Draghi cade nel drammatico [miglioramento]

Nella conferenza stampa del 16 aprile 2021 il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha annunciato la riapertura delle attività all’aperto e della scuola con una motivazione basata sull’analisi dei dati sui contagi e sui ricoveri per COVID-19:

Immagine di Draghi con fumetto: “il governo ha preso un rischio, un rischio ragionato però, un rischio fondato sui dati che sono in miglioramento, ma non in un miglioramento drammatico: sono in miglioramento”

Si nota un’interferenza dell’inglese sempre più diffusa: l’aggettivo drammatico usato impropriamente in italiano con il significato che ha l’aggettivo dramatic in inglese. Sono due falsi amici che  ho già descritto in drama ≠ dramma;

drammatico in italiano indica qualcosa di tragico, doloroso e con una probabile evoluzione infausta o in ogni caso altamente sfavorevole

dramatic in inglese descrive invece qualcosa di sorprendente, che si fa notare; se riferito a un evento o a un cambiamento, indica che è repentino e rimarchevole (ad es. a dramatic increase in price), drastico, radicale o eclatante.

In una comunicazione pubblica credo sia importante fare attenzione anche ai dettagli lessicali. Chi ascolta e sente l’aggettivo drammatico potrebbe infatti pensare che la situazione sia molto preoccupante, mentre Draghi intendeva che il miglioramento non è evidente ma [fortunatamente] c’è.  Esempio visto su Twitter:

Tweet: In #conferenzastampa draghi parla di dati in miglioramento, e aggiunge “ma non in miglioramento drammatico” Ora la domanda è: ma qual è il motivo x cui se i dati migliorano “è drammatico”??? Spero in un lapsus ma credo di no. Quindi, perché?????

I falsi amici dramaticdrammatico sono sempre più frequenti e riguardano non solo l’aggettivo ma anche l’avverbio drammaticamente. In Pseudoanglicismi: il ted ho usato questo esempio: 

Foto di noto virologo con con immagine sulla variante sudafricana del coronavirus in cui si legge I CASI CAUSATI DA QUESTA VARIANTE SONO DRAMMATICAMENTE DIMINUITI


A proposito di espressioni ricorrenti nella comunicazione governativa, nella stessa conferenza stampa il Ministro della Salute ha usato più volte la parola tesoretto, già descritta in Cos’è il tesoretto di Speranza per la scuola?


Grazie a @silviettinabb per la segnalazione

20 commenti su “Draghi cade nel drammatico [miglioramento]”

  1. Giovanni:

    E dire che era partito così bene, “chissà perché dobbiamo sempre usare tutte queste parole inglesi?”

  2. Hybris Hybridatus:

    Sì, d’accordo: è un “falso amico”, ma non facciamone una tempesta in un bicchiere d’acqua! Può essere estensivamente interpretato come avente intensità emotiva simile a quella di un dramma, significato che ha in inglese e fatto proprio dal “Garzanti linguistica”.

  3. Licia:

    @Giovanni i prestiti sono subito riconoscibili perché hanno un aspetto diverso, i calchi sono invece molto più subdoli.

    @Hybris Hybridatus questo è un blog linguistico che prende spunto da usi reali della lingua per analizzare diversi tipi di fenomeni e aspetti linguistici tra cui l’interferenza dell’inglese. Succede che i falsi amici entrino definitivamente nell’uso e diventino prestiti camuffati, come è il caso ad esempio dell’aggettivo visionario, ma non mi pare sia ancora successo a drammatico e drammaticamente

  4. Hybris Hybridatus:

    @Licia So benissimo che questo è un blog linguistico ed è per questo che non ho detto che il rilievo sia sbagliato, anzi, ma di non enfatizzare questo calco che mi è parso simile, ma meno gave di quello fatto traducendo nel 2011 un “impressive” della Merkel con un “impressionante” del tutto fuori luogo (era stato riportato anche qui con delle eccellenti note). Il riferimento al “Garzanti linguistica” l’ho fatto proprio per indicare che nel significato esteso di “intenso emotivaente” sembra che stia cercando di legittimarsi…

  5. Licia:

    @Hybris Hybridatus non so quale riferimento di Garzanti Linguistica tu intenda (mancava il link) ma se è quello che ho trovato in garzantilinguistica.it, la voce per l’aggettivo drammatico non riporta alcun “significato che ha in inglese” ma dà una definizione coerente con quella di tutti gli altri dizionari di italiano:

    1. che ha tragicità e intensità emotiva simili a quelle di un dramma; angoscioso, conflittuale, molto triste: situazione drammatica; parlare con toni drammatici   2. proprio del dramma, relativo al dramma: stile, genere drammatico; arte drammatica | che scrive, rappresenta o interpreta drammi: autore, attore drammatico; compagnia drammatica, compagnia teatrale

    La congiunzione che precede intensità emotiva è una e che ha funzione copulativa: coordina elementi di uguale valore, quindi se qualcosa è descritto come drammatico non ha solo intensità emotiva ma anche tragicità (l’interpretazione che hai dato sarebbe stata valida se invece fosse stata usata la congiunzione disgiuntiva o a indicare alternativa).

