Colori vibranti, prestiti camuffati

Un esempio che ho usato in un intervento sulle interferenze dell’inglese nella comunicazione ad Artigiani delle parole:

“una tonalità viola vibrante e drammaticamente provocante, il Pantone 18-3838 Ultra Violet comunica originalità, ingenuità e pensiero visionario che ci indirizza verso il futuro” “A vibrant, dramatically provocative purple shade, PANTONE 18-3838 Ultra Violet communicates originality, ingenuity, and visionary thinking that points us toward the future”

È testo tratto da un comunicato stampa emesso in inglese da Pantone per annunciare il colore dell’anno 2018, Ultra Violet. Le parole evidenziate sono traduzioni poco ragionate viste in alcuni media italiani e in cui risaltano calchi e falsi amici.

Vibrant vs vibrante

Nella sua accezione principale, l’aggettivo inglese vibrant comunica vivacità, esuberanza ed energia positiva. Sono collocazioni tipiche vibrant and full of life, usato sia per persone che per luoghi pieni di vita, vibrant energy e vibrant colour, detto di colori vivaci, brillanti e intensi. Vibrant può descrivere anche una voce risonante.

L’aggettivo italiano vibrante identifica invece qualcosa che vibra o è in vibrazione, in inglese vibrating. In senso figurato vibrante è detto di una voce con un timbro energico o di parole o reazioni calorose, appassionate ma anche frementi. Si tratta in ogni caso di sensazioni prevalentemente sonore o tattili ma non visive come invece in inglese, e quindi non è un aggettivo adatto a caratterizzare un colore.

Prestito camuffato

Avverto il calco colore vibrante come traduzione errata, però in italiano è ormai così diffuso che credo vada considerato un prestito camuffato, ossia un falso amico accolto definitivamente nel lessico e descritto dalla linguista Raffaella Bombi come un fenomeno di interferenza dove l’unico rapporto tra il materiale lessicale delle due lingue è di tipo formale, ossia un’integrazione “ad orecchio” senza una comune base semantica.

Esempi tipici di prestiti camuffati sono le accezioni informatiche di libreria (library) e di salvare (save); più recente invece minare (mine).

Per chi traduce professionalmente non è sempre facile gestire i falsi amici così diffusi che è inevitabile che diventino prestiti camuffati: bisogna decidere quando è accettabile usarli senza che sembri di aver fatto un errore e senza che la traduzione risulti ambigua.

Penso ad esempio all’accezione positiva dell’aggettivo visionario (creativo, innovativo e lungimirante) che per interferenza di visionary ora è prevalente, ma che non è ancora registrata da tutti i dizionari (ad es. non dal Treccani né dal De Mauro e dal Garzanti):

1. Che ha delle visioni, delle apparizioni soprannaturali o delle allucinazioni visive; 2. estens. Che immagina e ritiene vere cose non rispondenti alla realtà, o elabora disegni inattuabili; 3. dotato della capacità di creare situazioni e immagini fantastiche, irreali e di forte impatto visivo.

Errori drammaticamente ingenui 

Negli altri esempi del testo iniziale si nota anche l’aggettivo provocative, che in inglese può voler dire provocante nel senso di stimolante, eccitante, ma anche provocatorio. L’avverbio dramatically intensifica la sensazione ma non significa drammaticamente, che fa presagire una situazione tragica con evoluzione infausta, fuori luogo nella descrizione di un colore.

Il sostantivo ingenuità nello stesso contesto avrebbe dovuto far riflettere chi ha tradotto, che si sarebbe dovuto accorgere delle incongruenze di senso e quindi verificare che non si trattasse di falsi amici – dettagli in drama ≠ dramma e in Ingenuità e ingegnosità. Per evitare i falsi amici credo infatti che un’ottima conoscenza della lingua italiana sia ancora più rilevante della completa padronanza della lingua da cui si traduce.
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Vedi anche:
Elenco di falsi amici 
Di tutti i colori: porpora, blu, viola e lilla 


Una differenza tra italiano e inglese che non è lessicale ma culturale è la percezione del colore viola. Per gli americani è un colore elegante e nobile mentre per gli italiani superstiziosi è un colore da evitare, in particolare nel mondo dello spettacolo. Nella chiesa cattolica è il colore liturgico della penitenza e lo associamo al lutto.

A questo proposito, un ricordo di vari anni fa: la difficoltà di fare capire agli americani che avevano disegnato la scatola di un prodotto software che non era adatta per il mercato italiano: era viola con una banda verticale nera, ai nostri occhi decisamente lugubre e non raffinatissima come invece ritenevano loro!


3 commenti su “Colori vibranti, prestiti camuffati”

  1. Asandus:

    Secondo me il testo in cima è stato tradotto usando Google Traduttore – un traduttore professionista non ci sarebbe cascato, almeno spero.

    N.B.: se a noi non va giù il colore viola, anche gli anglosassoni sono affetti dalle loro superstizioni incurabili, e con le quali condizionano il mondo intero. Guarda se su un qualunque aereo, di qualunque compagnia al mondo, trovi le file di sedili 13 e 17! Se si lamentano del fatto che agli italiani non piace il viola, perché poi loro devono abolire due numeri in tutto il mondo?

  2. Tukler:

    @asandus:
    Può essere vero per i problemi di contesto, ma “ingenuity” non vuol dire mai “ingenuità”, per cui un traduttore automatico non lo tradurrebbe mai così.

    Il numero 17 porta sfortuna solo nella cultura italiana, per cui la fila manca solo negli aerei italiani.

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