Da vegan a veggan (e la rianalisi di egotarian)

Siamo all’inizio di gennaio e sui social è riapparsa la parola inglese Veganuary (vegan+January), il mese in cui si promuove o si prova la dieta vegana: dettagli in Veganuary, reducetarian e altri neologismi.

Baked Avocado and Egg by Patty Nguyen
Foto di baked avocado and egg (eggvocado) di Patty Nguyen

Da vegan a veggan

Per descrivere nuove diete e abitudini alimentari nascono in continuazione nuove parole, soprattutto in inglese. Alcune sono molto creative, come veggan, il vegano (vegan) che mangia uova (egg) e cioè che segue una dieta ovo-vegetariana.

È una parola efficace soprattutto in forma scritta perché risalta la sequenza egg, mentre nella pronuncia non si fa distinzione tra consonanti semplici e doppie (siamo noi italiani che ci facciamo riconoscere quando diciamo /ɛɡg/ anziché /ɛɡ/!) e l’unica differenza è tra le vocali iniziali, cfr. vegan /ˈviːɡən/.

Anche l’italiano dimostra comunque notevole flessibilità lessicale, basti pensare agli allotropi vegetariano (calco di vegetarian) vs vegetaliano* e fruttariano vs fruttaliano**

La rianalisi di egotarian

Un altro neologismo inglese che mi ha colpita è egotarian, usato per descrivere una cucina o piatti che gli chef egocentrici creano appositamente per sfoggiare le proprie capacità e competenze, cfr. prima occorrenza nota in Alan Richman: The Rise of Egotarian Cuisine.

Egotarian è anche un esempio di rianalisi di parole formate con il suffisso –arian che in inglese indica interesse, profonda convinzione o credo verso qualcosa – ad es. humanitarian e authoritarian, da humanity e authority – o più nello specifico un tipo di dieta o una persona che la segue.

In questo caso e in altri esempi come flexitarian e rawtarian** il suffisso è stato invece reinterpretato come se fosse –tarian, molto probabilmente per analogia o per una risegmentazione arbitraria di nomi di diete come vegetarian, fruitarian e climatarian** da vegetable, climate e fruit.


** descritti in Da vegetariano a veg 
** descritti in Veganuary, reducetarian e altri neologismi


Vedi anche: Rianalisi: l’amantide religiosa

9 commenti su “Da vegan a veggan (e la rianalisi di egotarian)”

  1. Mauro:

    Sicura che “vegetariano” sia un calco di “vegetarian”?
    Non è più probabile sia un calco dal verbo (italiano!) “vegetare”?

  2. Michael Pope:

    E possibile anche c’è eggotarian che indichi un ovo-egotarian?

  3. Licia:

    @Michael, sarebbe un’ulteriore rianalisi con reinterpretazione del suffisso in –otarian.
    Se si cerca eggotarian con Google e con Bing si ottengono risultati diversi. Interessante che Bing interpreti eggotarian come ovo-vegetarian e rimandi unicamente alla pagina di Wikipedia che però non contiene alcuna occorrenza di eggotarian nel testo (forse solo nel metatesto?).

    Ovo vegetarianism – Wikipedia   Ovo vegetarianism / ˈ oʊ v oʊ / is a type of vegetarianism which allows for the consumption of eggs but not dairy products, in contrast with lacto vegetarianism.

    Con Google invece non si ottiene la pagina di Wikipedia ma ho trovato un paio di esempi d’uso:
    That’s why I prefer to be an ‘eggotarian’, which means that I would eat milk and eggs, but no meat.
    – [in una discussione sui modi migliori di fare le uova strapazzate] “This entire thread reminds me if a recent one titled ‘the rise of egotarian cuisine’…” “More like eggotarian 😉

    L’ultimo esempio si ricollega anche a questo tweet:

  4. Alpha T:

    A me veggan fa venire in mente i veggies, quindi l’ho trovato molto adatto a confondere le idee.

    Resto dell’idea che oggi a parlare di neologismi si finisce per trattare sempre più spesso di fisime mentali.

  5. Alpha T:

    A questo punto, per distinguerli dai crudisti che sono un sottoinsieme dei vegani, introdurrei il mangiatore di battuti di carne cruda, che si nutre alla maniera degli antichi.

    Il tartaretarian.

  6. Licia:

    @Alpha T non male tartaretarian, e molto più stuzzicante di raw meat diet, anche se per essere precisi tartare può implicare anche pesce e salsine varie 😉

    Amenità a parte, mi dispiace che non si riesca a capire che neologismi e occasionalismi come questi in realtà sono uno spunto per riflettere sui meccanismi lessicali a nostra disposizione. Cercherò di chiarirlo più esplicitamente nei prossimi post.

  7. Mauro:

    @Mauro, carnivoro incallito?

    E orgoglioso di esserlo 🙂

    Però il dubbio linguistico era sincero, non dovuto alla mia dieta.
    Quindi: cosa ne pensi?

  8. Licia:

    @Mauro è l’etimologia che riportano i principali vocabolari italiani, ad es. il Devoto-Oli indica “Dall’ingl. vegetarian, tratto da veget(able) ‘vegetale’” (in uso in italiano dal 1860!) e il Treccani “dall’ingl. vegetarian, tratto da veget(able) «vegetale», col suff. -arian di unitarian, trinitarian, ecc”; la voce dello Zingarelli si può visualizzare da computer tradizionali facendo doppio clic sulla parola.

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