Pseudoanglicismi: “il bachelorette”

A quanto pare le influencer non dicono più addio al nubilato, come apprendo da questa non notizia estiva:

Foto di Chiara Ferragni e sorella e titoli: 1 “Prima sera a Mykonos per il bachelorette di mia sorella”, le parole di Chiara Ferragni su Instagram in occasione del party per festeggiare la futura sposa; 2 Francesca Ferragni, bachelorette in grande stile a Mykonos tra balli e canti; 3 Chiara Ferragni: «A Mykonos per il bachelorette di mia sorella». I fan la prendono in giro: dire “addio al nubilato” è da poveri

Si tratta però di un uso anomalo della parola americana bachelorette, che in inglese identifica una persona: è la ragazza nubile. Frasi come il bachelorette di mia sorella o bachelorette in grande stile non hanno quindi molto senso per chi conosce la parola inglese: si confonde la festeggiata con i festeggiamenti, che negli Stati Uniti si chiamano bachelorette party.

Ricorrere al sostantivo maschile il bachelorette per identificare un tipo di festa è un palese pseudoanglicismo ottenuto dall’abbreviazione impropria di bachelorette party, di cui viene mantenuto il determinante ed eliminato il determinato. Senza contesto non so se avrai capito che con bachelorette si intendono dei festeggiamenti.

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Indiana Jones e lo iato perduto

All’inizio di questo breve video Harrison Ford scandisce il nome Indiana Jones:


Video: twitter.com/IndianaJones

Consente di evidenziare le differenze nella pronuncia americana del nome proprio Indiana e in quella italiana della parola indiana:
  /ˌɪndiˈænə/ 
   /inˈdjana/

Confrontando le trascrizioni fonematiche ottenute con i simboli dell’alfabeto fonetico internazionale (IPA) e consultabili in tutti i principali dizionari, si può notare che nessuna vocale coincide:

Schema delle vocali del sistema fonetico inglese rappresentate con i simboli IPA

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IT-alert, aspetti linguistici migliorabili

Il 28 giugno è stato fatto il primo test per verificare il Sistema nazionale di allarme pubblico IT-alert. Questo è il testo del messaggio ricevuto a mezzogiorno circa da chi si trovava in Toscana: 

Messaggio IT-alert. Testo italiano: “Questo è un MESSAGGIO DI TEST del sistema di allarme pubblico italiano. Una volta operativo ti avviserà in caso di grave emergenza. Per informazioni vai sul sito www.it-alert.it e compila il questionario.”  Testo inglese: “This is a TEST MESSAGE from the Italian public alert system. It will alert you in the event of a major emergency once operational. To get more information to to www.it-alert.it and fill out the questionnaire”

È davvero la formulazione più efficace per una comunicazione di emergenza rivolta a tutti i cittadini, o si potrebbe migliorare?

Va considerato che questo tipo di messaggio viene ricevuto anche persone con bassa scolarizzazione, con difficoltà cognitive e da stranieri che non padroneggiano perfettamente l’italiano (o l’inglese). Il testo dovrebbe quindi essere il più possibile semplice e facilmente comprensibile, ma non mi pare che il messaggio di oggi lo sia del tutto.

Testo italiano

La locuzione una volta operativo è potenzialmente ambigua: non tutti potrebbero interpretarlo correttamente e pensare invece che funzionerà una volta sola. Un’alternativa preferibile potrebbe essere quando sarà attivo, con il verbo esplicito, al futuro, e l’aggettivo attivo che fa parte delle circa 2000 parole ad altissima frequenza del lessico di base dell’italiano (De Mauro), più breve e più comunemente usato di operativo.

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Let’s Marche? 🤔

Dopo VeryBello e Open to Meraviglia, una nuova campagna turistica istituzionale che ricorre a uno slogan ibrido in parte inglese e in parte italiano:

logo LET’S MARCHE! IN ITALY, OF COURSE

Let’s Marche! è “il nuovo slogan che accompagnerà la Regione Marche in tutte le sue attività di promozione turistica e internazionalizzazione in Italia e all’estero”. Non mi sembra però una scelta del tutto azzeccata, perlomeno non da un punto di vista linguistico.

In inglese la costruzione let’s si usa per esprimere un suggerimento o una richiesta che riguarda il parlante e una o più altre persone ma, a quanto pare, chi ha ideato lo slogan non ha considerato che deve essere seguita da un verbo. Marche invece è un sostantivo e quindi la frase risulta agrammaticale.

