Necrotweet: commemorazioni in 140 caratteri

Ieri ho scoperto la parola necrotweet, usata ironicamente per descrivere i tweet che commemorano la morte di un personaggio famoso, in questo caso Paolo Villaggio, e che spesso sono solo tentativi di sfruttare la notizia e i suoi hashtag per acquisire visibilità.

La corazzata Potëmkin, la rivolta e i «necrotweet» su Fantozzi – Wu Ming, 4 luglio 2017 (via @fighen)

Trovo necrotweet una parola molto efficace e ho cercato qualche dettaglio sulla sua origine: le prime occorrenze risalgono al 2013, stesso periodo della creazione di un omonimo profilo di Twitter:

Necrotweet (@necro_tweet). Il valore di un paese è pari a quello dei suoi necrologi via twitter.

Meccanismi di formazione delle parole 

L’elemento formativo necro-  ha due significati: defunto, cadavere o morto, oppure può riferirsi a processi necrotici. Usato nel composto necrotweet richiama non solo la parola necrologio ma direi anche il termine necrofilia, la perversione che fa provare attrazione verso i cadaveri, che conferisce una connotazione sarcastica.

Necrotweet appare così come una parola trasparente, di cui si ricava facilmente il significato, e che ha sfruttato in modo efficace i meccanismi di formazione delle parole dell’italiano. Ma fa davvero questo effetto a tutti?

Necroposting

Senza spiegazioni e senza contesto, c’è anche chi dà un’altra interpretazione a necrotweet:  “risposta a un tweet ormai vecchio”. Succede se si ha già familiarità con il concetto di necroposting, che nei forum significa “rispondere ad una discussione inattiva da tempo, resuscitandola”. In questo caso prevalgono conoscenze enciclopediche che rendono ambigua una parola che sembrava invece estremamente trasparente.

Considerazioni terminologiche

Necrotweet è una parola informale ed è poco probabile che possa acquisire un significato specialistico (cfr. parole vs termini), ma evidenzia comunque alcuni aspetti rilevanti del lavoro terminologico.

I termini non vanno mai considerati come entità isolate ma sempre all’interno del loro sistema concettuale. Inoltre, vanno sempre verificati eventuali termini simili già esistenti che potrebbero condizionare la comprensione, ad es. in questo caso altre formazioni che iniziano con l’elemento necro-, come appunto necroposting. Va poi valutato l’impatto di eventuali interferenze, tenendo conto del contesto, dell’utente tipico, del livello di specializzazione e altri fattori. Solo a questo punto  si potrà decidere se l’ambiguità è accettabile o è preferibile considerare alternative. .


Vedi anche: A proposito di Twitter per una miniraccolta di neologismi legati a tweet e hashtag.


.

1 commento su “Necrotweet: commemorazioni in 140 caratteri”

  1. Nautilus:

    Pur incontrando “necrotweet” oggi per la prima volta credo anch’io che il prefisso “necro-” abbia una grande efficacia.
    A mio avviso ciò è dovuto sia al fatto che “necro-” in effetti “suona” bene sia al fatto che il suo uso non è inflazionato.

    Il prefisso è utilizzato (a) in ambito musicale (sopratutto nei sottogeneri death e black metal; mi vengono in mente i genovesi Necrodeath, ma il sito http://www.metal-archives.com censisce 672 gruppi – 320 dei quali ancora in attività – con nomi di questo tipo), (b) in ambito cinematografico (sottogeneri splatter/gore del filone horror), (c) in certi fumetti, (d) in ambito letterario (qui la fanno da padrone il Necronomicon di HP Lovecraft e il Necronomicon di HR Giger, quello – per capirci – della Saga di Alien).

    Quanto a “necrotweet” devo invece dire di non provare grande apprezzamento. Il prefisso “necro-” utilizzato per parlare di defunti mi sembra infatti poco adatto; questo perché “necro-” rimanda non tanto alla morte e ai morti in senso generale (dunque neutro), ma sopratutto a quegli elementi di morbosità che un necrologio (anche se fatto via twitter) di certo non contiene.

I commenti sono chiusi.