“un ticket per un beverage e due food”

Descrizione di un evento campano vista da Mario Passariello:

Street-Food  Protagonista in assoluto: il cibo! Nella suggestiva location sarà allestito un percorso enogastronomico dove I Maestri della pizza campana, ristoratori e chef potranno mostrare le proprie creazioni culinarie. L’ingresso accessibile a tutti con un ticket di euro 10,00 comprensivo di un beverage e due food.

Sarei curiosa di chiedere a chi ha scritto questo testo perché ritenga che gli anglicismi usati siano preferibili a luogo, biglietto, bevanda e piatti (o degustazioni o assaggi, se le porzioni sono piccole). Evidenzierei anche alcuni errori d’uso tipici dell’inglese farlocco.

Street food si scrive senza trattino e con le iniziali minuscole. È un anglicismo ormai diffusissimo, però vorrei far notare che all’Expo veniva usato cibo di strada (esempi), anche per paesi esotici, e quindi non vedo perché non si possa fare lo stesso altrove.

Beverage identifica qualsiasi bevanda eccetto l’acqua, ma in senso merceologico. Si pronuncia /ˈbɛv(ə)rɪdʒ/ ed è una parola usata soprattutto da operatori del settore, ma non da chi ordina da bere, che in inglese direbbe drink, in uso anche in italiano dagli anni ‘50. Va comunque ricordato che in inglese drink può voler dire sia 1 qualsiasi liquido ingerito per nutrimento, ristoro o piacere, che 2 bevanda alcoolica, ma in italiano è stata recepita solo l’accezione 2.

Food in inglese è un sostantivo quasi sempre uncountable: non è numerabile e quindi non ha senso dire “due food”. Può però essere usato genericamente al plurale per indicare categorie di cibi, ad es. baby foods o junk foods. Dettagli in Grammatica inglese: food vs foods (nuovo post).

Ticket è stato usato con il significato originale inglese di “biglietto”, un palese anglicismo superfluo. È un’accezione nuova per l’italiano e potenzialmente ambigua perché per noi i ticket sono le quote pagate nell’ambito del servizio sanitario. Nel significato italiano ticket è uno pseudoprestito: in inglese infatti non esiste questa accezione, che ci arriva dal francese ticket modérateur. Anche i buoni pasto noti come ticket restaurant hanno origine francese (tickets-restaurant o tickets-repas), infatti in inglese si chiamano meal / luncheon voucher (in inglese ci si aspetterebbe l’ordine inverso delle parole nel sintagma, ma un eventuale restaurant ticket vorrebbe dire tutt’altro: biglietto di ingresso al ristorante, cfr. cinema  theatre ticket). Sull’etimologia di ticket, la stessa di etichetta, un contributo della linguista Manuela Cipri qui.

Questi esempi confermano che l’abuso di itanglese è quasi sempre inversamente proporzionale alla padronanza dell’inglese (e dell’italiano).
.

7 commenti su ““un ticket per un beverage e due food””

  1. Alpha T:

    Ineccepibile tranne che per _location_.

    Quella, piaccia o no, nell’uso italiano di oggi ci sta.
    Non è possibile dire “Nel luogo suggestivo”.
    Si potrebbe usare _cornice_, parola che secondo me comunque suggerisce più un panorama, quindi bisogna vedere se in quel caso location e cornice sono interscambiabili.
    Voglio dire, un tour a Spaccanapoli per stranieri proporrebbe una suggestiva location per degustazioni, non però una gran cornice…

  2. Licia:

    @Alpha T. per il Devoto Oli location è entrato in italiano nel 1993 (ma con un’accezione più specifica, “ambiente esterno nel quale si gira un film o uno spot pubblicitario o si realizza un servizio fotografico”). Nel resto del XX secolo come si faceva? 😉
    Si diceva posto, luogo, posizione, ambiente, ambientazione o, come suggerisci, cornice…
    Secondo me location è anglicismo utile in contesto cinematografico ecc., superfluo in tutti gli altri casi, cioè quando è usato in modo generico.

  3. Alpha T:

    Eh, ma l’area semantica non è la medesima. Ambientazione si avvicinerebbe, se non fosse che suggerisce qualcosa di preparato. Cornice invece dovrebbe riguardare un ambiente più ampio preesistente, un bel paesaggio o meraviglie architettoniche. Una rappresentazione teatrale in piazza a Borgio Verezzi ha una bella cornice.
    Ma il problema è più profondo. Se devo rendere il concetto di squadra, in certi casi dico team anche se potrei dire squadra, perchè dà una sfumatura diversa, perchè è un ambito dove già altri usano così…
    Per una suggestione 😛 pubblicitaria, evocare una magnifica location è più corrispondente alle aspettative di un pubblico che sente l’input 😛 giusto, reagisce come voluto all’anglicismo…

  4. Licia:

    @Alpha T, ormai è entrato nell’uso ma non è certo insostituibile! 😉 Tra l’altro sottolinea anche una caratteristica tipica dell’itanglese, quella di attribuire agli anglicismi un significato molto più specifico di quello che hanno in origine.

    @Fabio, grazie.

  5. Kevan:

    Ciao Licia,

    È da molto che leggo il tuo blog, e lo trovo sempre interessante ed informativo. Complimenti!

    In merito alla parola “beverage”, io, statunitense e madrelingua inglese vivendo in California, direi che essa sta in aumento per quanto riguarda la frequenza di usanza.

    Ad esempio, quando compro magari un sandwich o un burrito da un kiosko or da un “food truck”, spesso mi chiedono: “Would you like a beverage with that?” Oppure: “No beverage?” (“Suggestive selling.” Which is really just a way to try to get you to buy more while making it sound like you’re just being polite by helping the customer “remember” to buy something they’ve apparently forgotten to order.)

    There’s also a beverage aisle in every supermarket, and a beverage list on menus, including those chalk boards that coffee shops use.

    n.b. In questi casi, un beverage può anche significare una bottiglia d’acqua.

    Credo sia un caso di voler suonare più elegante o raffinato. “Beverage” con la sua radice latina suona più “high class” che “drink”, che risulta cento per cento anglo-sassone, e perciò sembrarebbe un po’ declassé!

    E per quanto riguarda “location” – gli Italiani con cui parlo io la dicono spesso (e non nel senso filmatico / pubblicità). Prima pensavo fosse dovuto alla contaminazione dall’inglese, ma adesso capisco che è un fenomeno più universale nella lingua italiana. Non funziona “ubicazione” almeno in parte per chi cerca una parola italiana che serva?

    Mi chiedo scusa per gli eventuali errori di grammatica – spero di non aver troppo massacrato la tua lingua!

  6. Licia:

    Grazie Kevan, utilissimo il tuo contributo da madrelingua, spero interverrai ancora. 🙂


    Ne approfitto per aggiungere l’esempio di un cartello visto a Milano sulla vetrina di un negozio vuoto. Nel secolo scorso nessuno avrebbe usato location ma spazio o locale.

    LOCATION DISPONIBILE

I commenti sono chiusi.