Promemoria per i media: vaccino ≠ siero ≠ antidoto

Esempi di titoli: Covid, vaccinati 8361 italiani con il siero Pfizer – Vaccini: se il burocrate frena l’antidoto – Vaccino, via libera ritardato al siero AstraZeneca – In arrivo il vaccino Oxford-AstraZeneca: l’antidoto è stato autorizzato nel RegnoUnito – Vaccino, l’Agenzia per il farmaco: “Da ogni flacone Pfizer pronte 6 dosi di siero e non 5”

Questi titoli di inizio 2021 sull’avvio delle vaccinazioni contro il COVID-19 evidenziano due problemi che accomunano parecchi giornalisti e titolisti italiani: la mancanza di nozioni scientifiche di base e il terrore delle ripetizioni.

Non si spiega altrimenti perché considerino i termini siero e antidoto intercambiabili con vaccino. Eppure basterebbe consultare qualsiasi dizionario per avere la conferma che non sono sinonimi e che rappresentano invece concetti diversi.

Antidoto ≠ siero ≠ vaccino

Solo il vaccino induce la produzione di anticorpi nell’organismo, come si ricava facilmente anche da definizioni* molto sintetiche.

Antidoto: sostanza che neutralizza l’azione di un veleno nell’organismo.

Siero: 1 parte liquida di un fluido biologico che si separa dopo la coagulazione (cfr. siero vaccino, da cui si ricava la ricotta); 2 (siero immune) siero di sangue di uomo o di animali contenente anticorpi contro determinate malattie.

Vaccino: preparazione farmaceutica per uso parenterale od orale rivolta a indurre nell’organismo la produzione di anticorpi protettivi e a consolidare la risposta immunitaria, conferendo una resistenza specifica nei confronti di una determinata malattia infettiva.

Nessuno dei dizionari dei sinonimi che ho consultato indica siero o antidoto come alternative a vaccino. Sarei davvero curiosa di capire da dove arrivi la convinzione, estremamente diffusa, che siano invece termini intercambiabili (mi ricorda l’uso improprio di crasi).

Terrore della ripetizione

I titoli in apertura sono un esempio dell’ossessione molto italiana contro la ripetizione, che spinge a cercare alternative a tutti i costi anche nel caso di concetti specialistici che invece andrebbero identificati in modo univoco, sempre con lo stesso termine: ne ho discusso in Variazione e ripetizione (con partita Iva e tweet).

L’esempio Vaccino, l’Agenzia per il farmaco: “Da ogni flacone Pfizer pronte 6 dosi di siero e non 5” mostra anche un’altra peculiarità dei media italiani, i virgolettati fantasiosi che fanno credere si tratti di discorso riportato (parole effettivamente pronunciate dalla persona citata) anche quando è invece una reinterpretazione del giornalista o del titolista. È infatti altamente improbabile che chiunque lavori all’Agenzia Italiana del Farmaco e il noto farmacologo Silvio Garattini descrivano il vaccino Pfizer come siero, o che un immunologo che ha lavorato al vaccino AstraZeneca lo chiami antidoto

Nuovo vaccino, nuove definizioni

L’unico vaccino contro il COVID-19 approvato per ora nell’Unione europea è il vaccino mRNA BNT162b2 (Comirnaty) di BioNTech/Pfizer ma si prevede a breve anche l’approvazione del vaccino Moderna.

Entrambi sono vaccini a mRNA, un nuovo tipo di vaccino di nuova generazione che contiene una molecola di RNA messaggero (mRNA) con le istruzioni per produrre nel nostro organismo una proteina specifica del virus SARS-CoV-2 che indurrà la risposta immunitaria (per dettagli: Agenzia Italiana del Farmaco o Medical Facts, con video in italiano).

Si differenziano dai vaccini convenzionali che ricorrono invece a virus indeboliti o attenuati o a frammenti di virus. Anche i metodi di produzione sono completamente diversi.

Conventional Vaccines: The antigen (a piece of the virus) is injected into the body. Upon recognizing the antigen, the immune system produces specific antibodies in preparation for the next time the body encounters the pathogen.

L’introduzione dei vaccini di nuova generazione ha implicazioni anche per i lessicografi. Andranno infatti aggiornate le definizioni di quei vocabolari che descrivono i vaccini come introduzione nell’organismo di “batteri o virus, uccisi o vivi, ma attenuati” per “conferire immunità”.

Aggiornamento aprile 2021 – Per l’inglese il vocabolario americano Merriam Webster ha già rivisto la propria definizione di vaccine in modo che comprenda (b) anche i nuovi tipi di vaccini (non solo a mRNA ma anche con adenovirus come vettore, come i vaccini prodotti da AstraZeneca e da Johnson & Johhnson):

Definition of vaccine: a preparation that is administered (as by injection) to stimulate the body’s immune response against a specific infectious disease: a: an antigenic preparation of a typically inactivated or attenuated pathogenic agent (such as a bacterium or virus) or one of its components or products (such as a protein or toxin)  b: a preparation of genetic material (such as a strand of synthesized messenger RNA) that is used by the cells of the body to produce an antigenic substance (such as a fragment of virus spike protein)

(via Merriam-Webster gives “vaccine” a new definition)


* Definizioni dal Dizionario di Medicina e dal Vocabolario Treccani.

L’uso improprio di siero e antidoto in alternativa a vaccino è già stato segnalato da molti, ad es. da Roberta Villa.

Aggiornamento febbraio 2021 –  Finalmente qualche risultato! Un intervento di Anna Masera, public editor di La Stampa, dopo alcuni scambi su Twitter: Il vaccino non è un siero, e nemmeno un antidoto. Ne ha poi preso spunto Luca Sofri per alcune considerazioni sulla paura delle ripetizioni nei media: Una rosa è una rosa.

Il vaccino non è un siero, e nemmeno un antidoto. Esperti e lettori: meglio ripetere la parola nei titoli e negli articoli piuttosto che sostituirla con presunti sinonimi che non lo sono


Nuovo post: Promemoria per i media: immunizzato ≠ vaccinato, un uso improprio evidenziato anche nei commenti qui sotto.

3 commenti su “Promemoria per i media: vaccino ≠ siero ≠ antidoto”

  1. JohannesN58:

    Per aumentare la confusione i TG, in alcuni servizi giornalistici, parlano di immunizzazione dopo la
    prima somministrazione della dose di vaccino. L’immunizzazione è rendere l’organismo inviolabile dall’agente patogeno. Si sa benissimo che il
    a questo vaccino si sviluppano anticorpi dopo 7/8 giorni dalla seconda somministrazione della dose. Diceva bene Nanni Moretti: “le parole sono importanti”

  2. Flavia:

    A volte penso che alcuni giornalisti debbano aver letto ben poco in vita loro per continuare imperterriti a scrivere i loro ‘temi’ come gli era richiesto alla scuola superiore. Comunque sia, questo è niente rispetto allo stile debordante e compiaciuto con cui altri pongono le domande al malcapitato di turno, nel corso di una intervista.
    Alcuni giornalisti amano sentirsi parlare, altri vedersi scrivere: saranno poi quelli che prendevano voti molto alti in Italiano a scuola.

  3. Thea:

    Articolo molto interessante. I titoli riportati sono davvero curiosi… Se il problema è evitare le ripetizioni, sinceramente vedo anche soluzioni meno fantasiose di queste; ad esempio “pronte 6 dosi, non 5” mi sembra già sufficiente, visto che il nome del vaccino è citato nella prima parte del titolo.

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