“in un polmone di ferro”

Gli errori di traduzione nei media non sono dovuti solo a scarse competenze linguistiche ma anche a ignoranza generale, come in questi esempi di notizia dagli Stati Uniti della morte di un poliomielitico noto per le sue vicissitudini:

Titolo inglese: “Paul Alexander, ‘Man in the iron lung’ dies at the age of 78. Titoli italiani: “Muore a 78 anni Paul Alexander, guarito dalla poliomielite e vissuto in un polmone di ferro”; “È morto l’uomo che ha vissuto 7 anni nel polmone di ferro”; “È morto l’uomo dal polmone di ferro”

Ci si aspetta che chi si occupa di informazione professionalmente abbia perlomeno qualche rudimento di evoluzione della sanità nel XX secolo e di cosa ha comportato per la società. A quanto pare non è il caso di chi ha prodotto i titoli qui sopra (e relativi articoli).

Tradurre iron lung letteralmente con polmone di ferro anziché polmone di acciaio significa ignorare l’impatto delle infezioni da poliomelite, in particolare su generazioni di italiani nati prima degli anni ‘60, quando non esisteva ancora il vaccino antipolio. Significa non sapere che nelle forme più gravi la paralisi causata dalla malattia comprometteva la capacità respiratoria e costringeva a vivere rinchiusi in un respiratore automatico che determinava movimenti passivi della parete toracica, il polmone d’acciaio.

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Le improbabili “51 locazioni possibili”

Concludo la settimana con un altro esempio degli effetti del terrore delle ripetizioni nei media italiani:

Titolo: “Deposito per le scorie nucleari, pubblicato l’elenco: ecco i siti idonei in 6 regioni”. Testo: “Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha pubblicato sul proprio sito l’elenco delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari, contenuto nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (Cnai)”

Chi ha scritto questo testo immagino abbia ritenuto disdicevole ripetere area o sito e alla ricerca di sinonimi abbia pensato a location. Probabilmente avrà ritenuto che l’anglicismo fosse inadatto al contesto scorie nucleari, da cui la forma “italianizzata” locazione. Così però si dimostra scarsa padronanza del lessico italiano e viene confermato che la ricerca ossessiva di sinonimi spesso va a discapito di coerenza e correttezza dei contenuti.

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Nessun “fan a quattro zampe” per von der Leyen!

Momenti di ilarità al Parlamento europeo quando si è sentito abbaiare un cane alla fine di un intervento di Ursula von der Leyen:

 

È un siparietto divertente anche se irrilevante, ma lo cito perché è rappresentativo della noncuranza con cui vengono riportate notizie e notiziole in molti media italiani.

L’esempio che ho scelto riguarda la reazione della presidente del Parlamento Roberta Metsola, “Dear colleagues, we must have a support animal in the house”. Ecco come sono state tradotte in italiano le sue parole nel titolo e nel corpo di uno stesso articolo: 

Dopo von der Leyen interviene un cane, l’imbarazzo di Metsola e Sanchez al Parlamento Ue: «Colleghi, c’è un fan a quattro zampe»

[…] «Colleghi, dobbiamo avere un animale supporter in quest’Aula»

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I corsi della fantomatica Lega dell’Edera

Non si finisce mai di stupirsi del livello di sciatteria che traspare da alcune notizie tradotte dall’inglese:

Tweet e incipit di articolo di ANSA con foto della cantante Taylor Swift e testo “La Lega dell’Edera apre a Taylor Swift: in un ulteriore segnale della sua sterminata popolarità la Harvard University ha inserito nei suoi piani di studio un corso dedicato al fenomeno da lei generato”

La spiegazione a cui si pensa immediatamente è traduzione automatica senza revisione umana, perché si presume che chi lavora in ambito giornalistico conosca l’esistenza della locuzione Ivy League, il nome proprio con cui sono note otto delle più prestigiose università statunitensi.

La traduzione letterale in Lega dell’Edera però è un errore che non ci si aspetta dai sistemi di traduzione automatica attuali, proprio perché Ivy League non è un nome insolito e quindi è improbabile che non venga gestito correttamente. Se ne ha la prova se si fa qualche verifica nei sistemi gratuiti più noti: il nome Ivy League non viene tradotto letteralmente ma viene mantenuto in inglese, anche se scritto con iniziali minuscole. Esempio:

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Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta

immagine che illustra le parole dell’anno di dizionari di lingua inglese

Ogni anno in questo periodo vari dizionari, associazioni o istituzioni del mondo anglofono annunciano una word of the year, conosciuta informalmente con l’acronimo WOTY.

