Ingredienti audaci

L’adattamento fatto per la confezione italiana dei biscotti digestive è efficace perché rende esplicite informazioni che invece in inglese sono implicite. Non si può dire altrettanto di questa frase da un articolo intitolato Presente e futuro del cibo sugli aerei:

Gli chef che decidono i menu hanno anche incorporato sapori più forti e ingredienti più audaci: l’aioli, le barbabietole e i finocchi.

Cosa vi ha fatto capire subito che è una traduzione? L’accostamento insolito di audace e ingrediente o i tre alimenti, che per un lettore italiano non sono particolarmente azzardati?

Punti di vista…

La frase è tradotta da un articolo del Washington Post, Steaks on a plane: Following your United Airlines meal from the kitchen to the clouds, quindi rivolto a un pubblico americano che in gran parte ha esperienza diretta della compagnia aerea descritta.

Chi ha tradotto l’articolo ha reso più generico il titolo per interessare i lettori italiani, che così suppongono si discuta in generale di un argomento di interesse comune. Poi però ha mantenuto molti riferimenti che riflettono un punto di vista americano, implicito per il lettore del testo originale ma non sempre ovvio per chi legge la traduzione.

In mancanza di indicazioni, chi legge interpreta un testo con le proprie conoscenze enciclopediche. Nell’esperienza degli italiani, finocchi e barbabietole sono normali verdure e per questo è poco convincente che proprio questi due ingredienti con l’aioli rappresentino una tale innovazione culinaria.

Se però si rende esplicita l’informazione che sono insoliti o inaspettati per i viaggiatori americani, la frase diventa più realistica.

…e punteggiatura

Va precisato che chi ha tradotto ha fatto alcuni adattamenti, tipici però di chi è poco esperto. Ecco la frase originale:

The menu planners have also been incorporating bolder flavors and more adventurous pantry items, such as flat-iron steak and short ribs; beets, fennel and butternut squash; and aioli.

Si può notare che l’elenco dei cibi è stato dimezzato e che non è stata rilevata la funzione del punto e virgola, che raggruppa gli esempi in tre categorie: portata principale, contorno e condimento. Inoltre, la locuzione such as, che introduce alcuni dei possibili esempi, è stata sostituita con i due punti, che fanno invece concludere che si tratti dell’elenco completo. Ne risulta un’informazione incompleta e incongruente.

Mi sono soffermata su questo tipo di dettagli perché sembrano banali ma se sono numerosi possono influenzare la percezione di un testo e quindi anche la sua attendibilità. I traduttori professionisti però sanno riconoscerli e adottare gli accorgimenti necessari.
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Vedi anche: Traduzione enogastronomica e Cibo e cultura (e ClipArt di Office)


Ho notato che a diversi amici stranieri non piacciono i finocchi: per loro hanno un sapore troppo marcato. A me invece sembra che abbiano un gusto molto più neutro di altre verdure. Differenze culturali? 

4 commenti su “Ingredienti audaci”

  1. Gianmaria:

    Riflettevo sulla tua frase:

    “Va precisato che chi ha tradotto ha fatto alcuni adattamenti, tipici però di chi è poco esperto”

    Non è sempre questione di “expertise”.
    Fare un lavoro preciso ed appropriato ha un costo. A volte, questa precisione non è richiesta o semplicemente non la si vuole pagare. Per esempio le agenzie di traduzione talvolta lavorano con traduttori esterni pagati in funzione del numero di parole tradotte. In tali casi quindi non è _solo_ questione di “expertise” o professionalità del traduttore ma anche di scelte strategiche aziendali (giusto per non essere troppo populista :)).

  2. Giovanna:

    Veramente interessante questo argomento. Penso che le differenze tra conoscenze enciclopediche corrispondenti a diverse aree linguistiche siano più che mai evidenti proprio in quest’area semantica, il cibo. Io traduco moltissimo in questo settore e il problema principale è spesso la mancanza di corrispondenza: per esempio, nel nostro paese esistono determinati tagli di carne che altrove non esistono, e in compenso se ne trovano altri … Ma si potrebbe continuare all’infinito! Verrebbe da pensare che quello dell’alimentazione sia un settore facile per i traduttori, ma in realtà è abbordabile solo da chi vive o ha vissuto a lungo in entrambe le aree linguistiche. Come dice giustamente Gianmaria, molto spesso questa precisione, che deriva dall’esperienza, non la si vuole pagare. E la frittata è fatta!

  3. Licia:

    @Mauro, grazie per l’esempio! Che ne dici di polenta che in inglese è anche la farina? 😉

    @Gianmaria, sono del tutto d’accordo che gli adattamenti cospicui richiedono lavoro aggiuntivo che va ovviamente retribuito. In questo caso però volevo evidenziare una comprensione superficiale del testo e delle sue diverse funzioni nella lingua di partenza e di arrivo (ho anche scelto di mostrare solo un esempio ma ce ne sarebbero stati molti altri).

    @Giovanna, i tagli di carne sono un esempio perfetto: davvero difficile trovare una corrispondenza. In campo enogastronomico ci sono anche molti esempi che nella traduzione verso l’italiano si scontrano anche con vari geosinonimi e può essere difficile fare una scelta “neutra”.

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