Giovanni Adamo e la terminologia informatica

MI ha rattristata la notizia che è scomparso il linguista Giovanni Adamo, grande esperto di neologia e di terminologia tecnico-scientifica ma anche persona squisita e molto arguta che avevo avuto il piacere di incontrare ad alcuni convegni dell’Associazione Italiana per la Terminologia. Ricordo ad esempio una visita divertente a un noto negozio di sfogliatelle di Napoli, seguita da una conversazione stimolata dal passaggio di un Alibus e che mi aveva poi dato l’idea per Scuolabus, pedibus e altri ···bus.

Sono convinta che questa capacità di cogliere spunti ovunque si ritrovi anche negli esempi sul lessico e nelle raccolte di neologismi curate da Giovanni Adamo, che era anche un ottimo divulgatore.   

Copertina di “Che cos’è un neologismo”Copertina di “Le parole del lessico italiano”

Se non li conoscete già, vi consiglio due volumetti della collana Pillole di Carocci, Che cos’è un neologismo e Le parole del lessico italiano, di cui Giovanni Adamo è autore assieme a Valeria Della Valle. Li ho citati spesso qui nel blog perché sono chiarissimi, ricchi di esempi e molto piacevoli da leggere.

Adamo sulla terminologia informatica

La mia prima lettura di un testo d Adamo era stata La terminologia tecnico-scientifica in lingua italiana – Alcune osservazioni sulla terminologia dell’informatica, un articolo del 1996 in cui aveva evidenziato alcuni problemi tipici della terminologia italiana e per primo aveva identificato un conflitto che tuttora continua a caratterizzare alcuni aspetti della terminologia informatica:

nel caso dell’informatica, si riscontra un rapporto particolarmente difficile fra la terminologia ufficiale – attestata nelle pubblicazioni scientifiche, nei manuali nei programmi e nei dizionari specialistici – e il gergo parlato nei centri di sviluppo del software e di elaborazione dei dati. La difficoltà di questo rapporto si manifesta attraverso una sorta di autocensura dei parlanti e sembra costituire una delle ragioni per cui l’italiano risulta in questo dominio meno produttivo di altre lingue europee: la terminologia informatica in lingua italiana appare spesso guardinga e tende a preferire il prestito più che il conio di nuovi termini.

Negli anni sono cambiati i canali e le modalità con cui si diffondono e vengono popolarizzati i concetti informatici, con variabili aggiuntive tra cui i social, la rilevanza di early adopter e influencer e il ricorso al crowdsourcing, ma permangono e per certi aspetti sono state amplificate le discrepanze terminologiche identificate allora da Adamo.

Preferire termini inglesi*, ad esempio, non è più una prerogativa solo degli informatici ma anche di molti utenti, non necessariamente esperti, e avviene nonostante la disponibilità di prodotti localizzati per i quali sono state privilegiate soluzioni italiane nella formazione secondaria dei termini.

In questo articolo e in altri testi Adamo aveva inoltre evidenziato il ruolo degli internazionalismi, il ricorso più limitato alla terminologizzazione rispetto all’inglese, l’uso solo colloquiale di neoformazioni ibride e altro ancora. Quando ero responsabile della terminologia italiana dei prodotti Microsoft avevo apprezzato molto le osservazioni perché Adamo aveva compreso molto bene i problemi terminologici della localizzazione – a differenza di altri che invece ne hanno scritto in maniera del tutto disinformata – e sono contenta di averglielo potuto dire di persona. 


* Esempi di discrepanze terminologiche

In Twitter, il termine etichetta scelto inizialmente per denominare gli hashtag era stato sistematicamente ignorato dagli utenti e aveva costretto alla modifica della documentazione a favore dell’anglicismo; una serie di tweet su uno stesso tema è una conversazione ma gli utenti italiani preferiscono thread. Un altro esempio è file che un tempo nei prodotti Apple si chiamava archivio, come descritto in File, dall’ufficio al computer (ma non in italiano), ma poi era stato cambiato in file per adeguarsi alla terminologia prevalente in Italia.

C’è un vecchio esempio sulle interferenze di early adopter e influencer in …e circoli e cerchi (con piccola polemica), mentre in Completamento, compilazione e riempimento ho descritto alcune discrepanze terminologiche in inglese che sono amplificate in italiano.

In “Provate voi a tradurre home page” trovate altre considerazioni sul lavoro terminologico nella localizzazione.