In bagno è vietato…

divieti bagno foyer du fond Torgnon

Avevo già visto cinque di questi divieti in una foto dall’Arabia Saudita diventata virale tempo fa, ma non mi aspettavo di trovarli anche in un bagno italiano. 😉

Ho indagato e scoperto che il cartello è stato realizzato per il Foyer du Fond di Torgnon (AO) riproducendo divieti visti online e creandone uno nuovo per i clienti italiani: indovinate quale!?!

A proposito di bagni e di differenze culturali, ho trovato molto divertente questo tweet che sicuramente avete già visto e che prende spunto dalla nota vicenda delle statue nude dei Musei Capitolini, coperte con cartoni per impedire che il presidente iraniano Rouhani ne rimanesse turbato: 

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Vedi anche: Adrian Mole e carta igienica inglese e Pronunce americane e carta igienica
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4 commenti su “In bagno è vietato…”

  1. Gianmaria:

    Ciao Licia,

    alcune settimane ero in Giappone e laggiù in fatto si segnalazioni si “sbraga” letteralmente. I bagni sono fra i miei soggetti preferiti ed ho una notevole quantità di foto di cartelli di questo tipo. Appena ho tempo li metto online e te lo segnalo.

    Per quanto riguarda la tua domanda, immagino sia la prima in alto a sx quella specifica per il mercato italiano 🙂
    gianmaria

  2. Licia:

    @Gianmaria, il Giappone mi attira moltissimo, sono proprio curiosa di vedere i cartelli.

    Sul divieto “made in Italy”: hai indovinato!! 😉

  3. Massimo S.:

    Ai tempi dei miei studi universitari, nelle case dove alloggiavano gli studenti fuorisede, erano diffusi, invece di cartelli di divieto, fatti apposta per non essere rispettati da esuberanti giovani maschi insofferenti ad ogni disciplina, cartelli con incoraggianti scritte esortative pensati per stimolare l’amor proprio dei destinatari e guadagnarsene la cooperazione:

    “Mirate giusto” oppure “Fate centro”.

    Insomma, più un auspicio e una richiesta di abilità, formulati per motivi igienici, che una prescrizione autoritativa…

    Alla fine, ben pochi, padroni di sé, disattendevano volontariamente la richiesta… I più “s’impegnavano” ed espletavano correttamente le loro funzioni corporali: ancorché solitamente protetti dall’anonimato non avrebbero potuto sopportare di apparire ai loro stessi occhi come degli ‘incapaci’.

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