Associamo la tradizione delle parole dell’anno all’inglese ma in realtà ha origine in Germania negli anni ’70 del secolo scorso e poi è stata ripresa in vari altri paesi. In Italia c’è stato qualche tentativo poco riuscito per l’italiano e di solito i media si limitano a rilanciare le parole inglesi, con vari fraintendimenti che tradiscono scarse conoscenze linguistiche.  

Word of the year, non solo parole!

Innanzitutto va chiarito cosa si intende con “parola” (word), che in questo contesto è un concetto piuttosto ampio. In inglese la word of the year può essere un sostantivo, un verbo, un aggettivo, un pronome (they nel 2019), un suffisso, un acronimo, un hashtag, un’espressione, un modo di dire, un gioco di parole, una frase (my pronouns are… nel 2019), un eufemismo, o anche un’emoji (😂 nel 2015). 

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One Trillion Dollars NON è un trilione di $!

In questi giorni è uscita una nuova serie TV, One Trillion Dollars, titolo inglese per la versione doppiata in italiano di una produzione tedesca.

locandina della serie in tedesco, “Eine Billion Dollar” e in italiano, “One Trillion Dollars” e descrizione errata “incredibile somma di un trilione di dollari”

La serie è basata su un romanzo dello scrittore tedesco Andreas Eschbach, Eine Billion Dollar, pubblicato in Italia nel 2005 come Mille miliardi di dollari. È difficile giustificare la scelta incongruente di preferire invece per la serie TV un titolo in inglese, oltretutto frainteso da chi lo sta pubblicizzando.

Vari media descrivono One Trillion Dollars raccontando che la storia è incentrata su un’eredità che nel corso dei secoli “è cresciuta fino all’incredibile somma di un trilione di dollari”, un errore di traduzione che si ritrova anche nella descrizione del trailer ma non nel trailer stesso: nel doppiaggio italiano la somma è quantificata correttamente in mille miliardi di dollari.

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OpenAI: licenziamento con falso amico

Vistoso falso amico in una notizia dal mondo dell’intelligenza artificiale:

Titolo in inglese: “OpenAI fires co-founder and CEO Sam Altman for allegedly lying to company board”. Sottotitolo: “AI firm’s board said Altman was ‘not consistently candid in his communications with the board’ and had lost its confidence”

Titolo: OpenAI (ChatGPT) silura il CEO e cofondatore Sam Altman: non è stato “sempre candido”

Probabilmente chi ha tradotto la notizia non solo non ha padronanza dell’inglese ma non conosce neppure il significato dell’aggettivo italiano candido, altrimenti avrebbe capito che è fuori luogo e incongruo in questo tipo di contesto. Infatti, in riferimento ai comportamenti e agli atteggiamenti di una persona:

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Falsi amici: deportation ≠ deportazione

La Corte Suprema del Regno Unito ha dichiarato illegale il piano del governo di trasportare i richiedenti asilo in Ruanda.

titolo in inglese del 15 novembre 2023: “UK’s Rwanda deportation policy ruled unlawful by Supreme Court”

La notizia è stata ripresa anche dai media italiani, in molti casi senza riconoscere i falsi amici deportation deportazione e dimostrando così conoscenze inadeguate sia linguistiche che storiche.

Foto del primo ministro britannico Rishi Sunak e titoli in italiano: 1 Inghilterra, bocciato il Piano Ruanda sulla deportazione degli immigrati; 2 Regno Unito, la Corte Suprema boccia il programma di deportazione degli immigrati.

È un errore ricorrente che ho già descritto in Trump e la “deportazione” dei clandestini [2016]. Aggiungo ora altre osservazioni per l’inglese britannico.

Deportation in inglese nel lessico dei media

La parola inglese deportation ha più accezioni ma nel contesto immigrazione indica l’espulsione di un cittadino straniero da un paese e il ritorno forzato al paese di origine.

