Per la BCE non è QE (quantitative easing)

foto della sede della BCE a FrancoforteIn questi giorni è al centro delle notizie economiche quantitative easing o QE, anglicismo poco trasparente a cui i media associano traduzioni altrettanto oscure come allentamento quantitativo / monetario, alleggerimento quantitativo, facilitazione quantitativa e quantitativo facilitato / facilitante.

Identifica un programma della Banca Centrale Europea entrato in vigore ieri e così descritto nell’annuncio della BCE del 22 gennaio 2015:

Il programma prevede che la BCE acquisti obbligazioni sovrane in aggiunta ai programmi già in essere per l’acquisto di attività del settore privato, allo scopo di far fronte ai rischi derivanti da un periodo troppo prolungato di bassa inflazione. […]  Gli acquisti di attività forniscono stimolo monetario all’economia in un contesto in cui i tassi di interesse di riferimento della BCE sono sul limite inferiore. Tali acquisti allentano ulteriormente le condizioni monetarie e finanziarie, rendendo meno costoso l’accesso al finanziamento da parte di imprese e famiglie. Ciò sostiene tendenzialmente gli investimenti e i consumi e contribuisce, in ultima analisi, a un ritorno dei tassi di inflazione verso il 2%.

L’aspetto per me più rilevante è che la BCE non usa il termine quantitative easing, né nel comunicato stampa italiano né in quello inglese o in altri documenti correlati.

Terminologia “ufficiale” e nei media

Il termine usato dalla BCE è expanded asset purchase programme in inglese (cfr. Q&A on the asset purchase programme) e programma ampliato di acquisto di attività in italiano.

C’è da domandarsi perché i media ignorino la denominazione ufficiale e invece preferiscano un anglicismo che risulta oscuro a chi non ha specifiche competenze finanziarie o non ha familiarità con le politiche monetarie attuate dalla banca centrale degli Stati Uniti negli anni scorsi.

Questioni di comunicazione

Senza entrare nel merito della terminologia economica e finanziaria, credo ci sia un problema di divulgazione da parte delle istituzioni. L’ho discusso lo scorso novembre a Salerno nel mio intervento Terminologia e comunicazione: è necessario un meccanismo che consenta di individuare i concetti strategici e a forte impatto in modo da diffondere le denominazioni ufficiali ai comunicatori prima che ricorrano a soluzioni alternative, come prestiti o calchi dall’inglese, e creino incongruenze.

Non dubito che anche in questo caso alla BCE sia stato fatto un notevole lavoro terminologico, non solo per la traduzione ma anche per identificare le parole chiave da associare al testo (ho trovato facilmente i documenti che ho citato con una ricerca per quantitative easing, specifica per il sito della BCE).

Credo quindi che sarebbe utile rendere queste informazioni più facilmente reperibili e consultabili esternamente, ad es. aggiornando il glossario e rendendolo disponibile in tutte le lingue, ma anche coordinando le informazioni con le altre istituzioni europee per assicurare coerenza terminologica.

Sono attività impegnative che purtroppo richiedono notevoli risorse, non sempre disponibili, ma che ci aiuterebbero a capire meglio concetti e decisioni che ci riguardano direttamente come cittadini italiani ed europei.


Aggiornamento 2017 – Nei documenti in italiano della BCE ora viene usato il termine allentamento quantitativo, spesso con quantitative easing indicato tra parentesi alla prima occorrenza: in questo modo si mitiga l’incongruenza creata dai media italiani che invece privilegiano l’anglicismo. Esempio:  Come funziona l’allentamento quantitativo.


Vedi anche: altri dettagli in Terminologia e comunicazione.

5 commenti su “Per la BCE non è QE (quantitative easing)”

  1. Luigi Muzii:

    Non so di difetti di capacità comunicative, ma mi pare che l’uso di quantitative easing sia attestato almeno dal 2009 (v. fonti IATE, http://iate.europa.eu/FindTermsByLilId.do?lilId=3502238&langId=en ).
    La voce su Wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Quantitative_easing ) risale al 2006 e quella italiana al 2009.
    La riporta anche Investopedia (http://www.investopedia.com/terms/q/quantitative-easing.asp ) e la citano in abbondanza diversi quotidiani inglesi (Guardian su tutti) e perfino l’Economist. Su quest’ultimo ce n’è traccia addirittura in un articolo relativo a Bernanke (forse perché non si tratta di una novità).
    La domanda, quindi, non dovrebbe essere sul perché i media ignorino l’atteggiamento della BCE, ma piuttosto perché la BCE abbia deciso di usare espressioni diverse. Temo che la rinuncia all’uso del termine da parte della BCE abbia ragioni politiche più che concettuali o linguistiche.

