Post nella categoria “traduzione”
AstraZeneca è un vaccino raccomandato?
Il 29 gennaio 2021 la Commissione europea ha autorizzato l’uso del vaccino AstraZeneca in seguito alla valutazione positiva dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA). Due esempi delle imprecisioni con cui è stata data la notizia in italiano:
Le parole evidenziate sono traduzioni letterali dall’inglese e mostrano che in una comunicazione generalista il verbo inglese recommend può essere un falso amico.
In italiano infatti raccomandare comunica l’idea che l’EMA consigli vivamente di usare il vaccino AstraZeneca per i maggiorenni, presumibilmente preferendolo ad altri vaccini.
Executive order ≠ ordine esecutivo
Nelle notizie dagli Stati Uniti sulla nuova presidenza Biden è stata data molta evidenza ad alcuni provvedimenti firmati il giorno stesso dell’insediamento:
In gran parte dei media italiani executive order è stato reso letteralmente con ordine esecutivo, un calco che ritengo inadeguato.
Executive order negli Stati Uniti
L’executive order è un provvedimento firmato del presidente degli Stati Uniti e diretto a dipartimenti o agenzie del governo federale (executive branch) per indirizzarne le azioni. È l’unico tipo di provvedimento che ha valore di legge ma non deve passare dal Congresso (il parlamento). Può riguardare leggi esistenti o in alternativa consente di esercitare poteri concessi al presidente dalla costituzione.
Eredità lessicale di John le Carré
Prendo spunto dalla scomparsa dello scrittore britannico John le Carré per ricordare che gli va attribuito l’uso figurato della parola talpa per indicare una persona infiltrata oppure “reclutata” da un’organizzazione criminale o eversiva affinché fornisca informazioni riservate dal proprio ambiente di lavoro.
Da mole…
In inglese la parola mole (“talpa”) usata in senso metaforico è apparsa con questa accezione nel romanzo del 1974 Tinker Tailor Soldier Spy. Era un calco del russo крот (“krot”), a quanto pare usato nel gergo del KGB, che le Carré ha introdotto nel lessico inglese grazie al successo del suo libro. Mole in questa accezione può quindi essere considerata una parola d’autore perché si sa con certezza a chi attribuirne l’origine.
Kid of the Year: non è una bambina!
Il settimanale americano TIME ogni dicembre proclama una persona dell’anno a cui viene conferito il premio Person of the Year. Quest’anno ha ideato una nuova categoria, KId of the Year, a cui hanno concorso 5000 americani di età tra gli 8 e i 16 anni.
La vincitrice, Gitanjali Rao, ha 15 anni, e ha usato tecnologia, informatica e intelligenza artificiale per trovare soluzioni a problemi reali. Fa un certo effetto vederla descritta come bambina dell’anno nei media italiani.
È stata fatta una traduzione letterale kid ➝ bambino senza riflettere se la corrispondenza abbia senso in questo contesto. Eppure nessuno di noi descriverebbe una quindicenne come bambina (se non per rimarcare caratteristiche o comportamenti infantili inaspettati per l’età).
I pronomi di Elliot Page
Riporto anche qui alcuni aggiornamenti fatti a Cos’è il singular they e come si usa. È un argomento di cui si sta discutendo anche in Italia, ma senza le dovute precisazioni linguistiche su cosa si intende quando una persona anglofona specifica l’uso dei pronomi che la riguardano.
Lo spunto è una notizia dal mondo del cinema americano: Elliot Page: Star of X-Men and Juno announces he is transgender. L’annuncio è stato fatto sui social e inizia con questa frase:
Page segnala che non è più Ellen (dead name) ma Elliot e d’ora in poi in suo riferimento va usato il pronome maschile he oppure il pronome they, che invece non fa distinzione di genere (non entrambi nello stesso contesto ma o l’uno o l’altro!).
Uva aspra americana, uva acerba italiana
vignetta: Steve Sack via Twitter
La vignetta su Trump incapace di accettare la sconfitta elettorale ricorre a un’espressione idiomatica inglese che mi piace molto per la sua efficacia ma anche per la sua origine peculiare: una delle più note favole di Esopo.
Bastano le due parole sour grapes per identificare l’atteggiamento di chi si esprime negativamente su qualcosa che vorrebbe poter avere o una situazione in cui vorrebbe trovarsi ma che gli è preclusa. Esempi: she said she didn’t want to join the club anyway, but it’s just sour grapes; Are his criticisms justified, or is this a case of sour grapes?
“Che vuoi?” Un’emoji, più gesti, molti nomi
Nelle notizie di inizio ottobre 2020 è riapparsa una nuova emoji che aveva già fatto parlare di sé come tipico gesto italiano qualche mese fa, quando il consorzio Unicode aveva annunciato le nuove emoji dell’aggiornamento 13.0.
È stata aggiunta grazie alla proposta di un italiano, Adriano Farano, che in un’intervista ha spiegato come ha avuto l’idea e come l’ha concretizzata nella proposta presentata a Unicode, “What do you want?” Pinched Fingers Emoji Proposal, un documento ricco di riferimenti culturali.
