Cascatelli: criteri americani per la pasta perfetta

cascatelli

Arriva dagli Stati Uniti la notizia di un nuovo formato di pasta che mi ha incuriosita per alcuni neologismi e pseudoitalianismi.

La novità sono i cascatelli, prodotti dall’azienda americana Sfoglini (maschile di sfoglina) e ideati dall’autore del podcast The Sporkful*, tale Dan Pashman che, insoddisfatto da spaghetti, bucatini e fusilli, ha voluto trovare il formato perfetto e ha descritto la propria impresa come Mission: ImPASTAble.

Il nome maschile cascatelli è coerente con altri nomi americani per la pasta come ad esempio linguini (linguine), rotini (fusilli) e mostaccioli (penne lisce), già citati in Bimbos in stilettos eating pepperoni paninis. Prima di arrivare a cascatelli, che immagino sia influenzato anche da cavatelli, Pashman aveva considerato alternative quali Pashmini, Sporkini, e millepiedi.

creste di gallo

La forma curva dei cascatelli con il nastro ondulato (ruffle) non sembrerebbe molto diversa da quella delle creste di gallo (o galletti), ma per Pashman è innovativa perché soddisfa i tre criteri per la pasta perfetta definiti e denominati da lui stesso: 

1 sauceability – la propensione a fare aderire il condimento alla pasta, ottenuta grazie alla trafilatura al bronzo e a un “trogolo” (sauce trough) che raccoglie più sugo possibile;

immagine con didascalia: bucatini half-tube & ruffles create a sauce trough for max sauceability

2 forkability – la facilità con cui si infila la pasta con la forchetta, ottenuta grazie a una forma più allungata che garantisce più punti di inserimento;

Immagine con didascalia: longer cut than most short shapes provides more fork insertion points, improves forkability

3 toothsinkability – il grado di soddisfazione nell’addentare la pasta, ottenuto grazie ad angoli retti che impediscono che il cascatello si afflosci quando si morde e garantiscono un “contrasto dinamico” (dynamic contrast).. 

Immagine con didascalia: right angles (rare in pasta shapes) resist bite force from all directions, maximize toothsinkability
(immagini: A New Pasta Shape Debuts Today, Invented by The Sporkful Podcast – La Cucina Italiana)

È molto probabile che i neologismi sauceability, forkability e toothsinkability siano destinati a rimanere occasionalismi ma sono divertenti e immediatamente comprensibili, anche perché sfruttano il  suffisso –ability in maniera creativa (o forse un po’ disinvolta!). I concetti che rappresentano invece mi sembrano tipica fuffa americana!

Il nome Cascatelli non mi pare particolarmente appetitoso, anche perché mi viene spontaneo paragonarlo a Marille, nome evocativo per la pasta ideata anni fa da Giorgetto Giugiaro. Chissà se arriveranno mai in Italia…

Vedi anche:
🍝 Mostaccioli, un mondo da gustare con miniraccolta di post in tema pasta
🍝 Moda all’italiana: per una Speziale per altri pseudoitalianismi usati in inglese 
🍝 Italian sounding e inglese farlocco


Una curiosa coincidenza nel mondo della pasta: mentre negli Stati Uniti si opta per nomi italianeggianti, un’azienda italianissima, la Barilla, ha annunciato un concorso (anzi, contest!) per ideare un nuovo formato di pasta e lo fa privilegiando l’inglese, con una descrizione in italiano intitolata Barilla New Pasta Shape infarcita di anglicismi. Ad esempio, il target d’uso è rappresentato da Master chefs, Foodies, Food Lovers, che amano ricercare prodotti “speciali”.


* sporkful è l’azione tra la cucchiaiata (spoonful) e la forchettata (forkful), fatta con uno spork: forchiaio o cucchietta?

5 commenti su “Cascatelli: criteri americani per la pasta perfetta”

  1. Martina:

    Partecipo volentieri alla discussione perché hai toccato una mia idiosincrasia. Non sono una particolare amante dei neologismi in inglese-americano. Il che è una contraddizione in sé, lo so e mi rendo conto che se Shakespeare non fosse stato lui stesso un amante di neologismi, metà della lingua inglese contemporanea non esisterebbe. Ma. Il mio “ma” è che molti dei neologismi contemporanei sono connessi ad un lingo mediatico che mi viene indigesto. Bada che non sto parlando degli occasionalismi – infatti trovo Mission:Impastable geniale – che sono anche divertenti, ne degli espedienti letterari di scrittori e poeti, che sono arte (e, come nel caso di Cyberspace, entrati nella cultura contemporanea). Ma termini ormai radicati come crowdsourcing, geobragging, unputdownable, staycation e potrei andare avanti all’infinito proprio non riesco ad inserirli nel mio vocabolario personale. Dovrei fare uno sforzo? Si apra il dibattito 😉

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