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Turofilo e altre parole curiose
Un turofilo è un amante o un esperto di formaggio (dal greco τυρός). Ho imparato la parola nella sua versione inglese, turophile, in The Dictionary of Difficult Words, scritto dalla lessicografa americana Jane Solomon e illustrato da Louise Lockhart.
È un libro per bambini, con definizioni sintetiche e molto chiare, ma è divertente anche per adulti appassionati di parole e sicuramente un bel regalo per ragazzini italiani interessati all’inglese.
A Lugo, Tienilo acceso
Lettori in Romagna, vi invito al Caffè letterario di Lugo lunedì 18 marzo 2019 per incontrare la sociolinguista Vera Gheno e il filosofo della comunicazione Bruno Mastroianni, autori di Tienilo acceso, “la prima guida che insegna a comunicare bene e vivere in meglio in rete”.
Il libro mi è piaciuto molto perché approfondisce temi che ci riguardano tutti direttamente: da quando viviamo in un mondo iperconnesso le modalità di interazione, di comunicazione e di condivisione della conoscenza sono cambiate drasticamente ed esigono continui adattamenti.
Bestiario immaginario
Un regalo che ho gradito molto: Bestiario immaginario di Roger McGough, tradotto da Franco Nasi con testo originale inglese a fronte.
Sono poesie su animali immaginari frutto di “giochi di prestigio verbali” che spesso hanno portato a un rifacimento* con animali diversi e nuovi disegni di McGough per la versione italiana.
Sono traduzioni aperte che Nasi racconta in alcune note introduttive e osservazioni finali sugli animali: lasciano spazio a versioni alternative e il lettore è invitato a usare il suo orecchio e la sua fantasia per continuare il gioco.
Lezione di italiano di Francesco Sabatini
Ieri ho trascorso un’ora molto piacevole ascoltando Francesco Sabatini che conversava con Maria Luisa Villa e Aldo Grasso sul suo ultimo libro, Lezione di italiano.
È un bellissimo testo divulgativo, adatto a tutti, che tratta di lingua e di linguaggio e dei loro meccanismi da punti di vista diversi e molto stimolanti – neurolinguistici, sociolinguistici, sintattici, pragmatici, storici, culturali e altri ancora.
Avevo letto il libro tutto d’un fiato, incuriosita da riflessioni, dettagli ed esempi nuovi su temi che mi sono già familiari e affascinata da argomenti che invece non conoscevo.
I jeans di Bruce Springsteen in Romagna
Appuntamento lunedì 28 novembre alle 21 al Caffè letterario di Lugo (Ravenna).
Silvia Pareschi presenterà il suo libro I jeans di Bruce Springsteen e altri sogni americani. Ci sarò anch’io per una breve introduzione.
Se seguite il blog di Silvia, Nine hours of separation, saprete già che vive tra l’Italia e San Francisco ed è la traduttrice di alcuni dei più importanti scrittori americani contemporanei. E avrete già apprezzato la sua capacità di raccontare storie, luoghi e incontri che la coinvolgono.
Puntini, trattini e stanghette sulle lettere
Ho già raccontato che in inglese il puntino su i e j si chiama tittle, dal latino titulus. Ho trovato un altro riferimento a titulus in questo passaggio sui primi libri italiani a stampa:
si trovano inoltre segni di abbreviazione ereditati dalla tradizione manoscritta: il titulus, un trattino posto sopra una vocale, indicava la consonante nasale M o N presente ma non materialmente scritta (cū = cum, interrōpere = interrompere, secūdo = secundo) |
La fonte è La nostra lingua dalla @ alla zeta di Ludovica Maconi, la seconda uscita di una serie di pubblicazioni sull’italiano presentate dall’Accademia della Crusca e Repubblica e in edicola ancora per oggi. Domani infatti esce il terzo numero, Scrivere nell’era digitale.
I primi due volumetti sono di lettura piacevole e veloce, con un’impostazione a brevi paragrafi adatta alla divulgazione.
Donne in marina, tra implicito e stereotipi
Che effetto vi fanno le parole evidenziate, viste nell’occhiello nel sommario di un articolo del Corriere della Sera?
Siamo nel 2016, è davvero una notizia che nella marina militare italiana le donne non siano relegate in cucina o in lavanderia? Sono rimasta perplessa dall’articolo perché si ha l’impressione che Beppe Severgnini sia davvero stupito dal ruolo e dalle aspirazioni delle donne che ha incontrato su una portaerei.