Giornata mondiale della traduzione 2020
poster di Liza Gunenko per FIT
Il 30 settembre di ogni anno si festeggia la Giornata mondiale della traduzione, data scelta perché è anche San Girolamo, il santo patrono dei traduttori.
Nel 2020 è inevitabile che il tema della giornata sia legato all’emergenza coronavirus: Finding the words for a world in crisis – Trouver les mots pour un monde en crise.
Da qualche giorno sui social si possono trovare informazioni sulla traduzione e interventi di traduttori e altri esperti. Su Twitter, ad esempio, si possono trovare grazie agli hashtag #GiornataInternazionaleDellaTraduzione e #GiornataMondialedellaTraduzione in italiano, #InternationalTranslationDay e #ITD2020 in inglese e #JMT2020 in francese.
Unioni forzate, per colpa dell’inglese!
Chi ha un profilo di Twitter ogni anno nell’anniversario della propria iscrizione riceve questo messaggio:
ll testo è lo stesso per ogni anniversario, da anni, e invita a postare un tweet con un messaggio predefinito che è una traduzione letterale dall’inglese:
Mi pare un esempio di localizzazione poco accurata, non solo perché la frase è formulata al maschile anche se rivolta a una donna ma anche per il calco sempre più diffuso join something ➝ unirsi a qualcosa.
Storie di lupi mannari (e di traduzione)
Immagine via social media
Mi ricollego al silver bullet descritto in Munizioni d’argento contro il coronavirus? per un dettaglio etimologico: licantropo e lupo mannaro in italiano e werewolf in inglese e Werwolf in tedesco sono parole con origini diverse ma che condividono lo stesso significato letterale di uomo+lupo.
Licantropo deriva dal greco lykánthrōpos, composto di lýkos “lupo” e ánthrōpos “uomo”. L’aggettivo mannaro di lupo mannaro deriva dal latino volgare (lupum) *hominarium, a sua volta da homo –mĭnis. In inglese were in werewolf è riconducibile all’inglese antico wer, “uomo”, di origine germanica che si ritrova anche nel tedesco Werwolf (cfr. anche il latino vir).
VIETATO SEDERSI, in inglese
In questo cartello apparso sui mezzi pubblici di Padova c’è un errore ricorrente nella versione inglese dei messaggi di divieto italiani: vietato <verbo> viene tradotto letteralmente con *forbidden <verbo>. Si direbbe che né chi fa la traduzione né chi è coinvolto nel processo di approvazione e realizzazione del divieto abbia mai visto alcun cartello in inglese e quindi non sappia che si usa la formula don’t o do not <verbo>.
Eppure basterebbero pochi minuti per trovare siti di produttori di cartelli di lingua inglese e vedere che frasi vengono usate. Esempi:
Falsi amici al rally di campagna senza vento
Un falso amico ricorrente nelle notizie sulle attività politiche dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti:
In italiano l’anglicismo rally, in uso dagli anni ‘30 del secolo scorso*, descrive gare automobilistiche o sciistiche o manifestazioni di vario tipo che si svolgono in più tappe, quindi nulla a che vedere con l’evento di cui è stato protagonista Donald Trump a Tulsa.
Rally in inglese
La traduzione letterale dei titoli mette in evidenza un fenomeno tipico dei forestierismi: raramente vengono adottate tutte le accezioni della lingua di origine. In inglese la parola rally ha infatti vari significati, i principali dei quali sono riconducibili all’etimologia della parola, dal francese rallier, “riunire, radunare, (ri)portare assieme”.
L’avido birdwatcher?
Episodio avvenuto a New York in un’area protetta di Central Park qualche giorno fa:
In un quotidiano italiano l’uomo è stato descritto come laureato a Harvard e avido birdwatcher, traduzione troppo letterale dall’inglese di avid birdwatcher.
Avido ≠ avid
In italiano l’aggettivo avido ha perlopiù connotazioni negative. Identifica una manifestazione di avidità (desiderio intenso e incontrollato che non si placa neppure se soddisfatto) e nella costruzione avido di <qualcosa> significa bramoso, che ha un desiderio smodato. Anche le collocazioni più neutre (ad es. avido lettore, avido di sapere) evidenziano un’intensità non comune.
Il “super duper missile” di Trump
Notizia dagli Stati Uniti: alla Casa Bianca è stata presentata la bandiera della neonata Space Force e Trump ne ha approfittato per annunciare lo sviluppo di un nuovo missile:
La descrizione di Trump, I call it the super duper missile, ha suscitato innumerevoli ironie e ci offre anche un esempio di frase molto elementare che però presenta qualche difficoltà di traduzione.
Super duper
Il significato di super duper (o super–duper) si descrive facilmente: vuol dire ottimo, superlativo, eccezionale, eccelso, impareggiabile. Nessuna di queste opzioni però sarebbe adeguata in una traduzione italiana perché non tiene conto delle connotazioni dell’aggettivo.
“Un mare di calendule”
Questa foto, vista in un quotidiano, ha attirato la mia attenzione non solo perché è molto bella ma anche per un dettaglio che fa capire che il testo è tradotto dall’inglese:
Descrizione: Un abitante del villaggio di Abullian […], vicino al confine tra India e Pakistan, raccoglie calendule arancioni con in testa un turbante dello stesso colore […]
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