“Prima l’italiano”?

Avete già visto lo sketch di Maurizio Crozza nel ruolo del ministro Salvini che contrasta l’invasione delle parole straniere?

Lo spunto per lo sketch è la decisione del ministro di usare la traduzione letterale tassa piatta in alternativa a flat tax.

Sono però convinta che Crozza voglia ridicolizzare anche tutti i politici che hanno scelto come cavallo di battaglia la tutela della lingua italiana, spesso senza una comprensione adeguata dei suoi meccanismi e quindi con scarsa credibilità.

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Parole e luoghi: gargouille

foto di libro intitolato Les Gargouilles de Notre-Dame de Paris

Ci sono parole che associamo a momenti o a luoghi particolari. Io penso sempre a Parigi e alla cattedrale di Notre-Dame quando vedo la parola francese gargouille /ɡaʀˈɡuj/, usata anche in italiano come prestito e a volte adattata in garguglia o gargolla.

Nell’architettura gotica gargouille identifica i doccioni che terminano con figure grottesche di animali o mostri con fauci da cui defluisce l’acqua piovana.

È una parola che inizialmente avevo trovato ostica (non parlo francese) ma poi l’avevo memorizzata facilmente grazie all’etimologia: gargouille deriva dal francese antico gargoule, una combinazione di due parole con lo stesso significato, gola.

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Brexit, brexiting e #BrexitShambles

Oggi 29 marzo 2019 è Brexit Day, il giorno in cui sarebbe dovuta avvenire l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, ma al momento non si sa ancora esattamente quando avverrà.

Il verbo brexit

Intanto è diventata virale questa definizione di brexiting:

Brexiting, verb: 1) telling everyone at the party that you are leaving, but actually staying. Example: Theresa is at the party, brexiting near the fridge for over an hour now.

“A una festa, dire a tutti che si sta per andare via ma invece trattenersi” è un’accezione divertente che però probabilmente ha origine in altre lingue (dettagli più sotto).

Serve anche a ricordare che il verbo brexit non è una novità: si usava già prima del referendum del 23 giugno 2016 con un significato inizialmente solo letterale, descritto in Brexit, Bremain e la crasi dei media italiani.

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Raus! Nomi ibridi per repellenti ed esche

Mi incuriosiscono molto i prodotti con nomi insoliti, come alcuni disabituanti e repellenti che ho visto recentemente:

RAUS FORMICHE disabituante granulare; RETTIL RAUS disabituante per lucertole, serpenti e rettili; RAT RAUS Protex repellente spray pronto all’uso, protegge gli oggetti dall’attacco dei topi e ratti

Tengono lontani animali di vario tipo grazie a sostanze che hanno odori a loro sgraditi ma che sono innocue per persone e ambiente. Nel sito del produttore ho scoperto che oltre a quelli fotografati ne esistono altri con nomi ibridi simili.

I nomi mi hanno colpita perché, a parte l’elemento ricorrente Raus, sono incongruenti sia per il tipo di parole che li compongono che per l’ordine in cui sono combinate. Esempi: 

Raus Formiche   tedesco + italiano
Rettil Raus    pseudoanglicismo + tedesco
Animal Raus      inglese + tedesco
Talpa Raus      italiano + tedesco
Rat Raus Protex inglese + tedesco + internazionalismo

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Atlante dei sistemi di scrittura in pericolo

homepage del sito www.endangeredalphabets.net

Il 21 febbraio si festeggia la giornata internazionale della lingua materna e in questa occasione è stato lanciato il progetto Atlas of Endangered Alphabets.