    Ne approfitto per ricordare che i dizionari dell’uso sono descrittivi: fotografano l’uso della lingua, non “legittimano” l’uso delle parole.

  6. Hybris Hybridatus:

    Prima di entrare nel merito approfitto per:
    – precisare che ho scritto (basta rileggere) che è il “significato esteso” dell’aggettivo che sta cercando di “legittimarsi” (attraverso l’uso) NON che il garzantilinguistica stia cercando di “legittimare” alcunché
    – chiederLe dove ci saremmo conosciuti, il che giustificherebbe l’uso del “tu” (a meno che non si voglia “legittimarlo” in quanto trasposizione dello “you” britannico, ma sarebbe incoerente con il resto della sua argomentazione)

  7. Licia:

    @Hybris Hybridatus se non indicato diversamente, nei blog è convenzione che ci si dia del tu. Curioso davvero che si risenta per l’informalità qualcuno che a casa altrui (il mio blog 😉 ) non si presenta neppure ma si nasconde dietro un nome di fantasia…

  8. Flavia:

    Anche la collocazione di ‘prendere’ con ‘rischio’ a me suona tanto di “take + risk”. Mi sbaglierò, ma in italiano i rischi si ‘prendono’?

  9. Licia:

    @Flavia, sì, anche questa è un’interferenza dell’inglese (take a risk). In italiano invece un rischio si corre o si assume, perlomeno però in questo caso la comunicazione non risulta distorta.

  10. Hybris Hybridatus:

    Toh! Questa è nuova, anzi gotica: “darsi del tu è una convenzione dei blog”… Interessante applicazione della distorsione (in inglese “bias”…): “quello che faccio io dico che lo fanno tutti così giustifico le mie scelte”. Io preferisco basarmi sulla convenzione meno “italiota” che per darsi del tu occorre conoscersi personalmente.
    “Nome di fantasia”… Mai sentito parlare del “nomen hybridum”? Beh, adesso sa che esiste!

  11. Hybris Hybridatus:

    Lascerei perdere questi “scambi” che trovo francamente fuori luogo e che derivano dalla sua lettura “legittimare” invece del mio “legittimarsi” – sulla quale lei ha (illegittimamente?) sorvolato – il significato estensivo e non strettamente associato al dramma è riportato da:
    https://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/D/drammatico.aspx?query=drammatico (2 estens. Che ha la forza emotiva, la potenza di un dramma)
    https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/D/drammatico.shtml (2 estens. Che ha l’intensità emotiva di un dramma)
    https://www.dizionario-italiano.it/dizionario-italiano.php?lemma=DRAMMATICO100 (3 Che ha la tragicità e l’intensità di un dramma; 4 Doloroso)
    In base a questi riferimenti penso che potrebbe convenire che Mr. Draghi non ha poi fatto un errore da matita blu…

  12. Martina:

    Il falso amico dramatic -> drammatico è uno dei più comuni. A scusante di Draghi, gli concedo che, essendo forse abituato a usare l’inglese quotidianamente, possa essere caduto in uno “scivolone da emigrante”, ovvero alcune persone bilingui a volte italianizzano delle parole inglesi perché non ne trovano immediatamente il corrispondente in Italiano.
    A parte questi casi, i due termini hanno significati assai diversi nelle due lingue. Il termine italiano “drammatico” viene reso in inglese con tutta una serie di altri aggettivi che variano a seconda del contesto.

  13. Hybris Hybridatus:

    Ma no! Basta guardare i link per capire che si tratta di un’estensione del significato orihinario, non di un falso amico che significa qualcosa di ben diverso del singificato originario.
    Direi che può essere classificata come silitudune

  14. Giovanni:

    Va bene sig. Hybris prendiamo il secondo dei suoi link (dizionari.corriere), Le chiedo da parlante italiano nativo Lei interpreta l’esempio ivi riportato, situazione economica drammatica, come situazione economica intensamente favorevole? Magari, se proprio vogliamo, a seconda del contesto? Oppure invariabilmente e inequivocabilmente come situazione economica molto preoccupante?