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Si chiama King’s Speech ma non è del re

Alcuni titoli del 7 novembre 2023 che dimostrano superficialità e mancanza di familiarità con le istituzioni britanniche:

TItoli: 1 Re Carlo a Westminster, il primo discorso da Re in Parlamento: 2 Regno Unito, oggi il primo discorso di Re Carlo III in Parlamento; 3 Re Carlo III, oggi il suo primo discorso da sovrano in Parlamento, dedicato alla madre. La solenne inaugurazione del Parlamento britannico offre a re Carlo III l’occasione per pronunciare il suo primo, storico discorso da sovrano a Westminster. Con un omaggio alla regina Elisabetta

Il riferimento è a King’s Speech, il testo con i punti essenziali del programma di governo che viene letto dal Re durante la State Opening of Parliament, la cerimonia per l’apertura formale di una nuova legislatura. Nonostante il nome, non è un discorso scritto dal sovrano (o dai suoi collaboratori) per esplicitare il suo pensiero ai sudditi ma il documento programmatico del governo che delinea le priorità e le linee di intervento per un anno.

In questo titolo del giorno precedente, con anticipazioni sul contenuto, è del tutto esplicito che si tratta del programma dell’attuale primo ministro, Rishi Sunak:

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L’albero “di Robin Hood” NON era un sicomoro

Foto di paesaggio con grande albero. Titolo inglese della BBC: “Sycamore Gap tree at Hadrian’s Wall cut down by vandals”; Titolo italiano del Corriere della Sera: “Regno Unito, rabbia per il sicomoro abbattuto”

Nel Nord dell’Inghilterra è stato abbattuto un albero famosissimo che dava il nome al valico del Vallo di Adriano dove cresceva, Sycamore Gap. Aveva circa 300 anni, era alto 36 m, ed era stato immortalato in alcuni film tra cui Robin Hood: Prince of Thieves.  

Quando avevo letto la notizia, in inglese, ero sicura che in italiano sarebbe stata riportata con un errore di traduzione perché non sarebbero stati riconosciuti due falsi amici, e così è stato. Alcuni esempi: 

Il giovane vandalo, la notte fra il 27 e il 28 settembre, avrebbe tagliato con una motosega il sicomoro vicino al Vallo di Adriano, nel Nord dell’Inghilterra.

Un albero star del cinema: si tratta di un Sicomoro situato accanto al Vallo di Adriano nel Regno Unito, diventato famoso nel film del 1991 "Robin Hood: Principe dei Ladri" con Kevin Costner.

«Il sicomoro era parte del Dna di questa zona, ora regnano solo tristezza e rabbia»

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I “volantini frequenti” di ITA Airways

Un esempio di localizzazione non professionale visto da Alex Franquelli nell’app di ITA Airways:

tweet di Alex Franquelli con immagine di interfaccia con opzione Volantino Frequente e commento Direttamente dall’app di @ITAAirways

Flyer che diventa volantino è un errore tipico di traduzione automatica, simile a quelli di cui sono pieni i siti che commercializzano prodotti cinesi. Non ci si aspetterebbe però di vederlo nell’interfaccia in italiano della compagnia di bandiera italiana, “partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze” e quindi, per ora, del tutto italiana.

Immagino che per risparmiare sia stato esternalizzato lo sviluppo dell’app in un paese che fornisce questi servizi a basso costo, forse in India, o che sia stata “customizzata” una soluzione già pronta, e quindi è comprensibile che la versione originale fosse in inglese. È invece ingiustificabile la mancata verifica della qualità della localizzazione in italiano, soprattutto per elementi così visibili dell’interfaccia.

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Malapropismi: “a gambe elevate”

  Foto: Mitchell Orr

Ho scoperto che c’è chi è convinto si dica scappare o fuggire *a gambe elevate anziché levate. Alcuni esempi:

non vi ricorda la codardia di qualcuno che scappava a gambe elevate?      da te i neuroni hanno preferito darsela a gambe elevate!      Furti d’uva a Caltagirone: ladri a gambe elevate fuggono dai carabinieri      strafalcioni strategici come l’incomprensibile ritiro a gambe elevate degli Usa dall’Afganistan      quando la verità sarà svelata, dovrete fuggire a gambe elevate

Si tratta di un malapropismo, la sostituzione di una parola con un’altra che ha suono simile ma un altro significato, come ad esempio dare il *bene placido e colmare una *laguna, con effetto spesso comico.