Inoltre, in inglese la regione italiana è nota come the Marche, the Marche region o Le Marche. Senza articolo, Marche è il nome di una delle antiche province della Francia. La scelta di inglobare l’articolo le all’interno di  let’s , operando una risegmentazione arbitraria di let, non mi pare immediatamente riconoscibile al di fuori di un contesto italiano. 

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Parole per dipartite illustri

Titoli: 1 Silvio Berlusconi morto. Meloni: “Fra i più influenti della storia d’Italia”; 2 Mattarella: “Profonda tristezza, ha segnato la storia repubblicana”; 3 Draghi: “Assoluto protagonista amato da milioni di italiani, ha trasformato la politica”. Casini: “Se ne va un’epoca della storia italiana”. Bossi: “per tanti anni per me è stato come un fratello”;  4 Salvini: “Oggi ci saluta un GRANDE ITALIANO. Uno dei più grandi di sempre, in tutti i campi, da tutti i punti di vista, senza eguali”; 5 Il dolore di Putin per Berlusconi, “una perdita irreparabile”

Prendo spunto dalla morte di Silvio Berlusconi per una miniraccolta di parole per descrivere contenuti e toni di notizie sulla scomparsa di personaggi discutibili che in questa circostanza vengono automaticamente riabilitati:

agiografia: tendenza a mitizzare la biografia di un personaggio storico o la narrazione di un evento

apologia (apologetico): discorso o scritto a difesa o a esaltazione di qualcuno o qualcosa

panegirico: discorso con cui si lodano, in modo spesso eccessivo e con toni ampollosi ed enfatici, le qualità di una persona

peana: discorso celebrativo ed encomiastico, spec. ampolloso e magniloquente

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Il ruolo dei linguisti nelle leggi sull’italiano

immagine dal sito dell’Accademia della Crusca a illustrazione del tema del mese

Sul sito dell’Accademia della Crusca nelle settimane scorse è stata attiva una discussione sul tema Nuove leggi sull’italiano. Ma sono davvero “politica linguistica”?, in cui Claudio Marazzini aveva esaminato nei dettagli vari aspetti di due recenti iniziative legislative “linguistiche”: il disegno di legge 337 (Senato) per l’inserimento dell’italiano come lingua ufficiale nella Costituzione, in discussione dal 6 giugno, e la proposta di legge 734 (Camera) per la tutela e la promozione della lingua italiana, non ancora calendarizzata.

Ho partecipato anch’io alla discussione con un commento sul ruolo dei linguisti, finora non considerati in alcun modo dalla proposta di legge 734, come già evidenziato. Lo ripropongo anche qui perché mi piacerebbe sapere se anche altri condividono questo punto di vista (la discussione sul sito dell’AdC invece è stata monopolizzata da due individui che hanno sproloquiato di tutt’altro):

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Doppioni da bere: gli aperitivi inglesi

Immagine che illustra WORLD APERITIVO DAY con scritta “World Aperitivo Day e Aperitivo Festival dal 26 al 28 maggio”

Proliferano le giornate mondiali di ogni genere e ho scoperto che il 26 maggio è stato il World Aperitivo Day, che di mondiale però ha ben poco: a quanto pare si festeggia solo a Milano! Anche le locuzioni correlate Aperitivo Festival, Aperitivo Experience e Aperitivo Masterclass possono apparire come esempi di nomi ibridi tipici dell’inglese farlocco milanese.

In realtà la parola italiana aperitivo (plurale aperitivi o aperitivos) è effettivamente usata in inglese con il senso specifico di bevanda alcolica italiana bevuta come aperitivo, tipicamente in un locale italiano o in Italia (cfr. aperitivo hour, aperitivo time ecc.).

Doppioni inglesi

In inglese l’italianismo aperitivo coesiste con le parole aperitif (o apéritif), francesismo dal significato più ampio, che indica qualsiasi bevanda alcolica bevuta prima di un pasto per stimolare l’appetito, e aperitive (o aperient) che invece significa lassativo (falso amico!).