    Concordo con l’autrice, darsi del tu in un blog è generalmente accettato non certo una mancanza di rispetto. Chiedere l’uso del Lei (con tanto di maiuscola) suona e stona come una banale provocazione.

  15. Hybris Hybridatus:

    Va bene sig. Giovanni! Prendiamo magari anche l’elemento che accomuna i link come estensione del significato originario (ha notato la paroletta “estens.”?) così da avere una visione più ampia e coerente perfino con il suo “a seconda del contesto”. Vede (la ringrazio per il Lei ossequioso con la “l maiuscola”, ma è sufficiente anche con la minuscola…) quello che mi ha fatto parlare di “tempesta in un bicchier d’acqua” è l’avere censurato Draghi per la trasposizione in italiano del significato che normalmente viene dato in inglese al “dramatic” nel contesto di un mutamento, non di una situazione che perdura, e che aveva un significato palesemente estensivo rispetto a quello stricto sensu in italiano in quanto riferito esplicitamente a un “miglioramento”.
    Un caso simile si è già consolidato col termine “risk” che in inglese ha un significato bivalente, positivo o negativo a seconda del contesto, mentre in italiano è connotato negativamente come sinonimo di “pericolo”. Tuttavia la Treccani, ovviamente con la precisazione “(estens.), indica “qualunque possibilità che una cosa, anche positiva, accada” e in determinati contesti sarebbe considerato fuori luogo o addirittura risibile censurare l’uso del termine italiano “rischio” per indicare la possibilità di ottenere un vantaggio con un’abile manovra finanziaria.
    PS Mi sembra che le ragioni della “leggerezza” di calviniana memoria siano state un po’ trascurate in questa discussione…

  16. Stefano:

    Checchè ne pensino i Sig.ri Ibridi con la Loro personale interpretazione dei lemmi nei dizionari, è fuori discussione che “drammatico” in Italiano ha un’accezione negativa. Si può discutere sulla gravità dell’errore, ma tale resta.

  17. Hybris Hybridatus:

    Checché ne pensino i sigg. Stefani con i loro svarioni (“checché” vuole l’accento acuto, non grave!) è fuori discussione che “drammatico”, come anche “rischio”, in italiano ha in origine un’accezione negativa, ma che ha ormai assunto, come i lemmi dei dizionari dimostrano a chiunque sia in grado di interpretare correttamente il significato di “estens.” ivi riportato, una connotazione dipendente dal contesto. E se si parla di “miglioramento drammatico” è insensato appigliarsi al senso stretto del termine in italiano per sentenziare col ditino alzato da “profia” supponente che si tratta di un errore! Ma cerchiamo di essere più aperti alle inevitabili evoluzioni della lingua, suvvia!

  18. Stefano:

    Sig. Ibrido, Le sono grato per avermi fatto notare l’autentico svarione. E’ una fortuna, per la difesa dell’italiano corretto, che esista ancora qualcuno che controlla la regolarità delle accentazioni (pur essendo ben aperto, suvvia!, alle inevitabili evoluzioni della lingua):
    la disattenzione sugli accenti, in un blog, può comportare esiti drammatici (ossia molto negativi: meglio specificare, d’ora in poi).
    Però mi sorge spontanea una domanda: sarebbe possibile definire “profia supponente” anche chi fa notare che, su un termine, l’accento non va messo acuto ma grave (col ditino alzato)?

  19. Hybris Hybridatus:

    Finalmente un post “comme il faut”:
    – arguto q.b. (il sito della Treccani spiega l’abbreviazione…)
    – apprezzabile l’intento di specificare il tipo di drammaticità degli esiti di una “disattenzione” (anche se è chiaro dal contesto…)
    – legittima la domanda sul ditino alzato: certo che è un rilievo da “profia supponente”, ma non potrebbe essere un modo per far notare la supponenza dell’iniziale “dito alzato” sulla terminologia utilizzata da Draghi?
    Comunque, e per quanto mi riguarda la chiudo qui, fare una “tempesta in un bicchiere d’acqua” e guardare il “dito” (non è un miglioramento drammatico) invece della “luna” (ma è un miglioramento) mi sembra francamente fuori luogo! E sorvolo sul tweet riportato a titolo di esempio per giustificare il rilievo: scritto con dei veri strafalcioni (altro che l’accento irregolare…) e con dei contenuti penosi; spero che averlo preso come riferimento sia stata solo una svista…

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