Polemica sugli inesistenti “adoratori della Pasqua”

Titolo del Washington Post di sabato 20 aprile 2019: a Parigi turisti e fedeli si dolgono della chiusura di Notre Dame.

Tourists, Easter worshippers lament closure of Notre Dame

Non desta alcuno stupore né la notizia né l’uso della locuzione Easter worshippers che in associazione a tourists consente di differenziare due tipi di visitatori della cattedrale: per preghiera e per turismo.

Lo stesso tipo di distinzione fatta da Barack Obama e da Hillary Clinton sugli attentati terroristici in Sri Lanka del giorno di Pasqua (21 aprile) ha invece suscitato polemiche negli Stati Uniti e poi a ruota anche in Italia:

tweet di @BarackObama: The attacks on tourists and Easter worshippers in Sri Lanka are an attack on humanity. On a day devoted to love, redemption, and renewal, we pray for the victims and stand with the people of Sri Lanka.

tweet di @HillaryClinton: On this holy weekend for many faiths, we must stand united against hatred and violence. I'm praying for everyone affected by today's horrific attacks on Easter worshippers and travelers in Sri Lanka.

Vari commentatori americani di destra hanno accusato Obama e Clinton di avere deliberatamente evitato la parola Christians per sminuire la probabile matrice islamica degli attentati, evidenziando che invece recentemente avevano citato in maniera esplicita la comunità musulmana colpita da un attentato in Nuova Zelanda.

La polemica è stata rilanciata anche sui social e poi sui media italiani che hanno incentrato la discussione su una traduzione errata e fuorviante di Easter worshippers. Esempio di titoli:

Sri Lanka, Obama e Clinton parlano di “adoratori della Pasqua” invece che di cristiani: è bufera sui social – Gli sconcertanti tweet di Obama e della Clinton sulla strage in Sri Lanka. L’ex presidente degli USA e il suo ex segretario di Stato hiamano le vittime degli attentati non “cristiani” ma “adoratori della Pasqua”, a differenza dei musulmani che  hanno condannato l’attentato.

In questo post ho raccolto le considerazioni linguistiche già espresse in vari tweet a chi ieri mi ha chiesto di commentare la notizia. In sintesi: chi ha scelto di diffondere la traduzione adoratori della Pasqua dovrebbe astenersi dal disquisire su una lingua che in questo modo ha dimostrato di non conoscere a sufficienza.

Easter vs Pasqua

La parola inglese Easter indica solamente la Pasqua cristiana ma non la Pasqua ebraica che si chiama invece Passover o Pesach (un esempio di anisomorfismo che differenzia la parola italiana, di significato più ampio e potenzialmente ambiguo, da quella inglese).

Se non si specifica altrimenti, con Easter si intende la festa celebrata da cattolici, anglicani e protestanti. Per riferirsi alla Pasqua ortodossa, che di solito cade in un’altra data, è necessario indicarlo esplicitamente: Orthodox Easter o Eastern Easter.

Worship e worshipper

La parola inglese worship può essere sia un verbo che un sostantivo e ha varie accezioni.

Non ha solo il significato astratto di adorazione e venerazione ma vuole anche dire culto e cerimonia religiosa: worship può indicare riti e funzioni, da cui freedom of worship, la libertà di culto, e place of worship, un luogo di culto come la cattedrale di Notre Dame. In questo contesto, il verbo worship significa essere praticante, andare in chiesa, e al plurale il sostantivo derivato worshippers significa fedeli.

Easter worshippers: un sintagma, due interpretazioni

Chi ha diffuso la traduzione adoratori della Pasqua dimostra di avere poca familiarità non solo con le diverse accezioni di worship ma anche con la sintassi inglese. I sintagmi nominali* del tipo noun+noun prevedono infatti diversi tipi di relazione tra i due sostantivi che li compongono, determinati da fattori grammaticali e semantici.

Nel caso specifico di [noun] worshipper sono possibili due tipi di relazione:

1 [noun] specifica la divinità o l’oggetto di adorazione o venerazione. Esempi: sun worshipper è l’adoratore del sole, devil worshipper è il satanista, nature worshipper è l’adoratore della natura. A parte i riferimenti storici, sociologici e antropologici, nell’uso generico contemporaneo le locuzioni di questo tipo possono avere connotazioni ironiche o spregiative.

