Alitalia sarà davvero più sexy?

Alitalia-Etihad: c’è la firma. Hogan: sarà un’ azienda più sexy  – Corriere della Sera

Ho aggiornato C’è sexy e sexy dopo aver visto come è stato annunciato l’accordo Alitalia-Etihad di ieri. I media hanno riportato con grande enfasi e con foto di hostess una dichiarazione dell’amministratore delegato di Etihad, l’australiano James Hogan:
Adesso Alitalia sarà un’azienda più sexy

sexy [informal] [PR] [press] topical, marketable or interesting  COLLOCATES work, news story, issue, subject, technologyIl contesto della dichiarazione originale conferma che Hogan non ha usato sexy con il significato di “sessualmente attraente, conturbante” che ha anche in italiano (e che ha suscitato innumerevoli commenti online) ma con l’accezione inglese più recente di “ambito, desiderabile”:

We believe in Alitalia. It is a great brand with enormous potential. With the right level of capitalization and a strong, strategic business plan, we have confidence the airline can be turned around and repositioned as a premium global airline once again. To me, the sexiest airline in Europe should be Alitalia.

Alitalia is the perfect ambassador for Italy and all that it represents. As we revitalise the brand, the airline will increasingly embody all that we recognise as quintessentially Italian – the history, culture, food and fashion. It must be an airline of which Italians can be proud.

[Bloomberg News]

Come si può notare, il commento era del tutto marginale e gli è stata data una rilevanza che non aveva. Ancora una volta i media hanno dimostrato di non prestare molta attenzione all’uso delle parole e ai significati diversi che possono avere in contesti diversi e in lingue diverse (anisomorfismo).

Altri dettagli e commenti in C’è sexy e sexy.

4 commenti su “Alitalia sarà davvero più sexy?”

  1. Marco:

    Appena ho letto il titolo sul Corriere che parlava di “sexy” mi è venuto da piangere… Ormai i quotidiani italiani vanno bene solo per incartare il pesce 🙁

  2. Riccardo Schiaffino:

    Sulla pagina del Corriere poi si fa notare il titolo dell’editoriale: “Un’agenda ragionevole”, dove “agenda” è un altro orrore, un prestito di ritorno usato dagli scrittori pigri che non vogliono ricordare “ordine del giorno” o “programma” (Un programma ragionevole)

  3. Licia:

    @Riccardo, neanche a me piace agenda usato in italiano con l’accezione inglese, e anch’io lo evito, ma ormai è un uso molto comune.

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