Neologismi dei social: reactji (e lit)

reactji in Twitter

Nell’interfaccia dei messaggi diretti di Twitter da qualche giorno c’è la possibilità di aggiungere una reazione predefinita scegliendola tra 7 emoji. Nella documentazione ufficiale la nuova opzione si chiama emoji reactions in inglese e reazioni in forma di emoji in italiano.

Non è una funzionalità innovativa: è presente da tempo su altre piattaforme, introdotta con le reazioni di Facebook nel 2016. C’è però un dettaglio linguistico che mi ha incuriosita.

È il nome alternativo informale che ho visto usare in inglese: reactji o reacji, parola macedonia formata da reaction+emoji che richiama altre parole già familiari come emoji, kaomoji, animoji e memoji.

tweet di Gretchen McCulloch
(McCulloch è una linguista specializzata nella comunicazione su Internet)

Mi ha colpita la parola reactji perché nella sua formazione è scomparsa la sillaba mo-, finora invece fondamentale. Se si considera l’etimologia delle parole giapponesi “capostipite” emoji e kaomoji, si vedrà infatti che sono formate dall’unione di e (immagine) o kao (faccia) con moji (lettera, carattere).

Il neologismo reactji è frutto di un’interpretazione arbitraria, un esempio di rianalisi che, a quanto pare, attribuisce alle due lettere –ji il nuovo significato di “iconcina colorata che si seleziona da apposito elenco”, inesistente in giapponese.

Sono quindi curiosa di vedere se il neologismo reactji* rimarrà un occasionalismo o avrà comunque un uso ristretto, o se invece si diffonderà e contribuirà alla formazione di altre parole, rendendo –ji (e non moji) un nuovo elemento formativo del tipo noto in inglese come libfix.

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La grafia alternativa reacji fa parte della terminologia di Slack, piattaforma di messaggistica e collaborazione aziendale.


Il significato di emoji del fuoco sui social

Nella scelta delle 7 reazioni per Twitter probabilmente non sono state fatte valutazioni di globalizzazione: il simbolo del fuoco rappresenta infatti un significato gergale recente che ha origine nell’inglese americano ed è improbabile che sia presente in molte altre lingue. Rappresenta la parola lit, participio passato di light (“dare o prendere fuoco”), che sui social esprime grande apprezzamento.

Le altre opzioni di reazione emoji di faccina che ride con le lacrime agli occhi, espressione sbalordita, occhio con lacrima e cuore emoji di pollice di approvazione e di pollice verso sono invece ormai riconoscibili internazionalmente e se ne dovrebbe capire facilmente il significato, anche se non fanno parte della propria cultura.


Vedi anche:
👉🏻 Facebook: reazioni internazionali
👉🏻 Graphicon, per la comunicazione digitale
👉🏻 Emoji: è corretto cosa ci raccontano i media?

3 commenti su “Neologismi dei social: reactji (e lit)”

  1. quercia:

    Specifico che in giapponese “ji” ha comunque il significato di carattere, lettera dell’alfabeto. Non a caso gli ideogrammi in giapponese vengono chiamati “kanji”, e cioè caratteri/lettere cinesi, dove “kan” sta per Cina.

    Chi ha creato questa nuova parola poteva essere a conoscenza di questo particolare? Potrebbe non essere un’interpretazione arbitraria, ma coerente con il significato di “ji”.

    Solo un’idea 🙂

  2. Flavia:

    ‘reacji’ ? sembra russo o una qualche lingua slava… e come si pronuncia? anche il simbolo del fuoco a me sembra poco ‘globale’: da noi prevale il significato di “dare fuoco” su quello di “prendere fuoco” (per qualcosa), e “dare fuoco” non significa esprimere apprezzamento, anzi.

  3. John Dunn:

    Detesto gli emoji, però qui avrei un paio di osservazioni:
    1. L’etimologia della parola ‘emoji’ non è trasparente per un madrelingua inglese: potrebbe essere capita come emo [per ‘emotion’] + ji.
    2. Un’eventuale parola *reactmoji non mi sembra ben formata in inglese. Non saprei spiegare esattamente perché, ma forse è un problema degli accenti: due accenti, nel secondo e nel terzo sillabo di una parola di quattro sillabi, è una struttura piuttosto insolita.

    Nemmeno io capisco come si pronuncia ‘reac(t)ji, anche se per me è più turco che slavo. Spero che rimanga un occasionalismo.

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