Gli americani e le rotonde

How to use a roundabout: “just go and hope for the best”
Vignetta:
Wrong Hands di John Atkinson (Canada)

Questa vignetta mi ha ricordato uno dei miei primi post, Segnali di globalizzazione. Prendeva spunto dalle presunte difficoltà degli americani nell’affrontare le rotonde (e dal diverso aspetto dei cartelli stradali in Europa e negli Stati Uniti) per accennare alle competenze culturali richieste dalle valutazioni di globalizzazione fatte dal team in cui lavoravo allora.

Non tutto il mondo è paese!

Le rotonde o più propriamente rotatorie (in inglese roundabout e nell’inglese americano impropriamente anche traffic circle o rotary*) sono molto più comuni sulle strade europee: nel Regno Unito le prime sono apparse negli anni ‘60, negli Stati Uniti solo nel 1990. 

Nel 2013 in tutti gli Stati Uniti c’erano solo 3200 rotonde. Per un confronto con l’Europa, c’è chi ha calcolato che nel 2014 in Francia, il paese con la più alta concentrazione di rotonde, in media ce ne fosse una ogni 25 incroci mentre negli Stati Uniti solo una ogni 1118 (fonte: Why Does America Hate Roundabouts?).

Differenze culturali

Negli ultimi anni si stanno costruendo più rotonde anche negli Stati Uniti perché sono molto più sicure degli incroci tradizionali e la loro manutenzione è meno costosa dei semafori, eppure pare sia difficile convincere i guidatori americani che è una scelta migliore.

C’è chi ipotizza che la diffidenza sia dovuta a differenze culturali: gli americani preferiscono decisioni di tipo binario (del tipo sì/no, on/off) e regole precise e sistemi di controllo “indipendenti” come i semafori.

Le rotonde richiedono invece di decidere se procedere o aspettare in base alla propria valutazione del comportamento altrui. Serve più concentrazione rispetto alla reazione automatica al rosso e al verde del semaforo o al cartello STOP e questo creerebbe disagio (fonti: Don’t Be So Square e Why Americans Don’t Understand the Roundabout).

Inoltre, nella cultura popolare le rotonde sono associate a paesi stranieri e alle difficoltà che si incontrano nell’affrontare sistemi non familiari. Una nota scena del film European Vacation ruota proprio attorno a una rotonda londinese:

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Da un punto di vista americano diventa così più comprensibile l’auspicio che tutto vada per il meglio quando si entra in una rotonda della vignetta iniziale. 😉

Vedi anche: Un cartello molto americano


* Terminologia: le differenze tra roundabout e traffic circle / rotary sono descritte nel dettagliatissimo glossario che conclude Roundabouts: an informational guide, a cura del ministero dei trasporti americano.

13 commenti su “Gli americani e le rotonde”

  1. .mau.:

    mi chiedevo quale fosse la differenza (mentale) tra i 4-way stop e una rotonda. In fin dei conti se qualcuno sta percorrendo la rotonda “è arrivato prima”, no?

  2. Bernardo:

    è anche vero che le città americane sono delle griglie, quelle europee hanno strade che si incrociano in ogni modo: è più naturale per noi fare delle rotonde piuttosto che semafori con angolazioni strane

  3. alessandro:

    Non sono sicuro che “rotonda” sia la parola corretta, anche se è probabilmente la più usata (almeno qui a Milano).
    Il vocabolario Treccani non inserisce quell’accezione tra i significati di “rotonda” e la chiama invece “rotatoria”.
    Neppure il Sabatini Coletti ammette quell’accezione di “rotonda” ma chiama “rotatoria” solamente il “segnale stradale che impone ai veicoli di girare intorno a un’isola spartitraffico centrale; senso di marcia corrispondente”.
    Il De Mauro preferisce “isola rotazionale”.
    Nel “Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada (D.P.R. 495/1992)” non appare mai la parola “rotonda”. Dice invece:
    “Il segnale di ROTATORIA (fig. II.84) deve essere usato per indicare ai conducenti l’obbligo di circolare secondo il verso indicato dalle frecce. Deve essere collocato sulla soglia dell’area ove si svolge la circolazione rotatoria. Sulle strade extraurbane è sempre preceduto dal segnale di PREAVVISO DI CIRCOLAZIONE ROTATORIA”.

  4. Ionti:

    Confermo quanto già detto da Alessandro: il termine corretto è “rotatoria”.
    Come dice la mia collega geometra “rotonda è solo quella sul mare”.

  5. Asandus:

    Anche qui in Italia vige la regola – non solo alle rotonde (“rotatorie”, per usare il termine tecnico corretto), ma a qualunque incrocio, da qualunque cosa sia regolato – del “vai e incrocia le dita”. In caso di incidente, poi, scatta automatico il “Ma io venivo da destra” (e avevi un segnale di stop o di dare la precedenza se non addirittura un semaforo rosso). Analfabetismo stradale di ritorno: passato l’esame la segnaletica finisce nel dimenticatoio.