2 [noun] è un indicatore temporale. Esempi: Sunday worshippers sono i fedeli che vanno in chiesa la domenica, Ramadan worshippers i musulmani che pregano in moschea durante il Ramadan, Christmas worshippers i cristiani alla messa o altra cerimonia di Natale. Le locuzioni di questo tipo sono usate in contesti giornalistici o formali, si riferiscono a religioni le cui pratiche sono note e non hanno particolari connotazioni.

Posso solo concludere che gli italiani che hanno usato la traduzione adoratori della Pasqua erano in malafede (hanno volutamente usato l’interpretazione 1 anziché 2 per conferire una connotazione negativa) oppure sono ignoranti e forse hanno anche usato impropriamente la traduzione automatica:

 Google Traduttore: Easter worshippers = Adoratori di Pasqua

C’è chi ha obiettato che molti madrelingua hanno trovato insolita l’espressione Easter worshippers e hanno pensato che fosse stata inventata appositamente. Effettivamente ha una bassa frequenza che però si spiega facilmente: i fedeli del giorno di Pasqua raramente fanno notizia. E forse prima della polemica il sintagma era passato inosservato perché ben formato e facilmente comprensibile: il titolo del Washington Post su Notre Dame e varie occorrenze in libri confermano che non è inusuale e tantomeno subdolo (aggiornamento: Open ha raccolto vari esempi di Easter worshippers in notizie americane precedenti a questa, anche in fonti di destra).

Aggiungo un esempio italiano: anche un’espressione come fedeli all’Angelus è poco frequente, eppure sappiamo interpretarla correttamente senza che sia necessario specificare esplicitamente di che religione si tratta.

Sintesi e (im)precisione

Gli attacchi terroristici dello Sri Lanka hanno colpito 3 chiese e 4 hotel – le chiese sono altamente simboliche e il turismo è cruciale per l’economia del paese – quindi non esclusivamente i cristiani osservanti che si trovavano in chiesa per la festività più importante della propria religione (in due sole parole: Easter worshippers) ma anche le molte persone uccise e ferite negli hotel, di cui si ignora il credo.

Ne tengono conto le scelte lessicali dei tweet di Obama, tourists and Easter worshippers, e di Clinton, Easter worshippers and travelers. In poche parole riescono a essere molto sintetiche ma anche ad accomunare e distinguere due categorie di vittime in due tipi di obiettivi diversi: chiese e hotel. Se avessero affermato tourists and Christians, avrebbero implicato che le vittime degli alberghi non erano cristiani.

Credo che a questo punto si possa affermare che è un comportamento fuorviante e scorretto quello dei commentatori italiani che hanno usato la traduzione adoratori della Pasqua per lanciare accuse di “parole sconcertanti”, “mancanza di rispetto”, “formulazione volutamente asettica per non nominare i cristiani”, “quando il politicamente corretto non solo nega l’identità ma anche la realtà” e considerazioni simili.

Nessuno dei “linguisti dei social” però ha notato che mentre Easter worshippers è un’espressione molto precisa, i riferimenti a tourists e travelers invece considerano solo gli ospiti degli alberghi ma non il personale. Se davvero si vogliono fare polemiche sulle scelte lessicali non inclusive, mi pare che sia questo il vero aspetto discriminatorio.


Per la cronaca, in inglese la parola Christians non è stata usata né da Donald Trump (ha usato genericamente people) né nel comunicato della Casa Bianca (lives): questi e altri dettagli in Conservative outrage over Obama and Clinton “Easter worshippers” tweets is just the latest phony right-wing controversy (mediamatters.org), che spiega con esempi di vario tipo perché si tratta di una polemica pretestuosa.

Aggiornamento: altri dettagli ed esempi che confermano che si tratta di una polemica montata ad arte in Attack of the Conservative Snowflakes (arcdigital.media).

NB  I commenti per questo post sono eccezionalmente chiusi: purtroppo su Twitter ho già visto che l’argomento attira commentatori poco gradevoli e non sempre disposti allo scambio civile di opinioni. Questo blog si occupa di questioni linguistiche e non credo ci sia molto altro da aggiungere sulla traduzione di Easter worshippers.


* Sulle diverse interpretazioni dei sintagmi nominali inglesi: Fischi e fischietti: wolf whistle vs dog whistle