“Google Heart”

Mi è sempre piaciuta l’espressione inglese armchair traveller, il “viaggiatore in poltrona” che gira il mondo virtualmente. Fino a qualche anno fa gli unici strumenti disponibili erano i libri, ora invece innumerevoli luoghi della Terra possono essere visualizzati con Google Earth. È un programma molto noto anche in Italia, dove chi ne parla tende a chiamarlo “gugolàrt” (anche quando intende la funzionalità Street View in Google Maps).

immagine di Galešnjak, isola croata a forma di cuore, vista su Google EarthLa pronuncia dei nomi stranieri in italiano è caratterizzata da un adattamento dei suoni “estranei” che vengono assimilati a quelli del sistema fonetico italiano. Spesso il suono sostitutivo è influenzato dalla grafia delle parole e un po’ mi sorprende* che per Earth /əːθ/ prevalga l’adattamento “art” su “ert”.

Trovo anche alquanto curioso che tra gli italiani che usano il programma ce ne siano molti che scrivono Google Heart, l’anagramma di Earth. Ho visto anche esempi di Hearth, che in inglese è il focolare.

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* Un altro esempio che mi viene in mente è fashion, che in inglese si pronuncia /ˈfaʃn/ ma che in italiano diventa /ˈfɛʃʃon/ (“fescion”).

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Vedi anche: Globalizzazione e pronuncia di nomi di prodotti (e altre note ed esempi nei commenti qui sotto).

8 commenti su ““Google Heart””

  1. Nico:

    Anch’io ho notato confusione comune fra “earth” e “heart” (e anche “hearth” ma meno comune).
    Forse la pronuncia “art” per “earth” viene direttamente da quella italianizzata “hart” o “art” di “heart”.

  2. Licia:

    @Nico, sono d’accordo, molto probabile l’influenza di heart, per quanto anche earth faccia parte del lessico inglese di base.

    La sostituzione di earth con heart nel caso di Google Earth però mi colpisce molto perché chi usa il programma ne vede il nome e quindi dovrebbe prevalere la forma scritta, senza troppi condizionamenti dalla pronuncia italianizzata.
    A questo proposito mi è tornata in mente in un’osservazione nell’introduzione a Netymology (grassetto mio):
    Today, globalization and new technology have vastly accelerated both the speed and the scale of linguistic evolution – a process that is blurring many boundaries between languages, dialects and registers to the point of disintegration . Perhaps the greatest difference between digital and pre-digital times, however, is that it’s now a written language driving these changes. The future of written words lies onscreen – and these screens are steadily transforming not only how we communicate, but what we mean and think.

  3. ilaria:

    slighlty off topic ma sempre sulle pronunce stroppiate, io ancora non mi spiego perché si dica CLEB e non CLUB, o al limite CLAB – capisco che il suono vocalico esatto in italiano non ce l’abbiamo, ma qualcuno sa com’è avvenuto il passaggio alla “E”?

  4. Licia:

    @Ilaria, succede perché club (ma anche bluff e rugby) è un prestito entrato in italiano attraverso il francese e quindi prevale un adattamento della vocale /œ/ della pronuncia francese.

  5. Nico:

    Anche secondo me è mediato (giustamente o no) dal francese. Inoltre c’è da dire che non sempre un singolo suono inglese viene reso con lo stesso suono italiano (almeno a livello di pronuncia “generica”), es. Superman -> “sùpermen”, Batman -> “bàtman”.

    Però mi sembra che spesso le vocali vengano prese “a caso” da parole che assomigliano. Se “heart” si pronuncia “hàrt”, sarà uguale anche “earth”, che ha le stesse vocali.

    Ma ultimamente sento spessissimo pronunciare “low cost” con una “o” chiusa (oppure “ou”), pescando – immagino – dal noto “coast to coast”.
    In effetti Google mi conferma che si trovano un po’ di pagine (in italiano) che parlano di voli “low coast” 🙂

  6. Licia:

    @Nico, grazie, bello l’esempio di Superman e Batman, non ci avevo mai fatto caso. Forse nel caso di Batman prevale un’influenza della forma scritta e le due a di Batman spingolo ad applicare le convenzioni italiane? Se aggiungiamo Spiderman, si può notare che la struttura del nome è più simile a Superman e forse è uno dei motivi per cui si dice  “spaidermen” (ma forse anche perché prima era noto come Uomo Ragno e il nome inglese si è imposto solo in seguito, magari sentito inizialmente attraverso le canzoni delle colonne sonore dei film?).

    A proposito di pronunce italianizzate che alla base (credo) di vari “fischi per fiaschi”, l’anno scorso avevo segnalato un articolo del Corriere della Sera (descritto qui) in cui si leggono tuttora ashtag, credit cronch ed edge found.  E non puoi immaginare quanti continuino ad arrivare sul post “Stay hungry. Stay foolish” in italiano con ricerche come stay angry stay fullish e variazioni di ogni genere!

    Più seriamente, in Wikipedia c’è una voce molto interessante, Pronuncia italiana della lingua inglese. La h aggiunta davanti a earth che viene trasformato in heart potrebbe essere un esempio di ipercorrettismo, che per gli italiani si realizza aggiungendo h iniziali dove non ci sono, cosicché molti pronunciano he is  come ‘e his.

  7. ilaria:

    Quanti spunti di riflessione… grazie! La coppia hungry-angry mi fa sempre pensare a un vecchio, esilarante sketch di Pellizzari / Mr. Brown con le sue lezioni di inglese…
    Ancora grazie di questo blog!

  8. Licia:

    @Ilaria, Mr Brown era davvero esilarante!

    Intanto mentre scrivevo un altro commento (su flash storm) mi è venuto in mente un altro esempio in cui la grafia delle parole inglesi e l’influenza di parole apparentemente simili possono condizionare la pronuncia usata in italiano: food – flood.

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