Hooyah!!! E se lo dicono i Navy SEAL…

Hooyah! Mission accomplished (esempi di uso e vignette)

Chi ha seguito il salvataggio dei ragazzini intrappolati nella grotta thailandese avrà sicuramente visto più volte l’esclamazione hooyah!

Inizialmente è stata usata per sottolineato l’evoluzione positiva dell’operazione negli aggiornamenti dei Thai Navy SEAL, le forze speciali della marina thailandese, ed è stata subito adottata anche dai media e nei social: esempi in ‘Hooyah!’: how the Thai rescuers’ catchcry became a global phenomenon.

Origine di hooyah

Hooyah non è una parola thailandese ma nasce come grido di guerra (battle cry) della marina statunitense, usato quindi anche per incitamento e approvazione. È paragonabile ad altri gridi delle forze armate americane: oorah dai Marines e hooah dall’esercito e dall’aviazione. Sull’origine di hooyah circolano spiegazioni varie ma la più plausibile è che sia una voce onomatopeica.

Si nota la somiglianza con la più nota interiezione hurrah (o hurray), che in inglese è usata per esprimere esultanza, acclamazione e plauso. In italiano ci è arrivata attraverso il francese e ha subito un adattamento grafico in urrà. L’origine onomatopeica è riconducibile all’urlo di incitamento dei marinai per coordinare gli sforzi quando alzavano le vele (cfr. issa! in italiano).

(Navy) SEAL ≠ seal (animale)

È diventata virale anche un’illustrazione di Sisidea che rappresenta i partecipanti all’operazione come animali. Si riconoscono subito i cinghiali, dal nome della squadra di calcio dei ragazzini, Wild Boars, e le rane perché in varie lingue il sommozzatore viene chiamato uomo rana, frogman:

tweet di @PichayadaCNA che descrive vignetta con varie metafore animali: Cute picture that nicely captures #ThamLuangRescue. It shows 13 'wild boars' on their journey home, escorted out of caves by rescuers from many countries. Seals as Thai Navy SEAL. Elephant as mission chief. Frogs as diving experts. Naga as water pumping team. Birds as media (spiegazione di tutti gli animali qui o facendo clic sull’immagine)

Per vignetta è giustificata la reinterpretazione di Thai Navy SEAL come “foche”. Non è invece appropriato se lo fanno i media italiani in spiegazione del nome, come in questo esempio: «Non siamo sicuri se questo sia un miracolo, la scienza o qualcos’altro — scrivono sul sito i Navy Seals —. Ma tutt’e 13 i Cinghiali ora sono fuori», e le foche (seals) festeggiano.

SEAL è infatti un acronimo, nato per identificare le forze speciali della marina statunitense che operano in vari ambienti: SEAL sta per SEa, Air, Land, quindi mare, aria, terra (nello stemma dei Navy SEAL americani c’è un’aquila e non una foca!).

È comunque plausibile che SEAL sia anche un backronym (“acronimo inverso”) e cioè che sia stato volutamente scelto per coincidere con una parola già esistente. È un meccanismo molto diffuso nell’inglese americano perché consente di ricordare gli acronimi più facilmente: esempi in Stable Genius Act. In inglese però seal non significa solo foca ma c’è anche un altro omonimo con diverse accezioni, anche figurate, tra cui sigillo, sugello, segno e marchio.


Vedi anche: Grotta, grotto e crotto (e man cave!) sulle differenze tra le parole inglesi cave, cavern e grotto e i potenziali falsi amici italiani.


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