Ha suscitato varie reazioni negative (cfr. 6 motivi per cui Beppe Severgnini deve chiedermi scusa) ma chi conosce personalmente il giornalista ha escluso stereotipi o sessismo (esempi qui). È chiaro che qualcosa non ha funzionato.
“Spiegacose” con 1000 parole comuni
Randall Munroe, l’autore di xkcd, ha pubblicato Thing Explainer, un libro che spiega concetti complessi con disegni dettagliatissimi e testo in cui sono usate solo le 1000 parole inglesi più comuni.
Alcuni esempi degli oggetti descritti: 1 tiny bags of water you’re made of, 2 shared space house, 3 sky boat with turning wings, 4 machine for burning cities, 5 boxes that make clothes smell better, 6 big tiny thing hitter.
Sono 1 le cellule, 2 la Stazione Spaziale Internazionale, 3 l’elicottero, 4 la bomba atomica, 5 la lavatrice e l’asciugatrice e 6 il Large Hadron Collider (al CERN).
Potete osservare nei dettagli le pagine dello smartphone (hand computer), dell’ascensore (lifting room) e della costituzione americana (The US’s Laws of the Land) in Randall “XCKD” Munroe’s Thing Explainer e provare a indovinare gli elementi della tavola periodica descritti in Quiz: The Pieces Everything Is Made Of – a destra quello che si identifica più facilmente.
Comunque anche Leopardi… arriva a Lugo
Lunedì 8 giugno 2015 alle 21 al Caffè letterario di Lugo (Ravenna) Giuseppe Antonelli presenterà Comunque anche Leopardi diceva le parolacce, un libro sull’italiano che ho apprezzato molto.
Ci sarò anch’io per una breve introduzione e ripetere così la bella esperienza di Il libro dell’ignoto con Jonathon Keats e Silvia Pareschi.
Lo scorso gennaio il Caffè letterario ha festeggiato i dieci anni di attività, riassumibili in centinaia di incontri e di libri presentati. Le serate si svolgono all’Hotel Ala d’Oro, che è anche hotel letterario: cinque camere sono infatti dedicate a Dante, Leopardi, Lord Byron, Stendhal e Tonino Guerra, autori legati in qualche modo a Lugo o alla Romagna e interpretati da installazioni di altrettanti artisti.
Lettori romagnoli, ci vediamo al Caffè letterario? .
Nota: questo post è stato aggiornato con la nuova data: inizialmente l’incontro era previsto il 13 aprile 2015.
Falsi colori a Radio3 Scienza
Nella puntata di oggi di Radio3 Scienza, Falsi colori, Rossella Panarese ha preso spunto dall’ormai nota vicenda del vestito bianco/oro o blu/nero per discutere di percezione dei colori.
Alberto Zani dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del CNR ha spiegato perché la foto può essere interpretata in modo diverso e ha sottolineato che non intervengono solo fattori fisici e neurofisiologici ma anche culturali, psicologici e sociali.
Nella seconda parte sono intervenuta anch’io su alcuni aspetti linguistici accennati ieri in #TheDress: era proprio blu? e relativi commenti, tra cui l’universalità della categorizzazione dei colori e l’ipotesi che la percezione del mondo in cui viviamo sia influenzata dalle strutture linguistiche usate per descriverlo (la cosiddetta relatività linguistica).
Si possono ascoltare i due interventi nel podcast.
Comunque anche Leopardi diceva le parolacce
Ieri ho trascorso un’ora molto piacevole alla presentazione milanese di Comunque anche Leopardi diceva le parolacce. L’italiano come non ve l’hanno mai raccontato, l’ultimo libro di Giuseppe Antonelli, linguista e conduttore di La lingua batte.
L’avevo appena letto, incuriosita dalle recensioni di Silverio Novelli e di Luisa Carrada, e anch’io ve lo consiglio: si impara molto e ci si diverte.
Antonelli inizia da due errori diffusi nel dibattito sulla salute dell’italiano: il vedere il cambiamento linguistico come elemento negativo e l’usare un modello di riferimento letterario che non tiene conto dell’evoluzione continua della lingua ed è inadatto alla comunicazione quotidiana.
Antonelli smonta pregiudizi e allarmismi sull’italiano (la morte del congiuntivo, l’invasione degli anglicismi, il degrado da turpiloquio ecc.) con molta ironia e argomentazioni ed esempi che spaziano dai grandi nomi della letteratura alle canzoni contemporanee.