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No, non si dice “from the scretch”

Testo del tweet di @ReportRAI3: “Uno stato membro non può trasferire fondi a un’azienda, in questo caso una compagnia aerea, altrimenti altererebbe la concorrenza. I governi dell’epoca si inventano l’idea di partire from the scretch con una nuova compagnia aerea chiamata ITA Airways” con foto di professore di economia del trasporto aereo dell’Università di Messina

Questo tweet cita un docente universitario che in un programma televisivo generalista ha pronunciato la frase “i governi dell’epoca si inventano l’idea di partire from the scratch con una nuova società chiamata ITA Airways” (minuto 2).

Per me è l’ennesima conferma che l’abuso di anglicismi è inversamente proporzionale all’effettiva conoscenza dell’inglese e mi ha fatto subito pensare ai criteri di condotta di Francesco Sabatini:

1 Sei veramente padrone del significato di quel termine? 2 Lo sai pronunciare correttamente? 3 Lo sai anche scrivere correttamente? 4 Sei sicuro che il tuo interlocutore lo comprende? Quando anche uno solo di questi requisiti non è rispettato, vuol dire che:  stai facendo una brutta figura oppure usi quel termine per pigrizia oppure disprezzi il tuo interlocutore  

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Le parole create dalla traduzione automatica

Non è ancora stata ripristinata la versione tedesca del sito Italia.it, disattivata quando si è scoperto che vari toponimi che in italiano hanno anche un significato comune (“capitonym”) erano stati tradotti con nomi comuni tedeschi equivalenti.

Alcuni esempi: Camerino ➝ Garderobe, Cento ➝ Hundert, Chiusi ➝ Geschlossen, Cuneo ➝ Keil, Fermo ➝ Stillstand, Nervi ➝ Nerven, Potenza ➝ Leistung, Prato ➝ Rasen, Salve ➝ Hallo.

Non solo: la traduzione automatica aveva trasformato in parole tedesche anche toponimi che in italiano sono solo nomi propri senza un significato particolare.

Foto di Rivisondoli, Sorradile e Tinnura con le traduzioni tedesche Revisionen, Lächle e Tinnitus
In questi esempi Rivisondoli è diventato “revisioni”, Sorradile “sorriso”, Tinnura “acufene”.

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Come si dice Lago di Como in inglese

La campagna Open to Meraviglia continua a suscitare polemiche di ogni tipo, anche del tutto ingiustificate come quella sul nome inglese del Lago di Como in tendenza oggi su Twitter. Alcuni esempi:

Immagine della Venere al Lago di Como con esempi di tweet: 1 Nella propaganda con la Venere di Botticelli, campeggia la scritta maccheronica “Lake Como”; Non dico hanno ragione a vietare le parole straniere visto che non ne sanno mezza. Notare in alto a sinistra la scritta Lake Como invece di Como lake; 3 Il capolavoro è Lake Como;  4 Magari Como lake. Capre che sono; 5 Lake Como. Ed è subito noios volevant savuar; 6 Questo ancora non lo hanno capito nemmeno loro! E invece Lake Como? Invece di Como Lake? Sbagliato sia in italiano che in inglese! 7 Ministro forse avete sbagliato a scrivere, in inglese è “Como lake” e non “lake Como”; 8 Se proprio dobbiamo fare le pulci anche lake Como non è corretto, si dice Como lake! Neanche le basi!

A scatenare lo sdegno è stato un dettaglio dell’immagine promozionale ambientata al Lago di Como. C’è chi ha ritenuto errato il nome inglese nella didascalia, LAKE COMO, LOMBARDY, convinto che si dovesse invece dire *Como Lake, e poi moltissimi a ruota hanno commentato ridicolizzando la traduzione, però senza accertarsi che fosse davvero sbagliata (no, è corretta!).

È una polemica sconsolante perché indicativa di un livello inadeguato di conoscenze dell’inglese (ed ennesima conferma c’è chi crede a qualsiasi cosa che diventa virale).

Nome propri geografici in inglese

In inglese molti nomi propri geografici che includono il descrittore (<Place>) del tipo di luogo sono del modello the Xyz Place (con articolo determinativo) ma non i nomi dei laghi più conosciuti, che invece di solito seguono il modello Place Xyx (senza articolo).

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