Inglese farlocco: Referendum Digital Assistant

Per il referendum per l’autonomia del 22 ottobre in Lombardia per la prima volta in Italia verrà usato il voto elettronico. Qualche settimana fa è stato pubblicato questo annuncio di selezione di personale:

[…] il sistema di E-voting o voto elettronico grazie alla piattaforma digitale di Diebold Nixdorf  […] Manpower ha l’incarico di ricercare, selezionare, formare e assumere, oltre 7000 Referendum Digital Assistant, che supporteranno l’attività di voto nelle 12 provincie della regione Lombardia.

Non si sa chi abbia ideato il nome Referendum Digital Assistant per questa posizione ma una cosa è certa: il suo inglese lascia alquanto a desiderare.

Digital assistant

Referendum Digital Assistant è un sintagma formato da sostantivo+aggettivo+sostantivo e quindi l’unica interpretazione possibile è [referendum] [digital assistant], cioè un particolare tipo di digital assistant.

In inglese però un digital assistant è un dispositivo o un programma software e in quanto digitale non può essere una persona. Ad esempio, sono assistenti digitali Siri, Google Now e Cortana, programmi che capiscono il linguaggio naturale e sono in grado di completare attività per conto dell’utente. Tempo fa, prima che venissero soppiantati dagli smartphone, erano molto diffusi i personal digital assistant (PDA), dispositivi noti in italiano come palmari.

Digital referendum

Ad essere digitale nel caso dell’annuncio però non è l’assistente ma il referendum, quindi l’aggettivo avrebbe dovuto essere preposto, digital referendum.

Se aggiungiamo assistant per formare un sintagma nominale complesso, avremo digital referendum assistant, che è grammaticalmente corretto ma ambiguo. Può infatti essere interpretato in due modi:
1 [digital referendum] [assistant], ciò che intendiamo; 
2 [digital] [referendum assistant], un altro assistente digitale (opposto a un ipotetico human referendum assistant).

Senza spiegazioni o contesto credo che in inglese prevarrebbe l’interpretazione 2 proprio perché il concetto di assistente digitale è molto diffuso, e probabilmente sarebbe influenzata anche da opposizioni del tipo AI assistant vs human assistant, frequenti ora che si discute molto di intelligenza artificiale.

#dilloinitaliano!Referendum per l’autonomia

Un suggerimento per chi deve gestire personale italiano per un referendum italiano per il quale si useranno dispositivi per il voto (voting machine!!!) con interfaccia italiana? Che lasci perdere l’itanglese, soprattutto se sgrammaticato o “farlocco”.
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Nuovo post: La Voting Machine (VM) lombarda (ottobre 2017)


Sulle ambiguità dei nomi composti inglesi, vedi anche:
♦  LHC, analisi linguistica e “noun stack”
♦  “noun stack” e sequenze di aggettivi


Spunto per il post: una segnalazione di @Paoblog.

13 commenti su “Inglese farlocco: Referendum Digital Assistant”

  1. Nautilus:

    Mi risulta che “provincie” sia accettato al pari di “province” (per sicurezza ho fatto una verifica sul Treccani, ma ricordavo bene).

    Sulla nostra stampa il termine “e-voting” è stato impiegato più volte, almeno da quando – nel 2007 – l’Estonia (primo Paese al mondo ad adottarlo su larga scala) ha consentito ai suoi cittadini di votare con questa modalità. Quindi non mi sorprende il vederlo utilizzato qui. Ma ci sono stati anche diversi articoli, sempre sulla nostra stampa, che negli anni scorsi hanno parlato del caso norvegese, oltre che della situazione in Germania e Regno Unito.

    Ne approfitto per precisare una cosa che forse alcuni non sanno: l’e-voting di cui si parla per il referendum lombardo è puro e semplice voto assistito (o presidiato); significa che al seggio elettorale ci si deve andare, solo che anziché votare su carta lo si farà su tablet*; cioè non è possibile votare via internet; in tal caso si parlerebbe più correttamente di “i-voting”.

    Detto ciò, Licia tu sai bene quanta fatica faccio a non esprimere in questa sede nemmeno uno stringatissimo commento (che mi giudicheresti sùbito OT) sul merito del referendum in oggetto.

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    * l’utilità è più per chi, a urne chiuse, deve conteggiare i voti che per l’elettore che li esprime

  2. Mauro:

    Ma sono leghisti… quindi padani, non italiani, e forse la lingua padana non ha le parole adeguate per esprimere questi concetti 😉

  3. zop:

    Anche l’italiano utilizzato non scherza, come hai sottolineato in rosso… la virgola tra soggetto e verbo è un classico da correggere, per chi si occupa di revisioni. Per “provincie” basterebbe un correttore automatico.
    Invece mi domando quale sia la frequenza dell'”inglese farlocco” negli annunci di lavoro in generale (ormai quasi sempre in inglese) e anche nelle mansioni dei biglietti da visita, su questo aspetto non ho mai indagato (tu probabilmente sì).

