Come dire home restaurant in italiano

home restaurant

L’anglicismo home restaurant ha ricevuto parecchia attenzione dopo la presentazione della proposta di legge Disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata (home restaurant) che mira a regolamentare con “trasparenza, tutela dei consumatori e leale concorrenza” un nuovo modello di attività economica.

È intervenuto anche il Gruppo Incipit che ha suggerito di abbandonare l’anglicismo home restaurant a favore di ristorante domestico.

Ne ho discusso recentemente con alcune colleghe terminologhe e vorrei condividere le nostre perplessità su questa proposta. Ne approfitto per ricordare che nel lavoro terminologico si parte sempre dall’analisi delle caratteristiche essenziali e distintive del concetto, in questo caso ricavabili dalla definizione del legislatore (art. 2):

home restaurant: l'attività finalizzata alla condivisione di eventi enogastronomici esercitata da persone fisiche all'interno delle unità immobiliari ad uso abitativo di residenza o domicilio, proprie o di un soggetto terzo, per il tramite di piattaforme digitali che mettono in contatto gli utenti, anche a titolo gratuito e dove i pasti sono preparati all'interno delle strutture medesime

Caratteristica essenziale

Si tratta un’attività che riguarda eventi enogastronomici (attività di ristorazione nel titolo della legge). Si nota subito un’incongruenza con il concetto rappresentato da restaurant in inglese che, come ristorante in italiano, è invece un luogo, il locale dove si preparano e vengono serviti i pasti.

Caratteristiche distintive

1 L’attività si svolge in abitazioni private in cui chi cucina ha residenza o domicilio.

2 Gli eventi sono organizzati attraverso piattaforme digitali tipiche della sharing economy.

La proposta di legge specifica inoltre che questa attività
3 è occasionale e non deve superare alcuni limiti di coperti e proventi annui (su questo però c’è stato parere negativo del Garante per la concorrenza).

La preparazione dei pasti in loco non mi sembra invece una caratteristica distintiva perché fa già parte del concetto di restaurant / ristorante ma immagino che serva al legislatore per escludere esplicitamente il catering.

Alternative a home restaurant in inglese

Home restaurant non è un termine inglese perché non rappresenta un concetto particolare in un ambito specifico: è una descrizione generica che non vuol dire altro che restaurant in a private home.

In inglese esistono anche altre locuzioni, più o meno frequenti, usate per descrivere ristoranti non tradizionali di questo tipo. Ciascuna evidenzia caratteristiche diverse
♦  underground restaurant – aspetto clandestino
♦  pop up restaurant – saltuario e di breve durata 
♦  supper club – carattere privato
♦  closed door restaurant
–  calco dell’argentino a puerta(s) cerrada(s)
♦  guestraurant – si è ospiti

Debora Serrentino in Social eating vs home restaurant ha descritto altri termini, come temporary restaurant, e ha evidenziato l’aspetto social.

Alternative a home restaurant in italiano

Fatte queste premesse, credo sia chiaro che home restaurant è un anglicismo superfluo perché non rappresenta un concetto nuovo o specifico ma sembra più evocativo, preciso ed esotico solo perché è l’effetto che ci fa l’itanglese.

È auspicabile che il legislatore eviti di allungare l’elenco di inutili anglicismi istituzionali, ma quali sono le alternative?

Ristorante domestico non ci ha convinte perché, nonostante il Gruppo Incipit affermi che “riunisce semanticamente tutti gli elementi della definizione che il testo di legge fornisce dell’attività in questione”, ci sembra una traduzione letterale che non evidenzia adeguatamente le caratteristiche distintive del concetto. In particolare, ci pare che richiamando espressioni come pareti domestiche, lavori domestici, focolare domestico ecc. conferisca una connotazione di espressione obsoleta in contrasto con 2 (e non viene particolare voglia di andare a mangiare in un ristorante domestico).

Ristorante casalingo è un’altra traduzione letterale potenzialmente fuorviante perché sembra si tratti di cucina casalinga, specialità di molti ristoranti e trattorie tradizionali, spesso a conduzione familiare.

Ristorante in appartamento e casa-ristorante sono due alternative criticate perché implicherebbero che si possa usare qualsiasi abitazione unicamente, e non solo sporadicamente, per questo scopo, mentre le seconde case sono escluse dalla proposta di legge.

Ristorante amatoriale fa pensare che il cibo sia preparato da dilettanti, anche se spesso cucinano professionisti, però potrebbe essere coerente con 3.