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Luoghi comuni: lingue semplici vs complesse

Foto dell’on. Rampelli e parole pronunciate: “…questa lingua meravigliosa che comunque condiziona anche la complessità del pensiero che si esprime, perché se una lingua è semplice, è semplice il pensiero o è debole anche il pensiero. Se una lingua è una lingua complessa, è complesso il pensiero che ne deriva, la sua articolazione è più profonda”

A un Forum della lingua italiana l’onorevole Rampelli, promotore di una proposta di legge per la tutela della lingua italiana, ha ripreso alcune affermazioni della presidente del consiglio che lo scorso dicembre aveva asserito che l’italiano è “una lingua molto più complessa, molto più carica di sfumature” [di altre lingue].

Una classificazione impossibile

Nel suo intervento Rampelli ha contrapposto lingue semplici e lingue complesse, sostenendo che solo le seconde consentono pensieri profondi e articolati. È però un’idea male informata che non ha nessun fondamento scientifico, probabilmente influenzata da interpretazioni affrettate del cosiddetto determinismo linguistico (la lingua che parliamo determina il modo in cui pensiamo).

Non esiste però alcun metodo che consenta di classificare le lingue in base a diversi livelli di complessità. Bisognerebbe innanzitutto decidere quali parametri usare (fonologici? morfologici? sintattici? semantici? …?) e poi trovare un modo per fare una misurazione oggettiva. Basta però dare un’occhiata alle categorie di World Atlas of Language Structure per farsi un’idea delle enormi differenze esistenti.

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Bopponi incredibili 🎵🎶

Esempi di commenti da Twitter sulle canzoni di Eurovision 2023: 1 questo boppone incredibile del rito satanico techno finlandese; 2 ma il boppone della Norvegia parliamone; 3 il grande boppone dell’Austria parliamone meritano; 4 Moldavia, grazie di esistere e di regalarci bopponi a ogni Eurovision

Nei commenti di apprezzamento sulle canzoni presentate all’Eurovision Song Contest è ricorrente la parola informale boppone, usata sui social da qualche anno per descrivere una canzone “che spacca”: orecchiabile, molto accattivante, che colpisce fin dal primo ascolto, con un ritmo che invoglia a ballare. Due aggettivi spesso associati a boppone sono incredibile e assurdo; il verbo sfornare segnala produzione costante di bopponi che singolarmente vengono sganciati o cacciati [fuori].

In origine c’era il bop

Boppone è un anglicismo: ha come base la parola inglese colloquiale bop, di cui condivide il significato. Esempi da commenti in inglese sull’Eurofestival: Go Finland cha cha chaaaa what a bop  •  Norway is an absolute bop and she’s got an incredible voice!  •  Absolutely obsessed with Austria’s Edgar Allan Poe bop!!  •  Moldova is definitely one of my faves this year omg this is such a bop I love it.

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Chi vuole essere wannabe?

pubblicità di corso “Social Media Manager Wannabe: strategie, consigli pratici e trucchi del mestiere”

pubblicità: “Wannabe Freelance: corso per diventare freelance dalla A alla Z”

titolo: WANNABE REBOOT - Cambiare settore e affermarsi in ambito ICT

C’è chi offre corsi di formazione in italiano per ruoli descritti con nomi inglesi rivolgendosi ai potenziali partecipanti con la parola wannabe, come se significasse aspirante e indicasse un’ambizione. Esempi: social media manager wannabe, project manager wannabe, wannabe freelance, foodblogger wannabe, wannabe party maker.  

L’impressione è che venga frainteso il significato di wannabe e lo si confonda con would-be, un aggettivo inglese più neutro che significa proprio “aspirante”, ad es. would-be actor, would-be novelist, would-be project manager, o “potenziale”, ad es. would-be customers, would-be parents.

Wannabe in inglese

Il sostantivo informale inglese wannabe, contrazione di [I] want to be, non è un complimento. Ha spesso connotazioni negative (“vorrei ma non posso”) o comunque comunica perplessità sulle prospettive delle persone così definite. Può essere descritto come wannabe:

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“Firmami la Costituzione”, intima il titolista

Per la serie virgolettati fantasiosi dei media, ecco come è stata trasformato un episodio che ha coinvolto il Presidente della Repubblica e una bambina che gli si è rivolta con un cartello:

Foto di bambina che regge un cartello con la scritta “Per Favore Può Firmarmi la COSTITUZIONE? Grazie Presidente” e titolo ripreso da vari media “Firmami la Costituzione”. Mattarella si ferma e accontenta bimba di Cuneo.

Da tempo i virgolettati dei media non rappresentano più parole altrui che si intendono riprodotte letteralmente, ma ne sono una libera interpretazione.

