Inglese farlocco ferroviario: #RAILWAYheART

Un’iniziativa di Trenitalia pubblicizzata su Twitter:

tweet di @fsnews_it: Nasce #RAILWAYheART, il progetto del Gruppo #FS Italiane che, attraverso la selezione di scatti fotografici, narra l’universo ferroviario con gli occhi, il cuore e l’estro artistico delle persone.

Dalle foto inviate dai viaggiatori ne verranno selezionate alcune che saranno pubblicate sulla rivista La Freccia e su vari canali digitali del Gruppo FS, come descritto qui.  

Una bella iniziativa, ma perché scegliere un nome pseudoinglese come RAILWAY heART se ci si rivolge a viaggiatori italiani o a stranieri che viaggiano in Italia?

Il responsabile di La Freccia mi ha spiegato la scelta:

  Perché si presta a un gioco di parole che ritenevamo intelligibile a tutti. I significati di Railway, Heart e Art sono piuttosto noti. L’uso dei caratteri alti-bassi evidenzia tre distinte parole, evocando luoghi, sentimenti, immagini da condividere su Instagram

Purtroppo però RAILWAY heART è un esempio di inglese farlocco: un nome pensato da italiani per italiani con conoscenze rudimentali dell’inglese, formato con parole del lessico di base che non è necessario spiegare, ma che non ha molto senso per chi invece conosce bene la lingua.

tweet di GretaMarie: L’inglese è la mia madrelingua ed io non capisco “RAILWAYheART”

Railway, rail e train

Anche se non si tratta di un errore, nella locuzione RAILWAY heART noto la scelta del determinante railway che vuol dire sia ferrovia che rete o azienda ferroviaria (organizzazione, persone e infrastrutture). Esempi d’uso: railway station, railway bridge, railway company, railway industry, railway system.

Per descrivere il tipo di foto richieste ai viaggiatori forse sarebbe stato preferibile il determinante rail, usato per indicare il mezzo o il sistema di trasporto. Esempi d’uso: rail travel, rail fare, rail service, rail passenger, rail transport.

Ma se davvero si vuole usare una parola dell’inglese di base comprensibile da tutti, perché non ricorrere al determinante train? È usato in collocazioni del tipo sostantivo+sostantivo che riguardano parti del treno, persone che operano e usano il treno e aspetti del viaggio: train station, train passenger, train user, train commuter, train journey, train trip, train travel, train service…

collocazioni di train usato come modificatore in sintagmi del tipo NOUN+NOUN

heART heart

Il dettaglio che lascia più perplessi di #RAILWAYheART è però la parola heART, in particolare nell’hashtag univerbato: per le convenzioni in uso sui social, l’alternanza di lettere maiuscole e minuscole suggerisce infatti due sostantivi collegati da he.

È improbabile che un parlante nativo veda ♥ in heART perché il digramma ea di heart  /hɑːt/ rappresenta un’unica vocale. La separazione grafica delle due lettere indica due diverse vocali e impedisce l’interpretazione prevista. 

Invece, heART potrebbe far pensare a un qualche tipo di arte maschile o per uomini. In inglese il pronome he può infatti essere usato come modificatore, ad es. per indicare il maschio di un animale, come he-goat, e appare in altri composti come he-man, una parola alternativa a macho.

La combinazione heART può far venire in mente anche alcune parole molto connotate, nate da rianalisi, che fanno leva sull’uso di pronomi e aggettivi possessivi, come herstory da history, la storia da un punto di vista femminile/femminista, e più recentemente il neologismo himpathy da sympathy, la solidarietà maschile esplicita per uomini potenti o famosi accusati di violenza sessuale o comportamenti misogini.

Andrebbe anche considerato che sui social molte persone di madrelingua inglese indicano il genere con cui si identificano specificando she/her, he/him o they/them sul proprio profilo e a quanto pare alcuni uomini usano he/him sarcasticamente

Inoltre, se si legge heART come he art, che in inglese britannico si pronuncia /hiː hɑːt/, ne risulta una sequenza agrammaticale che richiama il raglio d’asino

tweet con foto di treno dove vengono caricati asini e commento Per la rubrica #RAILWAYheART di #Trenitalia dove i viaggi vengono raccontati con immagini e parole delle persone a bordo @fsnews_it

Gli esempi che ho appena fatto mostrano che una parola dalla grafia insolita come heART non è neutra, anche se formata da parole del lessico comune, ma si presta a interpretazioni alternative, dettate dalle proprie conoscenze enciclopediche, che possono causare associazioni indesiderate.