Ristorazione privata (fatta in un ristorante privato) ci pare la soluzione più adeguata perché esprime la caratteristica essenziale (attività), dà rilievo alla caratteristica distintiva 1, è già usato con questo significato ed è congruente con il titolo della proposta di legge. L’aggettivo privato inoltre è spesso usato in associazione a vari servizi prenotabili esclusivamente online della cosiddetta gig economy, ad es. auto private di Uber e case private di Airbnb, e quindi è coerente sia con 2 che con 3. Si può obiettare che ristorante privato è ambiguo perché può denotare anche un’area ad accesso riservato in un ristorante tradizionale, ma con la definizione dei termini il legislatore esclude interpretazioni alternative.

In conclusione…

Chi segue questo blog sa già dove voglio andare a parare: il “principio guida” del terminologo è che i termini non si traducono ma si analizzano invece le caratteristiche del concetto per trovare una soluzione adeguata nella lingua di arrivo, senza farsi condizionare troppo dalle singole parole della lingua di partenza: ne ho discusso in Brainstorming e formazione dei termini in L2.

Non sempre si riuscirà a trovare un termine che soddisfa al 100% e che trasmette tutte le caratteristiche desiderate ma sarà comunque una scelta ben motivata.
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8 commenti su “Come dire home restaurant in italiano”

  1. Monmartre:

    Buon giorno,
    io suggerirei ristorante a domicilio: con quella “a” si nota subito lo spostamento in casa. L’attività sarebbe ristorazione a domicilio (non credo che qualcuno potrebbe pensare spontaneamente al solo servizio a domicilio di cibo). Avrebbe in più il vantaggio di poter identificare agevolmente i lavoranti: “offriamo un cuoco a domicilio con sommelier a domicilio e due camerieri a domicilio”.

  2. Licia:

    @Monmartre, grazie, però chi cucina deve essere a casa propria (cfr. 1), mentre mi pare che “a domicilio” implichi che il cuoco e altro personale vadano a casa di chi usufruisce del servizio.

  3. Monmartre:

    @Licia intendevo proprio quello che ha detto lei: ho capito male la definizione. Non avevo capito che la residenza fosse del “cuoco” – punto 1 -. Anche perché la residenza può essere di terzi(?).
    In pratica, se ho capito meglio: “Ehi settimana prossima cucino; qualcuno vuole pagare per venire a mangiare?”
    Allora cambierei il nome in “trattoria temporanea”, “ristorante improvvisato”: la puntualizzazione che i locali sono di terzi cancella il senso di domicilio. Mi vengono in mente solo “temporary shop del cibo”.

    Grazie

  4. Licia:

    @Monmartre, chiarisco qualche dettaglio che forse è sfuggito o non era del tutto esplicito perché il post era molto lungo.

    Residenza: non fa differenza se il cuoco vive in casa/appartamento di sua proprietà o in affitto (di terzi). 🙂

    Il concetto di temporary restaurant esiste già ma è diverso, cfr. spiegazione di Debora Serrentino, “i temporary restaurant […] organizzati da grandi catene, come il temporary restaurant di Ikea a Parigi, o da chef famosi, come il temporary restaurant di Alessandro Borghese al casinò di Sanremo, o il lussuosissimo temporary restaurant di Alain Ducasse, vera leggenda degli chef di tutto il mondo, […] sono veri e propri eventi esclusivi legati a operazioni di marketing e di re-branding”. Temporary indica inoltre che la durata nel tempo è limitata ma nel periodo in cui un temporary store o un temporary restaurant sta aperto offre servizi a tempo pieno come qualsiasi altro negozio o ristorante

    Bisogna anche fare attenzione alle connotazioni: trattoria potrebbe far pensare a preparazioni tradizionali o comunque di poche pretese, mentre questo tipo di attività di solito implica piatti molto curati, di alto livello sia nell’esecuzione che nell’impiattamento, e spesso il menu è descritto dettagliatamente e in anticipo nella piattaforma attraverso cui si prenota (cfr. 2), quindi anche l’aggettivo improvvisato è poco idoneo.

  5. Martina:

    Non sono per niente convinta, ma l’unica proposta che mi viene in mente è “cucina aperta”…

  6. Licia:

    @Martina @Annalisa, grazie dei commenti però vorrei chiedervi se avete letto tutto il post

  7. Martina:

    Sì, l’ho letto tutto e ci ho anche ragionato su, ma evidentemente non ho avuto una buona idea.

I commenti sono chiusi.