Violenza in Svezia, una questione terminologica

POOR SWEDEN!

Mi ricollego a Lo strano caso dell’attentato in Svezia (febbraio 2017) per aggiungere alcune considerazioni sulla rilevanza della terminologia nell’interpretazione corretta dei fatti.

L’immagine che ha dato Trump della Svezia – descritta come paese altamente insicuro e violento a causa dell’immigrazione – è stata subito confutata, e non solo dagli svedesi. Chi l’ha fatto però è stato ripetutamente attaccato dalla destra con un argomento ricorrente* e non sempre rilevante: l’altissima percentuale di stupri della Svezia, che quindi sarebbe il paese occidentale in assoluto più pericoloso per le donne.

Statistiche svedesi

In realtà le statistiche svedesi non sono paragonabili a quelle di altri paesi, come era già stato rilevato in seguito al caso Assange, ben prima quindi dell’ondata migratoria recente: ne aveva discusso, ad esempio, Sweden’s rape rate under the spotlight (BBC 2012), poi ripreso anche da Gli stupri in Svezia. L’ha ribadito anche il governo svedese qualche giorno fa in Facts about migration and crime in Sweden:

Claim: “There has been a major increase in the number of rapes in Sweden” Facts: The number of reported rapes in Sweden has risen. But the definition of rape has broadened over time, which makes it difficult to compare the figures. It is also misleading to compare the figures with other countries, as many acts that are considered rape under Swedish law are not considered rape in many other countries.

Per il codice penale svedese sexualbrott (violenza sessuale) identifica un concetto molto più ampio che in altri paesi e include atti che altrove verrebbero classificati diversamente o non considerati violenza. Inoltre, ogni singolo atto di violenza perpetrato dalla stessa persona viene conteggiato separatamente e intervengono anche fattori culturali, come la maggiore propensione alla denuncia.

Per saperne di più, Rape in Sweden e Rape statistics (voci dettagliatissime di Wikipedia).

Parole, termini e concetti

Ho fatto questa premessa per evidenziare il rischio delle equivalenze “da dizionario” quando si traduce da una lingua a un’altra: in inglese e svedese le parole per “atto sessuale imposto con la violenza” possono avere un uso generico simile nel lessico comune, ma identificare invece concetti diversi quando sono usate come termini nel contesto specialistico giuridico

Se la mancata corrispondenza non viene rilevata, l’informazione può risultare distorta.

Orientamento al concetto

L’approccio onomasiologico (orientato al concetto) del lavoro terminologico verifica la corrispondenza dei sistemi concettuali delle diverse lingue, aiuta a identificare le differenze, anche culturali, e a trovare soluzioni adeguate. Esempi: captain ≠ capitano, Carne o pollo? e Le differenze tra rifugiati e migranti.

Per una comparazione più scientifica si ricorre inoltre a ontologie che rappresentano le conoscenze codificandole in base alle loro proprietà, svincolate dai linguaggi naturali (esempio: terminologia giuridica).

Spesso nella traduzione prevale invece l’approccio semasiologico (orientato al termine) che non verifica la corrispondenza dei sistemi concettuali ma si limita ad associare elementi lessicali della lingua 1 a quelli della lingua 2, a volte senza riuscire a distinguere tra parole e termini.

Sono convinta che una maggiore attenzione alla terminologia e al suo uso contribuirebbe a un’informazione più accurata e potrebbe evitare errori e fraintendimenti: un altro esempio in Trump e la “deportazione” dei clandestini.

Altri esempi di manipolazione delle statistiche svedesi

Anche nel Regno Unito c’è chi distorce le informazioni sulla Svezia per finalità politiche interne: in un tweet recente, Nigel Farage del partito nazionalista britannico UKIP ha definito Malmö “capitale europea degli stupri” a causa dell’immigrazione, correlazione smentita dai dati del governo svedese:

Nigel Farage: Malmo in Sweden is the rape capital of Europe due to EU migrant policies. Anyone who says there isn't a problem is lying to you.

Per qualche esempio delle argomentazioni contro la Svezia dopo le esternazioni di Trump, date un’occhiata alle reazioni negative ai tweet dell’ambasciata svedese negli Stati Uniti e dell’ex primo ministro Carl Bild.

Aggiornamento maggio 2019 – Anche il TG2 Rai ha ripreso le stesse false informazioni sulla Svezia propagate da Farage e da altri politici populisti europei. L’Ambasciata di Svezia in Italia ha emesso un comunicato per smentire il servizio del TG2 che affermava che la Svezia è il paese con “il più alto numero europeo di stupri”. In aggiunta alle informazioni riportate qui sopra, viene evidenziato anche un altro fattore, più recente, che rende i dati svedesi non paragonabili a quelli di altri paesi: “la nuova legge sul consenso esplicito, entrata in vigore nel 2018, che sancisce che il sesso se non è consensuale è illegale, quindi passibile di denuncia”.


*  Viene in mente un tipo di fallacia logica detta cherry picking: si selezionano solo prove o argomentazioni che sostengono la propria tesi – in questo caso la presunta alta percentuale di stupri – e si scartano invece tutte quelle che le darebbero torto.

Trump massacres by Nick Anderson  Vignetta: Nick Anderson

2 commenti su “Violenza in Svezia, una questione terminologica”

  1. Lele:

    @Licia
    Se non fosse questo blog sarebbe un semplice commento da grammar nazi. Ma in questo caso diventa una domanda; se l’hai scritto tu, un senso deve esserci. 🙂

    In fondo all’ultimo paragrafo di “Statistiche svedesi”, scrivi: “… la maggiore propensità alla denuncia.”

    Non l’avevo mai sentito. Perché propensità invece del più comune propensione?

  2. Licia:

    @Lele, un calco che mi è sfuggito (propensità è raro ma ha comunque il significato di “inclinazione, tendenza”) e che ho corretto, grazie!

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