  2. Marco:

    Arrivo a dire che secondo me la terminologia ufficiale italiana “programma ampliato di acquisto di attività” non è affatto chiara!
    Infatti “attività” fa erroneamente pensare che si tratti di acquisto di attività economiche (aziende o imprese), non di assets nel senso di attività finanziarie come azioni, obbligazioni e titoli.
    Ho guardato le lingue che conosco selezionandole a partire da qui:
    http://www.ecb.europa.eu/press/pr/date/2015/html/pr150122_1.en.html
    e nelle altre lingue usano un termine che non rischia di essere confuso con attività economiche.

  3. Licia:

    @Luigi Muzii @Marco, questo post è nato dopo uno scambio che ho avuto ieri sull’oscurità di quantitative easing non solo in italiano ma anche in inglese. Aggiungo qualche dettaglio: quantitative easing è una politica monetaria nata in Giappone (un’occhiata a Google Books rivela che i primi riferimenti appaiono nel 1999 in pubblicazioni in inglese di autori giapponesi o sull’economia giapponese) e abbiamo ipotizzato che a monte potrebbe esserci un calco di traduzione non molto efficace. Si può notare anche che easing pare usato solo in relazione a quantitative (qualitative easing è stato coniato in seguito e solo come antonimo), un esempio di terminologizzazione forse non del tutto riuscita. Abbiamo notato anche differenze di impostazione nella voce di Wikipedia inglese e quella italiana: quest’ultima sottolinea subito e molto esplicitamente la creazione di moneta e l’eliminazione di titoli tossici (i titoli tossici sono in evidenza anche nella voce dell’Enciclopedia Treccani).

    Come dicevo nel post, qui però ho scelto di non entrare nel merito della terminologia economica e finanziaria per ribadire invece la necessità di un migliore meccanismo di comunicazione da parte delle istituzioni, qualunque sia il termine che scelgono per divulgare un proprio concetto (cfr. gli esempi in Terminologia e comunicazione, tra cui fiscal compact).

    Nel frattempo anche su Twitter ho ricevuto un commento sull’ambiguità di attività, però ho verificato che in ambito economico e finanziario è in uso da tempo con il significato di “titoli di proprietà o diritti per ricevere denaro o valori da altri soggetti (moneta, azioni, obbligazioni ecc.)”; concordo che in una comunicazione rivolta anche a non esperti vadano comunque evitate le ambiguità, ad es. specificando che si tratta di attività finanziarie, come si legge nel testo del comunicato stampa.

  4. Marianna:

    Ciao a tutti,

    prima di tutto “easing” non è usato solo in relazione a Quantitative, dato che designa quelle operazioni di “allentamento” delle politiche monetarie varate dalle banche centrali (come abbassare i tassi d’interesse).
    Il QE è stato sì introdotto prima in Giappone ma sono state prima la Fed e poi la Bank of England a renderlo “famoso”, tant’è che QE è una delle parole chiave dell’economia mondiale da diversi anni a questa parte. Ora la Bce sta ripercorrendo i passi delle sue colleghe con un bel po’ di anni di ritardo.
    La scelta di mantenere questo acronimo sicuramente bruttino in italiano è dovuta, secondo me, alla solita pigrizia dei vari giornalisti e addetti stampa. Ma del resto che speranze ci sono quando si parla ormai dappertutto di “job act”?

    Io, personalmente, avrei preferito “allentamento quantitativo”.

  5. Licia:

    @Marianna, grazie per la precisazione. Credo comunque che questo sia un concetto ostico anche se si evita l’anglicismo, ad esempio è difficile interpretare quantitativo se non si hanno competenze economiche e si conosce solo il significato che l’aggettivo ha nel lessico comune, ma nei media nessuno lo spiega esplicitamente (pienamente d’accordo sulla pigrizia dei giornalisti!). Io non ho ancora capito se quantitativo va interpretato come antonimo di qualitativo, oppure se fa riferimento al principio quantitativo della moneta (“quello che pone in relazione il potere d’acquisto della moneta e la quantità di moneta in circolazione” – Devoto-Oli), all’economia quantitativa o cos’altro.

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