Parlare civile: comunicare senza discriminare

Non esistono parole sbagliate. Esiste un uso sbagliato delle parole. Parlare civile: comunicare senza discriminare. Mi ricollego a Polemiche di ferragosto: vu cumprà e vocabolari per suggerirvi una risorsa scoperta recentemente*. È Parlare civile, un progetto “volto a fornire un aiuto pratico a giornalisti e comunicatori per trattare con linguaggio corretto temi sensibili e a rischio di discriminazione”, tra cui immigrazione, disabilità, povertà ed emarginazione, salute mentale, genere e orientamento sessuale.

Raccoglie circa 200 parole con definizioni, uso, alternative consigliate, parole correlate ed esempi negativi e positivi da testate giornalistiche. Qualche esempio: badante, barbone, disabile, efferato, lucciola e vu cumprà.
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Vedi anche: Sul politicamente corretto 

* grazie a Silvia Pellacani e Carla Crivello.

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