Il travel ban di Trump NON è un bando

[Giugno 2017] Aggiornamenti dagli Stati Uniti, in inglese e in alcuni titoli italiani, su un provvedimento controverso voluto dal presidente Donald Trump: “Supreme Court allows most of Trump’s Muslim travel ban until further review” – “La Corte Suprema: il bando sui migranti dai Paesi musulmani torna parzialmente in vigore” – “Muslim ban, da COrte suprema parziale via libera a bando Trump” – […] bando musulmani […] – bando anti-musulmani

La traduzione letterale di ban con bando è un errore: si tratta infatti di falsi amici.

Ban in inglese

In inglese il sostantivo ban identifica an official or legal prohibition, quindi un divieto emesso da un’autorità, ad es. un decreto, che impedisce di fare o usare qualcosa. Esempi: smoking ban è il divieto di fumo, alcohol advertising ban è il divieto di pubblicizzare alcolici.

Il travel ban voluto da Trump interdisce i cittadini di alcuni paesi musulmani dal viaggiare verso gli Stati Uniti e farvi ingresso.   

Bando in italiano

In italiano il significato primario di bando è quello di avviso, proclama o comunicazione pubblica ufficiale (ad es. bando di concorso, bando d’asta, bando di arruolamento).

In contesti storici bando indica anche la condanna pubblica all’allontanamento o all’espulsione. È però un provvedimento che riguarda chi si trova già in un luogo, invece il travel ban di Trump blocca gli ingressi: in nessuno dei casi va descritto come “bando”.

Bannare

L’espressione mettere al bando deriva dalla seconda accezione e ha aspetti in comune con il verbo inglese ban, proibire, interdire e anche escludere. È riconoscibile l’origine del calco bannare, che in contesto Internet significa interdire l’accesso a un forum o altro gruppo a chi si è comportato in maniera scorretta.


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3 commenti su “Il travel ban di Trump NON è un bando”

  1. Giovanna:

    Anche in tedesco ci sarebbe il rischio di incappare nel “falso amico”: esiste infatti la parola “Bann”, simile nella forma ma con altro significato (esilio, bando). Finora nei giornali ho però trovato la traduzione corretta, “Einreiseverbot” o in alternativa “Einreisestopp”, letteralmente proibizione di entrata.

  2. Luigi Muzii:

    Non so… a me pare che sia solo la preposizione ad essere sbagliata; to ban = mettere al bando e bandire = esiliare (cfr. Treccani, 2. Mettere al bando, esiliare: gli Ateniesi bandirono Aristide; Dante fu bandito da Firenze; per estens., cacciare, allontanare: b. dalla società; b. da una associazione, da un circolo; anche fig.: b. la malinconia; è meglio b. i complimenti. http://www.treccani.it/vocabolario/bandire/). Per estensione, figurativamente, sono messi al bando, quindi esiliati, quindi sottoposti al divieto di (ri)entrare negli Stati Uniti.
    Capisco l’attenzione, ma questo sfiora la fissazione.

  3. Licia:

    @Giovanna, grazie per i dettagli.

    @Luigi Muzii dai riferimenti e dal commento mi pare di capire che abbia frainteso l’oggetto del cosiddetto travel ban, il cui nome ufficiale è Executive Order 13780 – Protecting the Nation from Foreign Terrorist Entry into the United States. Dimentica inoltre che i campi semantici di sostantivi e verbi correlati non sempre coincidono: questo post discute il sostantivo bando e non il verbo bandire o la locuzione mettere al bando.

    Il cosiddetto travel ban è un provvedimento (executive order) e quindi non è un bando (prima accezione descritta nel post). Inoltre, non si propone di cacciare, allontanare o esiliare (“mandare via da un luogo”) particolari individui perché sono azioni che implicano che chi ne viene colpito sia già negli Stati Uniti e in questo caso si tratterebbe invece di deportation.

    Come ha spiegato ieri la BBC in Trump travel ban: Seven questions about the revised executive order, il provvedimento colpisce individui da sei paesi al quali non verrà concesso l’ingresso negli Stati Uniti. Non riguarda invece chi vuole rientrare (visa and green card holders from the countries on the list will still be allowed entry).

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