Il colore della Nemophila menziesii

Di che colore sono i fiori di Nemophila menziesii che ogni anno in primavera tappezzano le colline dell’Hitachi Seaside Park in Giappone?

foto con distesa di Nemophila menziesii

Se ci limitiamo ai colori di base, senza ricorrere a descrizioni specifiche, credo che qualsiasi donna italiana* risponderebbe immediatamente azzurro o celeste

Si deve quindi concludere che questo titolo di notizia sulla fioritura non può che essere il risultato di una traduzione frettolosa dall’inglese o fatta senza avere osservato la foto:

foto con titolo La marea blu che ha invaso una collina in Giappone con 4 milioni e mezzo di fiori.

C’è una vistosa incongruenza tra il colore evocato nel titolo e quello mostrato dalla foto, un errore che ci ricorda che culture e lingue diverse identificano, classificano e descrivono i colori in modo diverso.

bandiera europeaL’italiano è una delle poche lingue europee che nel vocabolario dei colori di base usa parole differenti per la fioritura giapponese e per la bandiera europea.

In inglese invece c’è un’unica parola per un unico colore di base blue, che se non specificato diversamente indica tonalità piuttosto chiare, come nell’esempio della Nemophila il cui nome comune è baby blue eyes (baby blue è anche il colore celeste che in Italia associamo a oggetti e abbigliamento per neonati).

Nelle traduzioni dall’inglese bisogna quindi fare attenzione ai potenziali i falsi amici blue ≠ blu. Altri esempi e dettagli in #TheDress: era proprio blu? 


*  Ho specificato italiana perché sono sicura che altrimenti ci sarebbe qualche uomo pronto a dire che i fiori sono blu. 😉

13 commenti su “Il colore della Nemophila menziesii”

  1. Antonio:

    Come al solito un bell’articolo, però peccato davvero per il sessismo del commento sulla percezione del colore. Non se ne capisce il motivo e non fa altro che avvalorare stereotipi che hanno stancato un po’ tutti, “maschietti” e “femminucce”.

  2. Antonio:

    L’emoji l’ho vista bene, ma non mi sfugge neanche il fatto che sono proprio le battute (apparentemente innocue) a far circolare più facilmente gli stereotipi di cui ci vogliamo liberare. Continuerò a seguire il blog, ma proprio perché mi piace mi sono preoccupato di segnalare quello che mi sembra un piccolo passo falso. Buon lavoro
    Da un uomo che vede cose di mille colori 🙂

  3. Andrea P:

    A noi italiani sembra stravagante che in inglese non ci sia un corrispettivo per “azzurro” ma è tutto “blue”.
    Incredibilmente però, ci sono alcuni linguaggi per cui blu e verde sono lo stesso colore…

  4. Martina:

    In realtà non sono stereotipi, ma scienza. La percezione dei colori è diversa per ognuno di noi ed è determinata da molti fattori – specie di appartenenza, determinazioni culturali e linguistiche e, inevitabilmente, sesso (i fatto che solo i maschi siano daltonici non è discriminazione, ma un fatto genetico). Per cui non vale la pena prendersela per un dato di fatto, espresso come una battuta davvero innocua in un aticolo peraltro molto interessante.

  5. Licia:

    @Andrea e @Martina, un argomento affascinante, avevo avuto il piacere di fare qualche esempio in una puntata di Radio 3 Scienza (dettagli in Falsi colori a Radio3 Scienza, aspetti linguistici a partire da 21:31 circa).

    In The World Atlas of Language Structure Online (WALS) ci sono delle mappe che mostrano un confronto tra i sistemi dei nomi dei colori in varie lingue, tra cui la rappresentazione di verde e blu.

    A questo proposito, in un commento a Di tutti i colori: porpora, blu, viola e lilla: avevo scritto “ […] lingue diverse classificano i colori in maniera diversa e non c’è sempre piena corrispondenza. Guy Deutscher in Through the Looking Glass [cfr. Falsi colori a Radio3 Scienza]  racconta che fino a non molto tempo fa in giapponese la parola ao indicava sia il verde che il blu, mentre ora per il verde si usa la parola midori. Quando sono stati introdotti i primi semafori in Giappone negli anni ’30 del secolo scorso, il colore di via libera era descritto come ao; nel frattempo però, anche per influenza occidentale dopo la seconda guerra mondiale, in giapponese si è affermata la parola midori e quindi la descrizione era diventata incongruente con l’aspetto del semaforo. Ma piuttosto che cambiarla, in Giappone si è preferito modificare il colore del segnale luminoso e questo spiega perché il “verde” dei semafori giapponesi è bluastro.

    The immagiine d semaforo giapponese

    Commento di Deutscher: The turquoising of the traffic light in Japan is a rather out-of-the-way example of how quirks of a language can change reality and thus affect what people get to see in the world.

  6. Enrica B.:

    Bellissimo il libro di Deutscher, in italiano “la lingua colora il mondo”.

  7. Piersilvio:

    Mi permetto di intervenire da uomo (mi sembra, almeno…) e a me viene da dire che il colore dei fiori è azzurro. La prima foto mi sembra risolutiva. Di che colore è il cielo? Azzurro. E il colore dei fiori mi sembra pressoché uguale.
    Adesso, però, vado a guardarmi bene allo specchio…
    A parte le battutacce. Grazie Licia per tutti gli articoli che scrive: sono uno più interessante dell’altro.

  8. Elio:

    @Antonio: Licia ha ragione…
    Prova a far fare il test Farnsworth-Munsell ai tuoi colleghi e colleghe: scoprirai quanto saranno incerti i maschietti, al contrario della sicurezza delle femminucce nel riordinare le tessere!
    Non per niente parrebbe che una discreta percentuale di donne sia tetracromatica: normale che nella percezione dei colori siano migliori di noi maschietti.
    Direi che le donne passano tale test “with flying colors*”!

    *) ma questa è una altra storia….

  9. Carlo:

    @Licia trovo sempre molto interessanti i tuoi interventi e ti seguo con costanza ma quando sono farciti d’ironia, anche nei commenti, mi piacciono ancora di più! 😉

  10. alessandro:

    Io non capisco se siano i miei occhi maschili o il mio monitor (o la qualità dell’immagine) ma nella nota vignetta più in alto (quella tratta da «#TheDress: era proprio blu?») fatico a distinguere la differenza tra alcuni colori: per esempio tra banana e lemon, e ancor più tra lime e spring, tra clover e fern, tra flora e sea foam.

  11. Elio:

    Alessandro, le differenze di colore a cui fai riferimento ci sono, ma quasi impercettibili. Le puoi valutare con una applicazione “color picker”.
    È normale che con un monitor non calibrato o di non eccessiva qualità non si riescano a valutare.

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