La censura petalosa di Facebook

vignetta Andrea NicolucciLa storia di petaloso ha avuto anche risvolti sgradevoli: fraintendimenti, pregiudizi e commenti negativi di ogni genere, come spesso succede sui social network.

Torno sull’argomento perché Facebook ha censurato* l’analisi postata da Vera Gheno, la sociolinguista che cura il profilo Twitter dell’Accademia della Crusca.

Una vicenda assurda raccontata da Michele Cortelazzo in Le bufale su petaloso, dove trovate anche il testo oscurato. Vi consiglio di leggerlo perché è molto arguto, anche se è sconsolante constatare tali livelli di ignoranza e incapacità di comprendere correttamente un testo, unite a maleducazione, animosità e smania di apparire a tutti i costi.

Ricorre ad esempio una convinzione distorta sulle finalità dei vocabolari moderni, che non legittimano l’uso delle parole perché non sono prescrittivi ma descrittivi. È un equivoco in cui è caduto anche il ministro Alfano qualche tempo fa, cfr. Polemiche di ferragosto: vu cumprà e vocabolari.

Tra i commenti più sconcertanti quello che petaloso è una “parola sbagliata” perché “somiglia molto, troppo, al corrispondente inglese petalous”. Esempio da un sito di informazione:

Il terzo, e forse il più grave male, è che “petaloso” non è ancora italiano, ma è già inglese. Gli anglosassoni, per esprimere l’identico concetto usano un bel “petalous”, che suona tanto comprensibile e familiare. Insomma, assonanza e somiglianza, ed ecco che siamo di fronte a un bel calco. Ennesimo, che si aggiunge alla lunga tradizione di calchi e prestiti che anziché arricchire l’italiano allarga i confini dell’inglese. Certo, sono solo parole, e ognuno faccia come vuole. Ma nessuno si scandalizzi più se esistono persone che dicono “location” e scrivono qual'è.

Il sapientone che ha affermato che petalous è una parola “tanto comprensibile e familiare” ha tradito la sua scarsa conoscenza dell’inglese, altrimenti si sarebbe reso conto che petalous è una parola rara e desueta. La prova? È riportata solo da alcuni dizionari, ha una frequenza bassissima (verificabile con Google Ngram Viewer) e la BBC, che ha raccontato la notizia, ha tradotto petaloso con “full of petals” e solo come nota a piè di pagina ha aggiunto “There is, by the way, a direct equivalent in English: ‘petalous’ has been a word since at least the early 18th century”. 


* Pare che la censura al post di Vera Gheno sia dovuta a due link: al portale Treccani e al sito di Annamaria Testa! “Troppa conoscenza potrebbe essere perniciosa”, è il commento di .mau. in Il Grande Fratello Facebook, dove trovate una versione del post che passa i controlli di sicurezza, nel caso voleste postarne una copia sul vostro profilo Facebook come suggerisce .mau.

Vignetta: Andrea Nicolucci

1 commento su “La censura petalosa di Facebook”

  1. Luciano:

    Provo profondo schifo per i sedicenti “difensori dell’italico idioma” che in questi giorni stanno dando sfoggio del peggio di sé.
    Tutti linguisti, tutti professoroni.

I commenti sono chiusi.