*traccie e altri tipi di errori

Notiziola dal Corriere della Sera:

Traccie con la «i» sul sito del Miur   Sfottò in Rete per il ministero. Errore blu di ortografia sul sito del ministero dell’Istruzione proprio alla vigilia della Maturità. La «svista» ha fatto subito il giro dei social network. Le scuse del ministero

Il Ministero ha poi corretto *traccie in tracce e ha diffuso una  nota in cui si legge: «Abbiamo visto il refuso sul sito degli Esami di Stato e siamo subito intervenuti per farlo correggere. Si tratta di un errore di battitura, di un errore materiale […]».

Le parole che ho evidenziato – errore di ortografia, svista, refuso, errore di battitura, errore materiale – sono veramente sinonimi intercambiabili?

Classificazione delle scorrettezze di scrittura

Nella scrittura a stampa o digitale possiamo riprendere una differenziazione proposta del linguista Andrea De Benedetti e distinguere tra
1  scorrettezze accidentali
2  scorrettezze che non rispettano un codice riconosciuto

scorrettezza

1 Scorrettezza accidentale: appartiene a questa categoria l’errore di battitura, come ad es. l’inversione di due lettere, l’uso di una lettera contigua sulla tastiera, la mancata digitazione di una lettera o una lettera in più (ad es. *rtacce , *trscce, *trcce o *traccce per tracce). Chi ha fatto l’errore difficilmente lo ripeterebbe in condizioni di scrittura più controllate.

2 Scorrettezza che non rispetta un codice: appartiene a questa categoria l’errore di ortografia (ad es. *traccie perché non rispetta la convenzione del plurale delle parole in –cia; la i aggiuntiva non può essere accidentale perché sulla tastiera è distante dalle altre lettere di tracce). Chi ha fatto l’errore lo ripeterebbe facilmente perché non ne ha consapevolezza: non conosce la regola che ha infranto.

Come vanno classificati errore, sbaglio, svista, disattenzione, svarione, sfondone, refuso, lapsus? Quali mettereste nella casella bianca (iperonimi) e quali in quelle azzurra e rosa (iponimi)? Dubito che tutti daremmo la stessa risposta.

Il punto di vista del terminologo

Questi esempi del lessico comune mi danno lo spunto per ricordare alcuni aspetti rilevanti del lavoro terminologico (lessico specialistico).

Il sistema concettuale di riferimento può influenzare il significato attribuito alle parole e le considerazioni sul loro uso e su come sono in relazione tra loro. Nell’esempio appena fatto la caratteristica distintiva che permette di differenziare tra errori di battitura e di ortografia è l’accidentalità, che però non è adatta per classificare tutte le altre parole (e neppure gli esempi: *trace è un errore di battitura o di ortografia? Tasto C difettoso o ignoranza delle doppie?).

Un altro aspetto rilevante è l’arbitrarietà del segno linguistico: le parole sono convenzioni ma non sempre gli stessi concetti vengono “etichettati” allo stesso modo, neppure in contesti simili. De Benedetti, ad esempio, distingue tra sbagli ed errori: ha assegnato significati precisi a due parole generiche che per molti sono invece equivalenti.

Vanno inoltre considerati gli aspetti diacronici. Ad esempio, la parola refuso (“difetto di fusione”) in tipografia indicava un errore di composizione, ossia un carattere usato erroneamente al posto di un altro, come b per d ma anche stili e tipi di carattere non corretti. Nell’uso più recente invece ha un significato più ampio e può indicare qualsiasi tipo di errore in un testo stampato o digitale: a seconda dei contesti, quindi, refuso può essere sia co-iponimo di errore di ortografia (due concetti diversi) oppure suo iperonimo.

Estensione di significato di refuso:
significato originale tipografico significato esteso più recente

A questo punto torno all’esempio iniziale: la parola *traccie nel sito del Miur era un refuso? Dipende… 😉


Vedi anche:

♦  #refusando in inglese: fat finger, thumbo e twypo
♦  Refuso di Expo 2015 ed errori dei media


2 commenti su “*traccie e altri tipi di errori”

  1. Nautilus:

    Proviamo a ragionare come se fossimo in fisica. Qui possiamo distinguere gli errori in due tipologie fondamentali: errori casuali ed errori sistematici (se c’è qualche fisico che legge sia benigno e lasci stare gli errori di parallasse!).

    Gli errori casuali hanno la caratteristica di essere imprevedibili e di non seguire uno schema preciso; se ad esempio ci riferiamo a una misurazione di lunghezza potremmo avere alcune misure per eccesso e altre per difetto e lo schema di queste misure (la successione di eccessi e difetti) non segue alcuna legge specifica.
    Per contro gli errori sistematici avvengono sempre “nello stesso senso”; sempre riferendoci alla misurazione di una lunghezza ciò significa che vengono eseguite misurazioni o solo per eccesso o solo per difetto.

    Quello che si può dire in più degli errori sistematici è che essi possono dipendere sia da un difetto dello strumento di misura sia da un errore di procedura (sia – ovviamente – da entrambe le cose contemporaneamente).

    Ora, se nel battere “tracce” commetto un errore casuale scriverò a volte “rtacce”, altre “trscce”, altre ancora “trcce”, “traccce”, …
    Potrei anche scrivere “traccie”, ma – data la distanza tra la “i” e la “e” sulla tastiera – direi che ciò, pur non essendo impossibile, è scarsamente probabile.
    A proposito, un tipico errore casuale è scrivere a volte “casuale” e a volte “causale” (a me capita non di rado).

    Quel “traccie”, invece, sembra avere le tipiche caratteristiche di un errore sistematico. Naturalmente la certezza di ciò si può avere solo dalla sua “ripetizione nel tempo” in altri testi. Di fronte a un caso isolato, come questo, dunque, possiamo solo dire che si tratta, “con elevata probabilità”, di un errore sistematico.
    E la difettosità dello strumento? La non perfetta conoscenza delle regole ortografiche da parte di chi ha battuto il testo.

    Però quello che ho capito io di questa vicenda è che al MIUR non dispongono di un correttore ortografico o – in alternativa – che il correttore ortografico non era attivo.

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