre o cammina molto e in fretta e mi sono chiesta se un’area di sgambamento / sgambatoio sia destinata solo ai cani più vivaci o se anche a quelli di indole più tranquilla sia consentito sgranchirsi le gambe zampe.
Impianti natatori e aree cortilive
L’antiburocratese (Dizionario del parlar chiaro) analizza esempi di italiano burocratico e propone alternative chiare e comprensibili, come impianto natatorio ➨ piscina.
C’è un modulo per suggerire altri esempi e ho pensato di proporre area cortiliva, che ho visto in un’ordinanza che vieta di abbandonare gatti e/o dare loro da mangiare nei giardini di un ospedale (anzi, padiglione ospedaliero!).
(intero manifesto qui).
Istruzioni per il voto
Chi ha lavorato in un seggio elettorale apprezzerà La sagacia del Presidente, un intervento del linguista Michele Cortelazzo sul manuale Istruzioni per gli uffici elettorali di sezione, “una delle pubblicazioni peggio scritte nella pur orripilante biblioteca dell’amministrazione pubblica italiana”.
Mi ha fatto venire in mente il Manuale d’istruzione d’uso del questionario on line per il censimento 2011, di cui avevo parlato in Biffatura (o le beffe del censimento): in entrambi i casi gli autori non hanno preso in considerazione le finalità del testo e il destinario e ancora meno il linguaggio e il registro più appropriati per una comprensione rapida e priva di ambiguità.
*acuzia
Ci sono medici che preferiscono usare termini specialistici non solo nel loro ambito ma anche quando si rivolgono ai malati e ai loro parenti, forse perché questi possano arricchire il proprio vocabolario. Se l’intento è didattico, bisognerebbe però fare attenzione anche alla forma: la fase acuta di una patologia si chiama acuzie e non *acuzia, come invece ho sentito dire ripetutamente ieri in un ospedale.
Vedi anche: Palloncino e aria fritta terminologica (terminologia medica e lessico comune) e Semplificazione dei foglietti illustrativi.
Semplificazione dei foglietti illustrativi
Ho appena preso una pastiglia per la gola e ripensando all’ultimo post ho dato un’occhiata al foglietto illustrativo, dove ho trovato un bell’esempio di comunicazione efficace e comprensibile ottenuta senza rinunciare alla precisione della terminologia medica:
xyz è un antisettico del cavo orofaringeo (disinfettante della bocca e della gola), dove svolge una rapida azione battericida (elimina rapidamente batteri e funghi causa di disturbi). |
La struttura delle frasi è lineare, è stato scelto un registro neutro e alla terminologia medica è affiancata una spiegazione con parole del lessico generico.
Purtroppo la semplificazione non è ancora la norma, come mostra questo esempio dal “bugiardino” di un farmaco antinfiammatorio:
zwr è indicato per inibire o finanche di sopprimere lo stato infiammatorio, il dolore e l’edema che accompagnano gli stati flogistici acuti e cronici. |
A parte i burocrati, c’è davvero qualcuno a cui viene spontaneo usare l’avverbio finanche?
Non oso immaginare come siano descritti i medicinali per malattie gravi.
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Vedi anche: Usabilità e istruzioni (incongruenze nei foglietti illustrativi).