  4. Licia:

    @Nautilus, viste le polemiche sui soldi spesi per l’acquisto dei tablet credo che in Lombardia sia abbastanza chiaro come si voterà!

    @Mauro, il leghista tipico probabilmente non sa neanche dire “the book is on the table” ma, si sa, Milano è la capitale dell’itanglese, tanto che sulla facciata del grattacielo della Regione Lombardia che si vede dalla zona di Porta Nuova campeggia lo slogan Lombardy feeding the future, now: non si sono degnati di scriverlo anche in italiano!

    @zop, non me ne sono mai occupata ma credo che ormai in certi ambiti i nomi delle posizioni siano esclusivamente in inglese!

  5. Nautilus:

    @ zop

    Se provi a usare un correttore automatico non ti evidenzierà “provincie” come errore perché non è un errore. Vedi anche questa pagina dell’Accademia della Crusca (ultima riga in fondo): http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/plurali-difficili-parole-uscenti-cia-gia

    @ Mauro

    Sono leghisti, quindi italiani a tutti gli effetti e non più padani. La Lega Nord sta all’indipendentismo come una birra analcolica sta a una grappa.

    @ Licia

    Mi piacerebbe sapere realmente se, in fatto di Inglese, il leghista tipico è più ignorante di un elettore tipico di qualunque altro partito. Basterebbe chiamare un esperto che confezioni un test di Inglese e poi delle persone del mondo della scienza che si occupano di statistica quotidianamente. Gli statistici definiscono un campione rappresentativo degli elettori di ciascun partito, somministrano loro il test preparato dall’esperto di test, e poi – gli statistici – elaborano i risultati. L’importante è che di statistica non si occupino gli esperti di test di lingue (e viceversa). Se ne esce che i leghisti sono in media più ignoranti degli altri bene, altrimenti stiamo parlando per luoghi comuni.

    In una città come Milano uno slogan in Inglese direi che ci sta. Ma sarebbe stato meglio scrivere Lombardia al posto di Lombardy, come è meglio scrivere Milano al posto di Milan. La tendenza è ormai questa. Ma i leghisti della Regione Lombardia devono essere rimasti un po’ indietro.

  6. Mauro:

    @ Licia

    Già inserire la parola “book” (in qualsiasi lingua la si scriva) nella stessa frase con “leghista” è sintomo di grandissimo ottimismo (o ingenuità 😉).

  7. caterina:

    conosco leghisti molto diversi da come li dipingete qui. non fate di tutta l’erba un fascio (…che poi fiano vi arresta!).

  8. Marco B:

    Non si tratta di ignoranza, qui per affrontare la challenge del 21mo secolo bisogna essere dei veri game changer, agili e disruptive per aprire nuove frontiere al business. La cosa piu’ importante e’ il mindset:solo cosi’ potremo portare l’Italia nel nuovo ecosistema digital.

  9. Mauro:

    non fate di tutta l’erba un fascio (…che poi fiano vi arresta!).

    Per il fascio ci arresta Fiano, per l’erba ci arresta Giovanardi 😉

  10. Roberto:

    Gentile Licia,
    leggo sempre il suo ottimo blog che ammiro molto anche se finora non avevo mai commentato. Purtroppo le devo comunicare che la sua spiegazione di Referendum Digital Assistant è stata usata dall’utente “Sixie” del forum Cruscate che l’ha inserita in un commento con variazioni di poco conto senza però citarla. Può verificarlo lei stessa all’indirizzo Web http://www.achyra.org/cruscate/viewtopic.php?p=56964#56964

  11. Licia:

    @Roberto, grazie. Sono davvero in molti quelli che scopiazzano testi e idee altrui senza porsi il minimo problema.

  12. degada:

    Non è questione di essere italiani, padani o altro. Il problema nasce dalla superficialità della redazione del testo e da quell’ostentare, con parole straniere e giovanilistiche, un modernismo “piacione” che risulta ridicolo! Usate le maiuscole, dove inappropriate, per mettere in risalto una parola; usate le parole inglesi per sembrare più vicino al futuro (per quello ci vogliono le idee!) e virgole che sono cadute nel testo come orpelli ortografici. Ovviamente senza dimenticare “provincie”: non me ne vogliate, si usa “province” nei migliori testi della lingua italiana. Se Treccani ammette “provincie” ve lo siete proprio trovato di fortuna e non perché già lo sapevate!

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