Tuta e bituta, parole d’autore

Taglio della tuta – disegno originale di ThayahtModello di tuta – disegno originale di Thayaht
Immagini: Gallerie degli Uffizi

Le due immagini di tuta, dalla collezione del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti, sono tempere su carta dell’artista futurista fiorentino Thayaht, pseudonimo di Ernesto Michahelles e ideatore dell’indumento in un unico pezzo e anche del suo nome, che è quindi una parola d’autore

Tuta è un’abbreviazione e adattamento del nome francese tout-de-même e riproduce schematicamente anche il modello grafico dell’indumento: la parte superiore rappresenta la T e quella inferiore la U, capovolta con angoli squadrati; le gambe divaricate come nella seconda figura rappresenterebbero invece la A.

L’indumento prevedeva una versione maschile e una femminile (chi la portava era una tutista) ed era stato presentato nel 1920 sulle pagine del quotidiano La Nazione, come racconta La Tuta di Thayaht con altre immagini e dettagli sull’ideazione e il lancio del progetto. Si scopre, ad esempio, che “giocando con l’etimo della parola da lui stesso coniato, [Thayaht] profetizza che presto «tuta la gente sarà in tuta» e per questo estende la proposta ai bambini e alle persone più anziane per le quali crea la BITUTA in due pezzi”.

Con queste origini artistiche fa un effetto sgradevole vedere che nel linguaggio della moda contemporaneo ora si preferisce invece l’anglicismo jumpsuit, parola americana degli anni ‘40 che in origine descriveva la tuta del paracadutisti.

Come abbinare la jumpsuit, tendenza primavera estate 2020

Vedi anche: Tutina, “qualsiasi cosa significhi” (come si dice tutina e tutona in inglese)

Altre parole d’autore

Una parola d’autore, calco del francese mot d’auteur introdotto nel 1975 dal linguista Bruno Migliorini, è una parola coniata da una persona nota: dettagli in parole d’autore (Enciclopedia dell’Italiano Treccani).

Alcuni esempi di parole d’autore dal blog: plastismo, infodemia, europeismo, pentastellato, pandemonio, serendipità, “talpa”, cut, copy & paste e browser, Quirk, quork, quark e “stranezza” terminologica,

7 commenti su “Tuta e bituta, parole d’autore”

  1. Emy:

    Splendido post, Licia (ehi, ti seguo sempre, eh), as usual. Aggiungo solo che, oltre a jumpsuit, “tuta” in inglese si dice dungarees, nel senso di salopette (quella tipica degli anni Settanta-primi Ottanta, con le bretelle: io ce l’avevo di jeans, oops… di denim) e overalls, che è la tuta da lavoro degli operai).

  2. Licia:

    @Emy grazie! 😊

    Ammetto di seguire ben poco la moda e non sapevo che il francesismo salopette fosse stato sostituito con l’anglicismo dungarees, che mi pare anche più ostico da scrivere e da pronunciare! Comunque mi è venuta la curiosità di vedere l’etimologia di salopette (tieni conto che non conosco il francese) ed è stata una vera sorpresa:

    der. di salope ‘donna sudicia’, comp. di sale ‘sudicio’ e hoppe, forma dialettale di huppe ‘upupa’, per l’odore puzzolente dell’uccello (fonte: Devoto-Oli)

    Curiosa coincidenza: in spagnolo la salopette si chiama peto!

    Dungarees invece sapevo che era di origine indiana.

  3. Emy:

    Grazie!
    Infatti in francese saloper vuol dire riempire di macchie, impataccare. E anche in piemontese, che al francese è vicino, “salopa” vuol dire sporcacciona.
    C’è una canzone divertentissima dello chansonnier torinese Gipo Farassino che si intitola appunto “Salopa”. Merita ascoltarla: https://www.youtube.com/watch?v=OBj0DNpJeQ0
    Per chi non capisce il piemontese, il testo è qui: http://www.portalebf.it/musica/archivio45_2015/cantanti/farassino/salopa/Gipo%20Farassino%20-%20Salopa%20(A%20-%201965.htm

  4. Licia:

    @Emy, grazie (anche per la traduzione, altrimenti non avrei capito molto!). Chissà quante altre influenze del francese ci sono nei dialetti piemontesi!

  5. Watkin:

    E confermo, in francese “salope” è “donna sudicia” ma soprattutto in senso figurato, il nostro “puttana”, ed è una parola usata correntemente (non alle cene più eleganti, va detto)

  6. Marco Bee:

    In UK chiamano onesie una tuta morbida che fa da pigiamone, in origine era un marchio per bambini piccoli ma ora è entrato nel lessico e nel vestiario comune.
    C’è chi lo mette per andare a fare la spesa, in alternativa alle classiche braghe corte e infradito a gennaio 🙄

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