  6. pinopinto:

    Mentre nell’Europa continentale le rotatorie hanno cominciato a diffondersi solo negli ultimi 10-15 anni, e negli USA non hanno mai realmente preso piede, nel Regno Unito se ne trovano ovunque e di tanti tipi, financo in autostrada, dove vengono usate al posto degli svincoli di ingresso e uscita. Il capolavoro di ingegneria (o di follia, a seconda dei punti di vista) e’ la Magic Roundabout di Swindon, una rotatoria con 5 minirotatorie satelliti!
    Se da un lato e’ interessante notare differenze culturali, il motivo per cui le roundabout sono nate e si sono diffuse proprio nel Regno Unito e’ tuttavia squisitamente tecnico e molto semplice.
    Ovunque nel mondo, le rotatorie funzionano allo stesso modo: i veicoli che percorrono l’anello hanno sempre la precedenza rispetto a quelli sui bracci di immissione. Se non fosse cosi’ l’anello si saturerebbe e la rotatoria raggiungerebbe la paralisi.
    Nel Regno Unito, dove si percorrono in senso orario, un veicolo che voglia immettersi deve quindi fermarsi completamente e dare la precedenza a destra. Nel resto del mondo invece, le rotatorie si percorrono in senso antiorario; questo significa che un veicolo in immissione deve dare la precedenza a quelli che giungono da sinistra, in netto contrasto con la regola generale di dare la precedenza a destra.
    E’ questa la causa dell’iniziale scarsa diffusione delle rotatorie in Europa continentale, nonche’ della confusione di molti nell’affrontarle (pensa a chi ha la patente da decenni e non sa che di fronte a una rotatoria deve fare l’opposto di quello imparato a scuola guida).
    A questo si aggiunge il fatto che in Europa, e in particolare in Italia, gran parte delle rotatorie vengono realizzate adattando incroci gia’ esistenti, con risultati spesso poco ottimali (ad es. anelli con raggi troppo piccoli, scarsa canalizzazione, rotatorie messe all’incrocio tra una strada principale e una secondaria in cui chi percorre la principale ha difficolta’ a percepire una discontinuita’ e quindi a capire di doversi fermare per dare la precedenza alla strada secondaria).

  7. Licia:

    Grazie a chi ha precisato che non si dovrebbero chiamare rotonde ma rotatorie: avete evidenziato la differenza tra lessico comune (parola, quello che usiamo nelle conversazioni di tutti i giorni) e lessico specialistico (termine, quello usato in contesti tecnici, ad es. il codice della strada). Avrei dovuto specificarlo anch’io e ho aggiunto una precisazione al testo.

    @.mau. per me invece negli Stati Uniti per me sono un incubo proprio i 4-way stop (o all-way stop) nelle ore di traffico: tutte le volte che ho guidato là non mi ricordavo mai di tenere presente l’ordine di arrivo delle altre macchine e non sapevo mai quando era il mio turno, quindi in un certo senso capisco il disagio degli americani per le rotonde (consentitemi di continuare a usare il lessico comune!). Credo che il problema sia questione di abitudine: a parte i neopatentati, quando guidiamo lo facciamo “automaticamente”. 

    @pinopinto mi diceva mio padre che le prime rotatorie in Italia funzionavano in tutt’altro modo: la precedenza l’aveva chi arrivava da destra, quindi chi arrivava (ma allora c’era molto meno traffico) e quando sono state introdotte le prime rotatorie “all’inglese” c’era stata molta confusione e parecchi problemi. Forse da qualche parte ce ne sono ancora che funzionano nel vecchio modo?

  8. Mauro:

    @ Licia

    Mah, io ho la patente da più di trent’anni e quando la presi mi insegnarono che chi è già nella rotatoria ha sempre la precedenza, senza eccezioni.
    Purtroppo non posso più chiedere a mio padre come era prima (e mia madre non ha la patente).

  9. Elio:

    @Mauro: In Grecia (Cefalonia, vicino ad Argostoli) sino ad un anno fa c’era almeno una rotonda che seguiva le vecchie regole usate anche in Italia. A suo tempo ero rimasto colpito…
    https://goo.gl/maps/hBhBur16LGn notare la mancanza di cartelli di precedenza e dei corrispondenti simboli dipinti sul manto stradale.

  10. Licia:

    @Mauro, anch’io non posso più chiederlo a mio papà, però mia mamma mi ha confermato che una volta c’erano pochissime rotatorie e aveva la precedenza chi veniva da destra. Ha anche ricordato che a Lugo, il paese dove sono cresciuta, c’era una rotatoria che ha continuato a essere “vecchia maniera” per parecchio tempo, anche quando ne erano state fatte invece di “moderne”, e questo creava molta confusione. 

  11. Mauro:

    @ Elio

    Nel mio intervento mi riferivo solo all’Italia (ai tempi vivevo in Italia e non c’era stata ancora l’armonizzazione successiva tra i vari codici della strada die vari paesi, segnaletica a parte).

    @ Licia

    Ti credo, non temere. Il fatto è che ricordo che studiando per la patente (1986) sui testi c’era scritto esplicitamente che non c’erano eccezioni. Boh.

  12. Angelo:

    Confermo che a Cefalonia (ma credo in tutta la Grecia) vige la regola generale della precedenza a destra e che le rotatorie non fanno eccezione Con l’aumento vertiginoso del noleggio auto durante la stagione turistica la cosa comporta non pochi problemi. Peraltro credo che sia lo stesso in Italia, a meno della presenza ubiqua (che però non si può dare per scontata…) del segnale di precedenza.

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