Tutina, “qualsiasi cosa significhi”

In Esche digitali: click bait ho già ammesso che mi faccio distrarre dalle notiziole tradotte dall’inglese da qualche firma non molto prestigiosa di media italiani. Esempio:

“Dichiara di avere un’unione matrimoniale felice il 57 per cento dei dormienti nudi, contro il 48 per cento di coloro che dormono in pigiama, il 43 per cento di quelli che scelgono la camicia da notte e il 38 per cento di chi opta per la tutina (qualsiasi cosa significhi).”

un pigiamone di pile dalla collezione Marks & SpencerGrazie al link all’articolo originale, del poco autorevole Daily Mail, il mistero è subito risolto: “… 38 per cent of those in onesies”.

Onesie è il pigiama intero (o “pigiamone” o “tutone”), un indumento pare molto apprezzato dagli inglesi.

Probabilmente la giornalista si è limitata a una ricerca tradizionale in un dizionario bilingue, dove ha trovato solo l’accezione americana di onesie, la tutina da neonato (babygro in inglese britannico) e, per quanto perplessa, non ha indagato oltre. I traduttori invece sanno che in questi casi sono molto più affidabili e veloci le ricerche per immagini.
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Vedi anche: Eponimi inglesi (e capi di abbigliamento), con l’esempio del “gatto tuxedo”.


Chi scrive per professione dovrebbe comunque sapere che in italiano le percentuali si indicano con il simbolo % e non con le due parole per cento, calco dell’inglese per cent.

5 commenti su “Tutina, “qualsiasi cosa significhi””

  1. Daniele A. Gewurz:

    @Mauro: Magari autoironia: mi sembra un goffo tentativo di mascherare un’incomprensione con un risolino all’indirizzo della propria fonte (poco male, vista l’autorevolezza della fonte).

    @Licia: Certe redazioni e case editrici italiane prevedono nelle loro norme “per cento” a parola (forse con l’idea che i simboli, come gli stessi numeri espressi in cifre, appesantirebbero il testo).

  2. BEP:

    E chi dorme in biancheria intima, non esiste? E per le coppie che si (s)vestono in modo diverso quali numeri valgono?
    Domande futili a parte, grazie a questo post ho imparato vari nuovi termini inglesi: nightie, onesie, full slip, jumpsuit, …
    Divertente che un link sulla voce Onesie di Wikipedia mi ha portato a un altro articolo proprio del Dailymail, sito che tra l’altro non avevo mai visitato prima d’oggi.

  3. Licia:

    @Daniele, @Ivo, grazie per la precisazione, mi sa che ho generalizzato un po’ troppo! Mi pare però che quando viene indicata una serie di numeri in italiano si preferisca il simbolo, che invece in inglese non è comune in un testo descrittivo.

    @BEP, trovo che la terminologia dell’abbigliamento sia piuttosto complicata, anche a causa di anisomorfismo (cfr. Boots: stivali, scarponi e scarpette), ad es. noi usiamo genericamente la parola tuta ma in inglese si fa differenza tra boilersuit (ad es. quella dei meccanici), jumpsuit (ad es. dei paracadutisti o per altre attività), tracksuit (quella sportiva), ski / snow suit (da sci) e chissà quante altre ce ne sono, ma che non possono essere abbreviate in suit.

    Tornando all’italiano, ieri un’amica che lavora nel settore mi ha spiegato che pigiamone è anche il pigiama invernale pesante, ad es. di flanella, e per evitare confusioni si preferisce tutona per onesie.

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