Coronavirus: è infodemìa

Titoli: 1 Coronavirus, Oms: è “infodemia”, informazioni spesso false; 2 l’OMS si scaglia contro l’infodemia sul coronavirus.

Nei media che hanno riportato i dati pubblicati il 2 febbraio 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’epidemia da coronavirus è ricorrente il termine infodemia, calco dell’inglese infodemic, descritto come “abbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno”.

È una traduzione del testo inglese del rapporto dell’OMS, rivolto a chi si occupa di politiche sanitarie. Riprodotta senza ulteriori spiegazioni in comunicazioni generaliste non consente però una comprensione adeguata del concetto di infodemìa.

Infodemic

L’OMS ricorre da tempo al termine infodemic, parola macedonia formata da information+epidemic, a cui spesso è associata la descrizione damaging “epidemic” generated through the rapid spread of rumours and false or misleading information during outbreaks.

Una infodemia è quindi una metaforica “epidemia” di informazioni false o fuorvianti che si propagano con il diffondersi su larga scala di una malattia infettiva.

Epidemics of rumours: a new risk to health A new word has entered the public health vocabulary: “infodemics”. These can be defined as the rapid spread of information of all kinds, including rumours, gossip and unreliable information. They are spread instantly and internationally through the growing popular use of mobile phones, social media, the internet and other communication technologies. A proliferation of web-based “experts” with diverse and often contradictory views can generate confusion, anxiety and even panic in times of serious infectious outbreaks. False or misleading information is dangerous. It can cause widespread public reluctance to adopt well-founded infection control measures promoted by health authorities – and thus delay essential interventions.

Le infodemie si diffondono rapidamente grazie ai social e altri mezzi di comunicazione digitali; proliferano gli pseudoesperti che aumentano confusione, ansia e panico; possono crearsi situazioni pericolose in cui il pubblico è riluttante a seguire le indicazioni delle autorità sanitarie, al punto che potrebbe essere pregiudicata l’efficacia degli interventi previsti.

Dalla SARS all’epidemia da nuovo coronavirus

Infodemic è una parola d’autore: è stata coniata da David J. Rothkopf e descritta in un articolo del 2003 sul Washington Post, When the Buzz Bites Back. Descrive lo sviluppo e gli effetti dell’epidemia di SARS, scoppiata in Cina nel novembre 2002, con conseguenze pesanti sull’economia, la politica e la sicurezza, non solo cinesi ma anche globali, del tutto sproporzionate rispetto agli effetti reali della malattia.

Rothkopf identifica come causa principale le voci infondate e la disinformazione propagate e amplificate grazie all’interazione di vecchi e nuovi media e alla confusione tra siti specialistici e generalisti, che avevano diffuso voci e fomentato speculazioni che facevano leva su paure collettive. Ed erano ancora anni pre-social!

Il fenomeno è paragonato a infezioni virulente che hanno sintomi riconoscibili, si diffondono globalmente, seguono andamenti monitorabili e possono però anche essere contrastate:

Infodemics are emerging as one of the most virulent phenomena known to man, able to transit continents instantly. In virtually every respect they behave just like any other disease, with an epidemiology all their own, identifiable symptoms, well-known carriers, even straightforward cures. Yet to date many in power seem unable to contain them or unwilling to acknowledge their existence. 

La metafora dell’“epidemia di informazioni” non è ristretta alle malattie infettive ma riguarda anche la comunicazione sul terrorismo e altri eventi di presa sul grande pubblico, ad es. in alcuni paesi le notizie sugli avvistamenti di squali (in un contesto italiano si potrebbe fare l’esempio delle percezioni e degli allarmi sulla sicurezza e sui migranti).

“Yet if information is the disease, knowledge is also a cure

Rothkopf è convinto che lo studio delle dinamiche delle infodemie consenta di prevenire e contenere la diffusione di notizie false e disinformazione e di contrastarla con fatti e campagne mirate, e quindi di limitare i danni economici, politici e sociali.

Infodemiology

Per gestire le infodemie vengono adottate tecniche di comunicazione del rischio. Una guida dell’OMS, Managing epidemics, illustra quelle applicabili nel campo della salute pubblica. È un argomento che andrebbe approfondito dai media e dai politici italiani che nei giorni scorsi hanno diffuso continui falsi allarmi su presunti casi di infezione da coronavirus nel nostro paese e che così hanno contribuito anche a creare ostilità del tutto ingiustificata verso qualsiasi cinese.

Managing epidemics

Lo studio della distribuzione e della diffusione della disinformazione online e le attività di intervento correlate sono descritti come infodemiology, termine formato da information+epidemiology e coniato dal ricercatore Gunther Eysenbach. In italiano viene usato l’anglicismo o in alternativa il calco infodemiologia.

Eysenbach ha introdotto anche il termine infoveillance (da surveillance, vigilanza), che è il monitoraggio dei dati ricavati dalla infodemiology. Per ora non esiste un termine equivalente italiano ma si ricorre all’anglicismo.

Per capire come viene affrontata l’infodemia del momento dalle autorità sanitarie e dalla comunità scientifica: Coronavirus, come gli scienziati stanno usando i social media per contrastare la disinformazione (Valigia Blu).

Prima ancora dell’epidemia di coronavirus, in italiano il fenomeno è stato descritto da Giancarlo Manfredi nel 2015 in Infodemia. I meccanismi complessi della comunicazione nelle emergenze.


Aggiornamenti

Un tweet dell’autore del termine infodemic con un accenno critico alle azioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la cui unica preoccupazione sembra essere l’andamento del mercato azionario:

tweet di David Rothkopf: “It’s not the epidemic that’s slamming markets & triggering panic. It’s the infodemic. It’s a word I coined during the SARS crisis & now managing the infodemic is key to public health pros & making it worse seems to be the goal of our president.”

La voce infodemic è stata aggiunta all’Oxford English Dictionary con questa definizione:

A proliferation of diverse, often unsubstantiated information relating to a crisis, controversy, or event, which disseminates rapidly and uncontrollably through news, online, and social media, and is regarded as intensifying public speculation or anxiety. Coined by David J. Rothkopf to describe the explosion of information (and misinformation) associated with the SARS epidemic of 2003 (cf. SARS n.)

Misinfodemics

In inglese un termine simile a infodemic è misinfodemics, formato da misinformation + epidemics. Il termine è apparso nel 2018 in un articolo di Nat Gyenes e An Xiao Mina per The Atlantic, How Misinfodemics Spread Disease, ed è descritto come the spread of a particular health outcome or disease facilitated by viral misinformation, quindi informazioni false o inaccurate su questioni mediche o legate alla salute, che “viralizzano” e si diffondono rapidamente con conseguenze altamente negative.

Esempi tipici di misinfodemics sono alcune cure alternative contro l’Ebola che in Africa avevano facilitato il contagio, molte teorie dei cosiddetti novax e, recentemente, la bufala che grandi dosi di vitamina C proteggerebbero dal coronavirus.  

Coronavirus misinformation
“Going viral” – vignetta di @zach


A proposito di informazioni errate o fuorvianti nei media:
►  Gli scienziati del coronavirus cinese
►  COVID-19 non è il virus ma la malattia! (nuovo post)
►  Coronavirus: conteggi errati di “ricoverati” (nuovo post)