A volte sono addirittura in contrasto con l’evidenza dei fatti, come in questo caso: vari media che hanno pubblicato foto e video dell’incontro hanno trasformato la richiesta della bambina, “Per favore, può firmarmi la Costituzione?”, in un improbabile imperativo diretto e informale, Firmami la Costituzione, fraintendendo e distorcendo le intenzioni comunicative

La bambina invece è ricorsa a un registro formale, con allocutivo e formule di cortesia che rendono la frase del tutto appropriata alla situazione comunicativa in cui è avvenuta l’interazione. Ha dimostrato di avere le competenze linguistiche che invece a quanto pare mancano a chi ha pensato che Firmami la Costituzione fosse una sintesi adeguata.

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Open to Meraviglia… and to perplessità

Il Ministero del Turismo ha presentato la nuova campagna di promozione dell’Italia nel mondo, Italia: Open to Meraviglia, che consiste in affissioni pubblicitarie di vario tipo, un profilo di Instagram e un video che avrà versioni in varie lingue:


Aggiornamento 26 aprile 2023: al momento il video ufficiale Italia, Open to meraviglia risulta “privato” ed è stato rimosso dai canali istituzionali (ma c’è una copia permanente in Archive.org); qui l’ho sostituito con quello della presentazione ufficiale.

Il narratore ci informa che:

“L’Italia è una porta aperta sulla meraviglia. È questo in fondo che noi italiani sappiamo fare meglio: meravigliarci sempre per meravigliare gli altri. E da questo pensiero nasce anche il nostro logo: una bandiera che si spalanca dando il benvenuto al mondo intero e che abbiamo firmato con il claim Italia, Open to Meraviglia”.

Il claim è lo slogan che caratterizza un prodotto. Né nel video né durante l’evento di presentazione ufficiale è stata però spiegata la scelta della frase ibrida, metà in italiano e metà in inglese, che ha subito suscitato molte perplessità.

Un precedente: VeryBello

Inevitabili i riferimenti a VeryBello, il nome del famigerato sito voluto dal Ministero dei Beni Culturali nel 2015 e che era risultato inadatto sia a un pubblico italiano che a un pubblico internazionale: dettagli in #verybello, vero italiano e inglese maccheronico.

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Er coccodrillaro 🐊🐊🐊

Ho trovato divertente ed efficace il commento er coccodrillaro per sintetizzare il video di un uomo che dà da mangiare a dei coccodrilli che aspettano pazienti il proprio turno, come se fossero animali domestici.

Coccodrillaro è un bell’esempio delle moltissime sfumature di significato che ci consentono i suffissi dell’italiano, in questo caso il suffisso nominale denominale –aro. Da Che cos’è un neologismo di Adamo e Della Valle:

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Comitato per la promozione dell’italiano: solo supereroi con superpoteri!

immagine di targa con dicitura Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana

Ritorno sulla discussa proposta di legge per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana per alcune considerazioni sull’articolo 7, che è l’unica vera novità rispetto alla proposta di legge del 2018.

L’istituzione del Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana sostituisce l’istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana (di cui si discuteva già da anni), ma mantiene la stessa funzione: “organismo di ausilio al Governo nazionale, in cui la componente politica e quella culturale e accademica possano confrontarsi nell’ambito delle rispettive competenze”. Dubito però che chi ha redatto la proposta di legge abbia considerato le implicazioni pratiche di un organismo del genere.

Composizione del Comitato

La prima parte dell’art. 7 riguarda l’istituzione del Comitato, che è composto da 12 membri:

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300 falsi amici

word cloud dii falsi amici

Il mio Elenco di falsi amici, in continuo aggiornamento, ormai ha raggiunto i 300 esempi.

Include non solo i classici falsi amici, le coppie di parole appartenenti a lingue diverse che sono uguali o molto simili nella forma ma differenti nel significato, come compass e compasso, ma anche pseudoprestiti (detti anche falsi prestiti o, nel caso specifico dell’inglese, pseudoanglicismi o falsi anglicismi), parole che hanno l’aspetto di un prestito ma che nella lingua di origine hanno un altro significato o addirittura non esistono, come stender.

Forestierismi e falsi amici

In questi giorni si discute molto di anglicismi per via della proposta di legge per la tutela dell’italiano e dell’idea che propugna che i “foresterismi [sic] eccessivi” “immiseriscono e mortificano” e “rischiano di portare a un collasso dell’uso della lingua italiana fino alla sua progressiva scomparsa”.

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