È una raccolta di sistemi di scrittura considerati in pericolo perché non sono usati ufficialmente in nessun paese. Non vengono insegnati a scuola né usati nel quotidiano ma appartengono alle tradizioni culturali e se ne trovano esempi in insegne, opere artistiche e artigianali, luoghi religiosi…

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Shibboleth, un’origine cruenta

Canzoncina per sorridere sulla pronuncia insolita di alcune località e altri nomi propri inglesi ostici per chi non è un parlante nativo o del luogo:

Si intitola Shibboleth /ˈʃɪbəˌlɛθ/, che nell’accezione usata anche in italiano significa “parola che contiene un suono difficile da pronunciare per un parlante di altra lingua, attraverso la quale può essere riconosciuto un individuo non appartenente al proprio gruppo etnico o linguistico”.

È un ebraismo entrato in italiano attraverso l’inglese nel XIX secolo grazie al poema satirico Don Juan (stanza 12 del canto XI) di Lord Byron.

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Francesismi internazionali

Ho un debole per le strisce di Pearls Before Swine, specialmente se ci sono giochi di parole improbabili o fraintendimenti assurdi come quelli dell’ingenuo tontolone Pig:

striscia di Pearls Before Swine con confusione tra le parole Umlaut e Omelette

La striscia mi dà lo spunto per evidenziare una peculiarità di un internazionalismo presente nella maggior parte delle lingue europee, il francesismo naïf (a sua volta dal latino nativus, “ingenuo, popolare”).

Naive e naïf  

In italiano abbiamo adottato la forma canonica maschile francese, in inglese invece il femminile, naive (c’è anche naif ma è poco comune). In entrambe le lingue coesistono le forme con segno diacritico, naïf e naïve, e quelle senza, naif e naive.

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“Governo Frankenstein”

gobierno frankenstein

Da qualche giorno anche la Spagna ha un nuovo capo di governo, il socialista Pedro Sánchez che ha preso il posto di Mariano Rajoy dopo una mozione di sfiducia votata da un’opposizione di numerosi partiti molto diversi tra loro.

Al momento non è ancora nota la lista dei ministri ma intanto si è diffuso l’uso del nomignolo gobierno Frankenstein perché composto da pezzi eterogenei che darebbero origine a una creatura mostruosa.

Una vignetta di JM Nieto per il giornale conservatore ABC:

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C’è fracasso e fracaso

In questo tweet della Gazzetta dello Sport su una partita di calcio in cui il Barcellona ha perso dalla Roma c’è un vistoso falso amico:

 tweet di LaGzzettadelloSport: VIDEO “Barça, è fracasso totale”: i catalani finiti sotto processo #RomaBarcellona - la rassegna stampa spagnola
.(via Rosaria Rizza)

Fracasso ≠ fracaso

In italiano la parola fracasso vuol dire forte rumore prodotto da cose che si infrangono, e quindi anche frastuono, baccano, chiasso. In senso figurato fare fracasso vuol dire fare parlare di sé o di qualcosa suscitando scalpore.

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Emoji con braccia a X e a O

percorso della maratona in cui ogni chilometro è rappresentato da una diversa emoji per diverse emozioni e sensazioni

L’emoji-thon (emoji+marathon) è stata pubblicata da una società del gruppo Adidas che si rivolge un pubblico internazionale. È divertente anche per chi non farà mai una maratona e sono convinta che la sequenza di emoji risulti alquanto efficace indipendentemente dalla lingua che si parla.

Sarei però curiosa di sapere se tutti danno la stessa interpretazione all’emoji del km 36.

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Aporofobia: paura e ostilità verso i poveri

La parola dell’anno del 2017 in Spagna è aporofobia la paura, ripugnanza o avversione verso i poveri.

È un neologismo coniato dalla filosofa spagnola Adele Cortina alla fine del secolo scorso per identificare un atteggiamento negativo molto diffuso nelle società del benessere che è esemplificato dall’ostilità verso i migranti ma che va distinto dal razzismo e dalla xenofobia.

Per Cortina, ciò che crea avversione non è la provenienza straniera ma la condizione di povertà, intesa non solo come indigenza ma anche come indisponibilità di beni e servizi di tipo sociale, politico e culturale.

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