Si dice o non si dice? Dipende
In Continuum: dalla lingua a Windows 10 ho fatto riferimento alle diverse varietà dell’italiano contemporaneo, rappresentabili in “architetture” simili a questa:
Assi di variazione:
diafasico – situazioni di impiego (da formale e formalizzato a informale, con diversi registri d’uso)
diamesico – mezzo o canale di comunicazione (da solo scritto a solo parlato)
diastratico – strati e/o gruppi sociali (da uso “alto”, colto, a uso “basso”, incolto).
Gli assi usati in questo schema evidenziano la multidimensionalità della lingua: a seconda della situazione, dell’interlocutore e delle finalità comunicative sono richieste varietà diverse che possono seguire regole diverse. A scuola invece spesso si imparano norme linguistiche inderogabili che indicano cosa è giusto o sbagliato, senza alternative, in qualsiasi contesto.
La grammatica però non è piatta ma è un universo tridimensionale. È una delle metafore alla base di un libro che mi è piaciuto molto, Si dice o non si dice? Dipende. L’italiano giusto per ogni situazione di Silverio Novelli, giornalista e lessicografo del portale Treccani, dove risponde anche alle domande di grammatica e lessico dei lettori.
Vocali, tra dentisti e poeti
Striscia: Hilary Price (alquanto ottimista sulle competenze linguistiche dei dentisti!!)
In inglese ci sono parecchie parole che sono scritte senza le vocali A, E, I, O, U, ad esempio nymph, rhytm rhythm, hymn, crypt, pygmy, gypsy e altre più brevi come try, spy, dry.
Non credo invece che ce ne siano senza consonanti, a parte l’articolo a, però so che la parola più corta con tutte le vocali è Eunoia, “bel pensare”, perché dà il titolo a un libro del poeta canadese Christian Bok. Ogni capitolo è monovocalico e molto piacevole non solo da leggere ma anche da guardare. Beautiful vowels propone alcuni estratti per ciascuna vocale e, per la i, anche una breve lettura dell’autore (come si sa, in inglese grafia e pronuncia delle vocali non sempre coincidono, a differenza dell’italiano).
Vedi anche: Vocali, vocali, vocali (parole italiane curiose) e Pangrammi e lipogrammi
Sue Townsend e Adrian Mole
Il 10 aprile è morta la scrittrice umoristica inglese Sue Townsend, molto nota nel Regno Unito per i diari di Adrian Mole.
Hanno avuto molto successo soprattutto i primi due volumi. Adrian è un ingenuo adolescente della working class inglese che si crede un intellettuale e le sue banali annotazioni rappresentano uno spaccato molto divertente della società inglese degli anni ’80, dominati da Margaret Thatcher.
Adrian Mole è stato molto importante per me perché è stato l’argomento della mia tesi di laurea, La traduzione di un successo umoristico “culture-bound”: The Growing Pains of Adrian Mole di Sue Townsend.
In quell’occasione avevo anche scritto all’autrice, che mi aveva risposto con una lettera molto gentile (ma dall’ortografia alquanto incerta).
Ho preso spunto dai diari di Adrian Mole per alcuni post:
♦ Narcisi, cultura inglese e traduzione (riferimenti culturali impliciti: William Wordsworth)
♦ Traduzione enogastronomica (piatti e prodotti tipici inglesi)
♦ Traduzione di nomi propri: Maxwell House (adattamento di attronimi)
♦ Adrian Mole e carta igienica inglese (riferimenti culturali anche al gabinetto!)
L’ombra non è del sicomoro
Nelle librerie in questo periodo è esposto in gran evidenza un romanzo di John Grisham, L’ombra del sicomoro. Ho subito notato un’incongruenza tra il titolo e l’immagine sulla copertina, dove si vede una foglia autunnale di platano.
Ho controllato il titolo originale, Sycamore Row, e come sospettavo c’è un vistoso errore di traduzione: in America settentrionale, dove è stato scritto ed è ambientato il romanzo, sycamore è un platano, Platanus occidentalis. La pianta che in italiano conosciamo come sicomoro è invece il Ficus sycomorus; cresce nelle zone tropicali di Asia e Africa ed è un sempreverde con foglie di forma ovale con apice rotondo e margine liscio.
In Falsi amici all’ombra del sicomoro ho già descritto i problemi dovuti al significato diverso di parole apparentemente simili in paesi diversi (in Gran Bretagna sycamore è un terzo tipo di albero, un acero). È un esempio noto a chi si occupa di traduzione e proprio per questo mi stupisce che in Mondadori nessuno si sia accorto dell’errore, anche perché il video promozionale nella scheda del libro mostra chiaramente che l’albero è un platano.
Vedi anche: altri falsi amici.
Aggiornamento febbraio 2014 – Nei commenti qui sotto, le giustificazioni della casa editrice Mondadori.
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