N come naso: è fonosimbolismo

N is for nose – N come nasoIl legame inaspettato fra concetti e suoni sintetizza una ricerca americana a cui è stato dato parecchio spazio dai media. Sono state analizzate parole di uso comune in circa 4000 lingue, evidenziando una correlazione statistica molto marcata tra gli stessi suoni e significati, ad es. in molte lingue la parola che identifica il naso contiene la nasale /n/.

Fonosemantica e fonosimbolismo

Al momento coesistono varie ipotesi per tentare di spiegare perché lingue anche molto diverse tra loro abbiano questi aspetti in comune. Sono comunque fenomeni noti da tempo e studiati dalla fonosemantica.

Ad esempio, Onomatopee e fonosimboli in italiano (Portale Treccani) descrive il fenomeno dell’autonimia articolatoria, cioè “la tendenza statisticamente comprovata degli organi fonatori a chiamarsi con i suoni che essi stessi producono (ad es. i denti con le consonanti dentali /d/, /n/ e /t/, il naso con la nasale /n/, le labbra con la labiale /b/”.

In Pastachetti, Soffatelli, gelato Boccalone Prosciutto ho accennato al fonosimbolismo di nomi di gelato ricordando che in molte lingue le vocali anteriori, come ad es. /i/, /e/ ed /ɛ/, tendono a essere usate in parole che indicano qualcosa di piccolo, sottile, leggero, mentre le vocali posteriori, come /a/, /o/ e /ɔ/, sono più comuni in parole che descrivono qualcosa di grande, grosso o pesante, cfr. i suffissi alterativi italiani –ino ed –etto vs –one, –accio ecc.

Effetto bouba / kiki

È molto noto anche l’esperimento in cui vengono mostrate le due forme nella figura e viene chiesto di identificare quale delle due è bouba e quale kiki:

bouba kiki

Il 95% delle persone, indipendentemente dalla lingua, risponde che kiki è la forma spigolosa e bouba quella sinuosa, e non è casuale che ci sia un arrotondamento delle labbra per pronunciare /b/, mentre sono tese per pronunciare occlusive sorde come /k/ e /t/, consonanti discontinue che evocano interruzioni (sono anche ricorrenti in parole onomatopeiche che descrivono rumori secchi). L’esperimento è la versione aggiornata di un altro condotto negli anni ‘20 che usava invece le parole maluma e takete, con risultati simili.

Onomatopee

Concludo con un riferimento un meccanismo linguistico familiare: l’onomatopea, [la formazione di] una parola o gruppo di parole il cui suono ne richiama il significato. Qualche esempio in L’italiano e i suoni di Topolino & Co. e in βρεκεκεκὲξ κοὰξ κοάξ → ribbit e cra cra.


Altri esempi di aspetti fonosimbolici:  
X e Z nei nomi dei medicinali
Edvard Munch: da skrik a urlo
Dal pulsante Snooze alla fonestesia! (nuovo post: parole inglesi che iniziano per /sn/ che hanno a che fare con il naso)


La ricerca citata all’inizio è stata riportata da diversi media italiani. Come prevedibile, nella traduzione dall’inglese c’è chi ha fatto confusione tra lingua e linguaggio e chi ha usato in modo improprio la parola idioma.

1 commento su “N come naso: è fonosimbolismo”

  1. Marco B. Rossi:

    Io avrei detto che Kiki fosse la forma arrotondata, perche’ piu’ femminile. Ma probabilmente mi hanno guastato Kiki Consegne a domicilio con il suo fiocco rosso, e Bubba l’amico di Forrest Gump.

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