Post nella categoria “errori”
Il curioso caso degli hashtag con errore
È risaputo che i tweet di Trump sono pieni di refusi: ricordate Giuseppi e covfefe? L’ultimo esempio è Caronavirus, che non è un banale errore di digitazione bensì di ortografia: le vocali a ed o sono troppo distanti sulla tastiera per essere invertite per sbaglio.
Variazioni in tema #coronavirus
È plausibile che Trump ignori come si scrive coronavirus, però potrebbe anche essere stato confuso dagli innumerevoli hashtag con refuso che in queste settimane sono stati di tendenza soppiantando il corretto #coronavirus (per chi non ha familiarità con Twitter: sono “di tendenza” gli argomenti di discussione più popolari che appaiono in evidenza in un’apposita sezione – cfr. Trend(ing) topics, nuove “tendenze”) .
Coronavirus: conteggi errati di “ricoverati”
Un esempio di notizia sull’epidemia di COVID-19 tradotta malamente dall’inglese:
(da un tweet di Luca Fois)
Stando a quanto si legge, al 18 febbraio 2020 si contavano 1875 deceduti da COVID-19, da sommare a 73337 contagiati e a 13124 ricoverati, per un totale di 88336 persone (la congiunzione mentre ha valore avversativo e indica che si tratta di dati contrapposti).
Sono stati fatti due errori grossolani, uno di traduzione e uno di interpretazione delle statistiche, che nei media di lingua inglese hanno questo formato (dati del 20 febbraio):
Gatto delle nevi, parola nata per sbaglio
Il veicolo cingolato della foto è facilmente riconoscibile: è un gatto delle nevi, in montagna spesso abbreviato in gatto. Viene usato per battere le piste da sci e per trasportare cose o persone su terreni innevati.
Forse è meno noto che il nome italiano è dovuto a un’interpretazione errata della parola inglese snowcat, dal nome commerciale Sno-Cat che ha origine da un’abbreviazione di snow caterpillar e cioè “caterpillar della neve” (a sua volta, letteralmente, “bruco della neve”).
I gatti quindi non c’entrano nulla, ma l’etimologia della parola caterpillar rivela comunque una piccola sorpresa felina!
Problemi di roaming per i media italiani
Nei media italiani le notizie non firmate spesso hanno come fonte un’agenzia di stampa. Di chi è la responsabilità di eventuali errori? Chi deve verificare i contenuti? Ho visto opinioni diverse in Quando a sbagliare sono le agenzie e in alcune discussioni sui social, ad esempio qui e qui.
La mia impressione è che raramente vengano fatti controlli sui testi delle agenzie, altrimenti non capiterebbe di vedere le stesse traduzioni strampalate in media diversi. Esempio recente, apparso su varie testate, di un tweet di Donald Trump sulle manifestazioni di protesta in Iran in seguito all’abbattimento di un aereo di linea:
(da un tweet di @latraduzionedim )
“scansioni, ultrasuoni, raggi x”
La settimana scorsa la cantante Madonna ha annunciato con un post su Instagram di aver dovuto interrompere un tour a causa di problemi di salute. Il testo è stato tradotto in italiano da un’agenzia di stampa e poi pubblicato tale e quale da vari media, a quanto pare senza alcuna verifica del contenuto. Esempio:
Il confronto con il testo originale conferma che la traduzione è inadeguata:
I spent the last two days with doctors
Scans, ultrasounds, Xrays
Poking and probing and more tears.
Chi ha tradotto deve essere una persona che gode di ottima salute: sembra infatti che non abbia alcuna familiarità con procedure mediche comuni, né in inglese né in italiano.
Inglese farlocco: Black Days
Da qualche anno alla fine di novembre nei contesti commerciali italiani si vede ovunque l’aggettivo inglese black, associato non solo a days ma anche a week e weekend e usato con il significato di “con/di grandi sconti”. È un’accezione inesistente in inglese ma che risulta comprensibilissima per i consumatori italiani attenti ad acquisti e offerte speciali.
Lo pseudoanglicismo è entrato nell’uso dopo che è stata importata anche in Italia la tradizione commerciale del Black Friday americano. Negli Stati Uniti è il nome dato al quarto venerdì di novembre, il giorno dopo Thanksgiving che da decenni è dedicato agli acquisti. L’origine del nome ha a che fare con tutt’altro, il traffico, e inizialmente aveva solo connotazioni negative: dettagli in Venerdì rosso e venerdì nero.
traduttore vs interprete
Il 16 ottobre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato in visita ufficiale alla Casa Bianca. La conferenza stampa di rito ha fatto notizia non solo per i vaneggiamenti di Donald Trump ma anche per le espressioni della persona alle sue spalle. Alcuni esempi di titoli:
Le immagini sono diventate virali ma nel descriverle la maggior parte dei media italiani ha identificato erroneamente la persona come traduttrice anziché interprete, dimostrando così di ignorare una differenza di base tra due professioni in apparenza simili ma che invece richiedono competenze, abilità e formazione diverse.
