Data scientist e data artist

Fancy term for ‘programmer’ 1976: Software Analyst 1986: Software Engineer 1996: Software Architect 2006: Software Developer 2016: Data Scientist Data Scientist (n.): A person who is better at statistics than any software engineers, and better at software engineering than any statisticians.

Queste due facezie in inglese mi hanno fatta sorridere perché data scientist è un anglicismo ormai molto diffuso anche in alcuni contesti professionali italiani.

Semplificando, nell’ambito della scienza dei dati chi lavora nel ruolo di data scientist acquisisce, rappresenta, manipola, analizza, interpreta, modella,  archivia e presenta dati complessi (cfr. big data). Si avvale di metodologie e di strumenti informatici e statistici.

Una traduzione letterale italiana di data scientist con “scienziato dei dati” è però improponibile perché avremmo a che fare con i falsi amici scientist ≠ scienziato (in inglese scientist descrive in modo generico anche chi ha un ruolo tecnico o si occupa di analisi di informazioni).

“Quick! Somebody find me a data scientist!”

C’è anche il data artist, che lavora con i dati complessi per rappresentarli graficamente in visualizzazioni e altri modelli.

Una traduzione letterale sarebbe fuorviante anche in questo caso. In italiano infatti l’artista è chi opera nel campo dell’arte, sia come creatore che interprete, o qualcuno particolarmente abile nella propria professione. Anche l’inglese condivide queste accezioni però artist è anche chi di professione si occupa di rappresentazioni grafiche, non solo a carattere artistico ma anche meramente tecnico, come ad esempio i truccatori (make-up artist), i disegnatori, chi fa gli identikit (forensic artist) e i data artist.

Vedi anche: Elenco di falsi amici

3 commenti su “Data scientist e data artist

  1. Massimo S.:

    Io propongo di tradurlo (‘tradirlo’) con “analista di dati informatici” o “analista informatico” o “analista” e basta, precisando la nuova accezione del termine nel campo informatico.
    Del resto, almeno fino a ora, è comunque necessaria una perifrasi esplicativa, in inglese come in italiano, che spieghi che fa questa nuova figura professionale, evoluzione e ricalibrazione di attività e figure già esistenti.
    http://www.wired.it/lifestyle/design/2014/08/19/chi-e-il-data-scientist/

  2. Licia:

    @Massimo, penso apprezzerai questa vignetta di qualche anno fa:

    A Data Scientist is… A Business Analyst that lives in California.

    Scherzi a parte, ormai questa figura viene identificata come data scientist anche in italiano, non credo sia più proponibile una traduzione.

    Aggiungo anche una versione italiana di un diagramma ricorrente in inglese che mostra cosa si intende con scienza dei dati e quindi con data scientist, una figura professionale complessa che richiede competenze specifiche:

    scienza dei dati 

    (ciò non toglie che poi si chiami data scientist anche chi fa analisi di dati che non hanno nulla di nuovo o particolarmente complesso 😉 )

  3. Massimo S.:

    Se “il più” del termine nuovo inglese contiene il meno del termine ‘tradizionale’ italiano, anche “il meno” del termine tradizionale italiano può espandersi semanticamente e ricomprendere significati (nel caso specifico competenze e attività) che prima non includeva, permanendo, quindi, in entrambi i casi un’ambiguità che toccherà sciogliere con locuzioni esplicative o con riferimenti temporali che rendano evidente se il nuovo o il ‘vecchio’ termine’ vengono rispettivamente usati nella più pregnante o nuova accezione, oppure sono rispettivamente usati in un senso più ristretto o nel più limitato significato ‘tradizionale’.
    Un prefisso come ‘super’ potrebbe alludere, nell’ipotizzata traduzione di data scientist con analista, alle variegate e sofisticate competenze e ai compiti nuovi richiamati dal termine inglese nel suo significato più pregnante.
    Data scientist in italiano potrebbe così diventare “superanalista”, dandosi così immediato conto, dei ‘superpoteri’ (nuove abilità e competenze per nuovi, complessi compiti: salvare il mondo 😉 ) di cui è dotato (non senza una punta di ironia, che fa il paio con le vignetta di cui più sopra).
    Ma, appunto, il primato (e la moda) dell’inglese in certi settori rende astratti e oziosi questi ragionamenti…

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