Who…? Whom…?

vignetta con due vampiri, ciascuno con in mano un bicchiere pieno di liquido rosso. Uno chiede: WHO ARE YOU DRINKING?
vignetta: Moderately Confused

La mia insegnante di inglese del liceo non avrebbe sorriso per questa vignetta ma l’avrebbe segnata con la matita blu. Per lei era inammissibile che il pronome interrogativo who (“chi?”) venisse usato con funzione diversa dal soggetto e quindi avrebbe preteso che il vampiro dicesse Whom are you drinking?

Who o whom?

In realtà nell’inglese parlato contemporaneo whom è usato sempre più raramente, relegato ai registri formali dove è ancora la norma. È quindi del tutto corretto (e più comune) dire Who did she meet? Who are you going to call?* Who will Trump blame if there is a recession? Who is this present for? Who were you talking to? Who did he go out with?

Come si può notare dagli esempi, se il pronome interrogativo ha la funzione di un complemento indiretto, e quindi richiede una preposizione, nell’inglese standard la costruzione più comune è quella con la preposizione in fondo alla frase. Fanno eccezione i registri più formali o frasi cristallizzate come For whom did Christ die?

In questo esempio, la stessa frase in registri diversi
· Who will millennials vote for? –  standard e informale
· Whom will millennials vote for? – formale
· For whom will millennials vote? – estremamente formale

L’uso è simile per i pronomi relativi who e whom.

Per un paragone con l’italiano, si può pensare ai pronomi personali soggetto egli, ella, essi, ormai usati solo nei registri più formali e in alcune grammatiche ma per il resto sostituiti da lui, lei, loro. In conversazioni spontanee, le frasi With whom did you go to the cinema last night? in inglese ed Egli è un mio amico in italiano possono fare un effetto simile: sono grammaticalmente corrette ma inadeguate alla situazione comunicativa.  .
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Vedi anche: Sugli integralisti della grammatica e Grammatica, variabilità e norme interiorizzate sull’aderenza a volte troppo drastica alle regole imparate a scuola, e La differenza tra among e between per un’altra distinzione su cui spesso viene fatta confusione.


Nel contesto di un pub o posti simili, la frase What are you drinking? è la formula usata per offrire da bere a qualcuno.


* Ghostbusters!

6 commenti su “Who…? Whom…?”

  1. Flavia:

    Nei corsi di lingua inglese adottati nella scuola superiore è sempre più raro trovare il pronome ‘whom’ distinto da ‘who’; d’altro canto è molto comune per gli studenti costruire una frase “estremamente formale” con la preposizione all’inizio (sul modello della frase italiana) del tipo “For *who is this present?” o “For *who will millennials vote?”.

  2. Licia:

    @Mauro, ti invito a leggere Grammatica, variabilità e norme interiorizzate e Comunque anche Leopardi diceva le parolacce: fanno riferimento all’italiano ma le considerazioni valgono per qualsiasi lingua.

    La sostituzione whomwho è un esempio di cambiamento che fa parte dei normali processi di evoluzione delle lingue, proprio come egli lui in italiano (nel 2019 nessuno considererebbe “meno corretto” lui soggetto, 50 anni fa probabilmente c’era chi ancora lo correggeva).

    Quando la maggioranza dei parlanti privilegia una forma, questa diventa il nuovo standard perché rappresenta l’uso reale. Puoi comunque verificare le note d’uso su whom in qualsiasi grammatica o dizionario recenti della lingua inglese, ad es. LDOCE (“In everyday spoken or written English, people usually use who rather than whom”), Cambridge Dictionary (“We use whom to refer to people in formal styles or in writing, when the person is the object of the verb. We don’t use it very often and we use it more commonly in writing than in speaking”).

  3. John Dunn:

    Nel mio inglese ci sono solo due possibilità:
    Who will the millennials vote for? (normale)
    For whom will the millennials vote? (formale, ma non estremamente)

    Sia For who will the m-ls vote? sia Whom will the m-ls vote for? sarebbero da evitare.

  4. Aldo:

    @licia:
    anche molto meno di 50 anni fa.
    Io ho fatto la maturità nel 1981, e ti garantisco che ove mi fossi azzardato a usare “lui” come soggetto mi avrebbero certamente corretto.
    Per il vero non usavo neppure “egli”, poichè già allora suonava alquanto desueto. E quindi mi toccava riformulare le frasi (“Arturo è mio amico”, “Lo considero mio amico”, “siamo amici”, etc.).
    E in realtà anche adesso – quando scrivo – cerco di evitare (aggirandolo) l’uso del “lui” come soggetto. Però ammetto che ormai è solo una mia idiosincrasia.

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