Giochi di parole in E2

È sempre sconsigliabile azzardare giochi di parole in una lingua che non è la propria. Se è necessario usare l’inglese come lingua veicolare (E2, English as a second language) per raggiungere un pubblico più vasto, ci si deve assicurare che il messaggio sia corretto in tutti i suoi aspetti.

Senza valutazioni adeguate si rischia infatti di produrre espressioni poco idiomatiche o addirittura errate e di non riconoscere eventuali connotazioni che possono influire negativamente sulla percezione del prodotto da parte di chi conosce veramente l’inglese. Si comunica così un’immagine poco professionale.   


Altri esempi di uso improprio di inglese e itanglese sui cartelli o nelle comunicazioni delle Ferrovie dello Stato:

Quiz: KISS&RIDE
“Compliments!” (beh, no)
Toilet(te), una storia movimentata
Stazione AV di Bologna: caos sui cartelli
“evacuer without precipitatation”
Le 3 sicurezze di Trenitalia 
Divieti di Trenitalia: NO TRESPASSING
Operazione CLEAN TRIP? Inglese farlocco!
Il bar della stazione, in inglese
Ancora cartelli ferroviari: truncated platform


11 commenti su “Inglese farlocco ferroviario: #RAILWAYheART”

  1. Luca:

    Giuro che prima di leggere il post ho cercato di capire dal titolo che cosa potesse voler dire ‘sto #RAILWAYheART, ma non ce l’ho davvero fatto. Railway e Art erano chiari, ma il cuore non è proprio balzato all’occhio. “he” poteva in effetti stare per “lui”, ma avendo sbirciato la foto della ragazza non mi sembrava avere senso.
    Ho poi dovuto leggere la tua traduzione per capire che c’era un cuore lì in mezzo.

    Ma la domanda che mi pongo è: chi ha inventato l’hashtag, non ha provato a chiedere al suo vicino di scrivania: “Tu cosa capisci leggendolo?”

  2. Asandus:

    Quello non è nemmeno inglese: è hashtagghese, o cancellettese che dir si voglia: la lingua barbara e distorta di chi abusa di tuìtter, che ho storpiato volutamente. Se intanto si cominciasse a levar via questo odioso cancelletto da tutti i contesti dove non è richiesto, cioè tutti quelli esterni a tuìtter, si farebbe un favore anche alla nostra lingua.

  3. John Dunn:

    Non sono d’accordo con GretaMarie: il gioco di parole l’ho capito da subito. E per me ‘railway’ è il determinante giusto: è più generico di ‘train’, mentre ‘rail’ sarebbe impossibile anche per ragioni fonetiche.

    Il problema, se c’è, è per me nella parola ‘heart’, ma non perché si può leggere ‘he art’ (possibile, ma improbabile a mio parere). Chi ha scelto questo nome non ha capito che ‘heart’ non sempre corrisponde a ‘cuore’ e che la parola italiana viene a volte usata in contesti dove ‘heart’ è impossibile, per esempio, qui, dove si tratta (secondo il responsabile) di sentimenti.

    E anche se non soffro particolarmente di angosce puristiche, non capisco per niente la scelta di un nome inglese.

  4. Flavia:

    Dove sono i ‘luoghi’ evocati dalle tre “distinte parole”? ‘RAILWAY’ evoca la ferrovia, ‘heART’ i sentimenti e le immagini (nonostante io continui a leggerlo come *he ART).
    I ‘Luoghi’ compaiono invece nelle quattro aree tematiche assieme a ‘People’, ‘In Viaggio’, ‘At Work’. Be’, insomma, andiamo già meglio: due parole in italiano e due in inglese, alternate; dimezzata la possibilità di errore.
    Heart of Railness.