Il traduttore traduce in forma scritta testi scritti, di solito solo verso la propria madrelingua.
Consegniamo?
Correzione estemporanea su un manifesto affisso nell’ascensore di un supermercato (evidenziazione rossa mia):
La i di consegniamo è stata cancellata ed è stato aggiunto il commento “ignoranti”, ma ha sbagliato chi ha corretto.
Come tutti i verbi della prima coniugazione, anche i verbi con radice che termina in –gn /ɲ/, quali consegnare, bagnare, sognare, guadagnare, disegnare, vergognare, richiedono la i nella prima persona plurale dell’indicativo:
Queen’s Speech non è “un discorso della regina”
Queen’s Speech è un termine istituzionale britannico che è stato frainteso da alcuni media italiani nelle notizie sulla sospensione del Parlamento (prorogation) voluta da Boris Johnson per evitare interferenze nell’attuazione della Brexit.
Foto: Why the Queen’s Speech and proroguing Parliament is causing arguments
Queen’s Speech è il testo con i punti essenziali del programma di governo che viene letto dalla Regina durante la State Opening of Parliament, la cerimonia per l’apertura formale di una nuova legislatura che per prassi è preceduta da un periodo di sospensione dei lavori parlamentari.
Trump, Giuseppi e le subdole -e
È stata fatta molta ironia sull’errore *Giuseppi in un tweet, poi eliminato e sostituito, scritto da Donald Trump sul presidente del consiglio italiano:
È risaputo che Trump fa spesso errori di ortografia, però in questo caso potrebbe essere stato influenzato dai molti italianismi dell’inglese americano che finiscono in –i e sono parole singolari, come panini, biscotti, zucchini, cannoli, pepperoni (plurale paninis, biscottis…).
Esilaranti falsi amici
Pubblicità di un film dell’orrore con un vistoso errore di traduzione (da un tweet di @MDMaster):
Il confronto tra la frase originale, the same exhilarating sense of hopelessness that the best Sam Raimi movies do, e la sua traduzione letterale, esilarante senso di disperazione, rivela un falso amico che avrebbe potuto essere evitato con un minimo di riflessione sul contesto d’uso.
Esilarante ≠ exhilarating
In italiano l’aggettivo esilarante significa divertente, spassoso, comico, che suscita grande ilarità. Sono sensazioni incongrue come reazione a un film dell’orrore (a meno che non si tratti di una parodia).
Sillabazione: la sfuggente s impura
Oggi su Twitter si discute di sillabazione. Esempio:
Conosciamo tutti la regola ortografica che si imparava in prima elementare (ora scuola primaria): nella divisione in sillabe “la s va sempre a capo”. È quindi sbagliato dividere toscani in tos–ca-ni, l’unica forma corretta è to-sca-ni.
L’errore è però comprensibile: foneticamente, la s di toscani appartiene proprio alla prima sillaba della parola. Nello scritto va però unita alla sillaba seguente per rispettare la convenzione grafica di non dividere mai un gruppo formato da s + consonante:
Il pipistrello omicida (anche no)
Errore di traduzione in una notizia su uno studio, in inglese, che ha analizzato le potenziali cause di una morte violenta avvenuta nella preistoria (e relativa arma del delitto):
Nel testo originale, State of the art forensic techniques reveal evidence of interpersonal violence ca. 30,000 years ago, sono descritte simulazioni fatte con baseball bat e ci sono frasi come this is a textbook pattern of an injury induced by a blow with a round, bat-like object, quindi l’errore di traduzione è incomprensibile (forse chi ha tradotto ha immaginato un pipistrello gigante, completamente surgelato, usato come corpo contundente!!).
Bufale linguistiche: il correttore “gender”
Alcuni media italiani hanno pubblicato una notizia linguistica fuorviante, costruita attorno a un unico dettaglio non rilevante per l’italiano e ingigantito ad effetto:
L’incongruenza tra titolo e sottotitolo dovrebbe far venire subito qualche dubbio sull’affidabilità della notizia: cosa c’entra la parola poliziotto con il cosiddetto “gender” e perché viene considerata discriminatoria?
La descrizione della nuova funzione non dà alcuna spiegazione e rafforza le perplessità:
Il principe Harry NON è “sulla luna”
Notizia dal Regno Unito: è nato il figlio del principe Harry che in proposito ha dichiarato di essere over the moon. Alcuni media italiani non hanno riconosciuto l’espressione idiomatica e hanno tradotto maldestramente con “sono sulla luna”.
In italiano però essere sulla luna non è riconducibile ad alcuna espressione tipica di un neopapà. Può invece richiamare il modo di dire vivere o essere nel mondo della luna, ma significa essere fuori dalla realtà e quindi sarebbe inopportuno in questo contesto – come anche essere ancora nel mondo della luna, che vuol dire non essere ancora nato.
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