Storie di parole, con e senza glutine

Gretel a Hansel, davanti alla casetta di marzapane: “I don’t know Hansel. It doesn’t look gluten free” Vignetta: Bizarro

Nella versione originale tedesca dei fratelli Grimm, la casetta nella fiaba di Hänsel e Gretel è fatta di pane, torta e zucchero (Brot, Kuchen, Zucker), invece in quella inglese e di altre lingue è di pan di zenzero (gingerbread). Solo la casetta italiana, fatta di marzapane (pasta di mandorle, albume e zucchero), è sicuramente senza glutine!

Etimologie appiccicose

È noto che il glutine è un complesso di proteine contenuto nei cereali. Solo recentemente ho scoperto che glutine ha anche un senso figurato e letterario che vuol dire vincolo, forza di coesione: “questa forza vitalefu come il glutine della nuova Italia” (Carducci). Un altro significato, ora obsoleto, era quello di sostanza vischiosa o collante: la parola deriva infatti dal latino glutentĭnis, “colla”.

Ritroviamo lo stesso etimo in inglese nella parola glue, colla, acquisita attraverso il francese antico. In inglese glue e glutine sono quindi allotropi o doppioni.

Nella terminologia della fisica delle particelle ci sono anche il gluone, dall’inglese gluon, così chiamato perché “incolla” i quark, e il suo partner supersimmetrico gluino.

Aggiungo anche agglutinante, aggettivo che descrive lingue la cui la funzione sintattica e grammaticale delle parole è segnalata e specificata dall’unione al tema di uno o più affissi (altri dettagli nei commenti).

La parola italiana colla deriva invece dal latino parlato cŏlla(m), a sua volta dal greco κόλλα, “colla, glutine”.

Vignetta con donna che rovescia il contenuto di una scatola di corn flakes e dice “Free the gluten!” e uomo che commenta “Does that  make you a cereal killer?”
Vignetta via Pinterest (autore sconosciuto)

Le molte origini del marzapane 

Tornando alla casetta di Hänsel e Gretel, i vocabolari italiani sono concordi nel fare derivare la parola marzapane dall’arabo marabān, nome di una moneta, quindi di una misura di capacità, e in seguito anche “un cofanetto di porcellana per medicamenti, confetture, spezie, pietre preziose (così chiamato perché proveniente dalla città di Martaban sul versante orientale del Golfo del Bengala, oggi nel Myanmar), poi le scatole di legno in cui si metteva questo dolce appena fatto”.

Va quindi considerata paretimologia (cfr. etimitologia) la spiegazione alternativa che marzapane derivi da Marci panis, “pane di San Marco”, preparazione originaria di Venezia venduta in panetti marchiati con il simbolo del leone di San Marco, oppure chiamata così perché fatta il giorno di San Marco. 

La Real Academia Española ipotizza invece che la parola spagnola mazapán arrivi dall’arabo pičmáṭ, a sua volta dal greco paxamádion, “biscottino”; altri invece la fanno derivare dal latino martius panis, pane di marzo.
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Vedi anche:
♦  Falsi amici senza glutine in Torta di limoncello e polenta 
♦  Hänsel e Gretel rivisitati in Breadcrumb: briciole digitali 


Etimologia di glutine e marzapane dal Vocabolario Treccani

Hansel e Gretel attratti dalla casetta della strega dove campeggia enorme cartello NOW A WI-FI HOTSPOT!

Vignetta: Dave Coverly

3 commenti su “Storie di parole, con e senza glutine”

  1. mav:

    Il significato figurato / obsoleto si ritrova in molte espressioni tecniche, per lo più mediche, ma non solo.
    Ad esempio: lingua agglutinante (basco, finlandese, ungherese, etc).

    Cito Wikipedia: è un idioma in cui le parole sono costituite dall’unione di più morfemi. […] Il suo nome deriva dal verbo latino adglutino, che significa “incollare”.

    A questo punto mi chiedo se agglutinare e agglutinante ci siano arrivati attraverso il glutine in italiano o se non discendano direttamente dal verbo latino.
    Trattandosi di termini tecnici, potrebbe essere plausibile “la seconda che ho detto” (cit.)

  2. Licia:

    @mav, grazie di avere ricordato le lingue agglutinanti, in cui la funzione sintattica e grammaticale delle parole è segnalata e specificata dall’unione al tema di uno o più affissi. Anche il termine affisso, iperonimo di prefisso, infisso e suffisso, è in un certo senso legato alla colla: deriva infatti dal latino affīgere, composto di ăd e fīgere, “attaccare” e indica un elemento che può essere incorporato in una parola per modificarne il significato o la funzione. Cfr. L’inglese NON è una lingua “sintetica”.

  3. Flavia:

    Complimenti per l’articolo, ricco di suggestioni.
    Dunque ‘marzapane’ dal cofanetto che conteneva le spezie per confezionare questa pasta dolce e profumata che probabilmente si vendeva nelle farmacie veneziane come altre preparazioni a base di spezie, costosissime, talmente preziose da essere conservate negli ‘scrigni’, come pietre preziose. In seguito – io credo – si passò all’uso del marzapane per modellare frutta, vegetali e altro ancora (casette di marzapane?) per stupire i commensali alla tavola barocca.

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