  5. Ruby:

    RAILWAY heART scritto così a me ha subito fatto capire le tre parole a cui fa riferimento: railway, heart e arte.
    L’inglese farlocco è un altro…

  6. Fede:

    Sinceramente non capisco perché tutto sto pompa per criticare un titolo che non è sbagliato 😂
    Giuro che l’ho letto fino alla fine per capire se c’era qualcosa di interesssnre per la mia tesi di laurea sulla fotografia ferroviaria..ma ho perso 5 minuti del mio studio. Per un articolo inutile.

  7. granmadue:

    Secondo me, Licia, tutti questi “creativi” stanno d’accordo con te, per fornirti sempre nuovo materiale per questo blog. Non trovo altra spiegazione. 🙂

  8. Licia:

    @Luca, anche da vari commenti ricevuti su Twitter, alcuni dei quali da traduttori o redattori, si ha la conferma che heart non è riconoscibile per tutti. Alcuni esempi:

    Cavolo, ci ho messo un po’ a “vedere” la parola “heart”. Continuavo a chiedermi come si combinasse he e art [@esseasterisco]

    A parte la questione di principio (non usare l’inglese e nel caso almeno usalo bene) mi chiedo: ma nessuno fa più dei test o dei focus group prima di mettere in pratica l’idea di un creativo? Si parla di aziende che potrebbero permetterselo…  [@lonelytraveller]

    Istintivamente separo l’hashtag in 3 parole. La seconda, "he", mi porta fuori strada e non mi fa più leggere "ea" come un suono unico. A me ha creato confusione. 👎🏼  [@BelloDonatella]

    Totalmente senza senso per me  [@lauracattaneo_]

    ‘heart’ non si nota affatto, ma poi: che vuol dire? 🤔 [@iirpo]

    hanno voluto aggiungere un ulteriore livello sostanzialmente inutile (perché non si parla d’arte e non ha senso citarla) [@Pizziwouldavoid]

    Io di primo acchito per trovare un senso cercavo una T pensando fosse "theART"  [gloriagraizzaro]

    idem. "Railway the art", che comunque non vuol dire niente, ma almeno uno riesce a capire (più o meno) cosa volessero dire. [@BarclayBtb]


    @Asandus a me invece non dispiace l’uso degli hashtag anche in contesti diversi dai social.

    @John, grazie per il punto di vista del madrelingua! Su train aggiungo che non lo intendevo necessariamente in combinazione con heart ma come parola più immediatamente riconoscibile in E2.

    Anch’io mi domando perché questa mania di scegliere nomi inglesi, tra l’altro piuttosto ironico se si pensa che invece all’estero vanno tantissimo i nomi italiani o italianeggianti!

    @Flavia, insolito davvero che siano stati scelti due nomi in inglese e due in italiano, come se non si potesse dire persone e al lavoro (e si nota anche un contagio da Maiuscolite). Curioso anche il nome ibrido del blog del gruppo FS, #Opentreno.

    @Ruby, se è la prima volta che passi dal blog forse non sai cosa si intende qui con inglese farlocco, un’espressione che ho coniato io tempo fa e che identifica brevi comunicazioni o nomi destinati a un pubblico italiano ma formati assemblando parole inglesi poco idiomatiche – o addirittura errate o inesistenti – però facilmente comprensibili da chi ha solo conoscenze scolastiche della lingua, tanto che ogni spiegazione italiana viene ritenuta superflua. In questo senso RAILWAYheART è un esempio perfetto di inglese farlocco se il messaggio arriva immediatamente a chi non ha conoscenze molto approfondite della lingua.

    @Fede e vanno aggiunti anche gli ulteriori minuti del tempo che hai perso per farcelo sapere! 😏

    @granmadue 😆

  9. Emy:

    Arrivo in ritardo, ma confermo che mi sono chiesta per vari secondi che diavolo volesse dire “he ART”. Il mio occhio di bilingue non ha affatto riconosciuto la parola heart in quel guazzabuglio di maiuscole e minuscole. Non posso che essere d’accordo, ancora una volta, con ogni parola della tua analisi. Brava. Il nome è assurdo, l’inglese farlocco, il risultato pessimo.

  10. efano:

    Io subito avevo letto Railway the art, inserendo una t che non c’è. Faceva schifo comunque, ma mi sembrava più comprensibile. Da pendolare su treni affollati, cercherò di fare una bella foto che “narra l’universo ferroviario”

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